Scoperta per caso la prima villa costruita in Italia | Ha 6000 anni: gli uomini del Neolitico vivevano qui
Una scoperta incredibile è avvenuta in Italia, quella della prima villa risalente alla preistoria e in cui vivevano gli uomini del Neolitico.
Nel cuore della provincia di Verona, il paesaggio nasconde spesso segreti millenari, pronti a riemergere sotto le mani pazienti degli archeologi. Il fascino di questi luoghi va oltre la loro bellezza naturale: boschi rigogliosi, sentieri intricati e rocce antiche sembrano custodire storie dimenticate. Il richiamo della scoperta è irresistibile per chi, con strumenti e dedizione, cerca di ricostruire frammenti di un passato lontano.
Ogni scavo archeologico è come un viaggio nel tempo. È un’opportunità per riportare alla luce oggetti e strutture che possono rivelare aspetti sorprendenti della vita dei nostri antenati. In particolar modo, il Veneto, con la sua ricca stratificazione storica, si è rivelato una fonte inesauribile di tesori nascosti. L’atmosfera di mistero che si respira in questi luoghi accresce la tensione e la curiosità di chi vi lavora.
Ci sono momenti in cui, camminando tra gli alberi di queste zone, si può quasi percepire la presenza di chi un tempo viveva qui. È come se il passato fosse ancora lì, in attesa di essere decifrato. Gli archeologi, con pazienza e metodo, cercano di interpretare i segni lasciati nel terreno, sapendo che ogni piccolo dettaglio può svelare una grande storia.
E proprio di grande storia si tratta quando si parla del Neolitico, un’epoca di trasformazioni radicali per l’umanità. In questo periodo, l’uomo iniziò a modificare il proprio ambiente in modo permanente, costruendo insediamenti stabili e avviando la produzione agricola. Questi cambiamenti segnarono una svolta epocale, lasciando tracce indelebili nel paesaggio che, migliaia di anni dopo, possiamo ancora esplorare.
Scavi archeologici a Negrar di Valpolicella
Negli ultimi anni, le campagne di scavo presso il sito delle Colombare di Negrar di Valpolicella hanno portato alla luce scoperte di grande valore. Gli archeologi dell’Università di Milano hanno riaperto antichi saggi già esplorati, arricchendo la nostra comprensione del territorio. Tra questi, il saggio 9 ha rivelato la presenza di buche di palo, segno di una costruzione antichissima, risalente al Neolitico.
La nuova campagna di scavi, iniziata a settembre, ha riportato alla luce nuove tracce di una struttura abitativa del IV millennio a.C., fornendo ulteriori dettagli sulla vita quotidiana delle antiche comunità di questa regione. Questi ritrovamenti offrono indizi preziosi su come queste comunità riuscissero a integrarsi perfettamente nel paesaggio collinare, utilizzando materiali locali come legno e pietra.
Ritrovamenti e importanza storica
Le scoperte non si fermano qui. I saggi vicini tra loro, in particolare il numero 16 e il nuovo saggio 18, mostrano chiari segni di un insediamento complesso, testimoniando una pianificazione accurata e un’organizzazione ben strutturata delle comunità neolitiche. Le ricerche hanno rivelato la presenza di una possibile abitazione costruita su un pendio, caratteristica che suggerisce una capacità avanzata di adattamento all’ambiente naturale.
Gli archeologi ipotizzano che la casa fosse dotata di un pavimento sospeso, probabilmente realizzato in legno, un sistema ingegnoso per proteggersi dall’umidità del terreno. I muri sorretti da pali infissi nel terreno confermano l’uso di tecniche costruttive rudimentali ma efficaci, che dimostrano la conoscenza delle risorse disponibili e la capacità di sfruttarle al meglio. L’analisi delle stratificazioni e delle strutture rinvenute arricchisce ulteriormente la nostra comprensione delle tecniche architettoniche e dell’organizzazione sociale del Neolitico nel Veneto.