Ogni anno, migliaia di visitatori fanno tappa al famoso sito archeologico di Stonehenge per ammirare lo spettacolo della prima alba nel solstizio d’estate. Quest’anno gli appassionati si sono dovuti accontentare ammirando il fenomeno dal proprio pc a causa delle restrizioni causate dall’emergenza Covid – 19. Nel frattempo, una notizia ha scosso e incuriosito il mondo: nei pressi del famoso complesso, è stato rinvenuto un nuovo sito neolitico simile a quello di Stonehenge.
Il sito archeologico più famoso al mondo è la tappa preferita degli appassionati di misteri e leggende metropolitane, oltre che degli esperti. Particolare interesse accresce in concomitanza del solstizio d’estate. Il motivo di tale fenomeno è dovuto alla posizione del sito che risulta essere in linea con il sole durante il solstizio. Nel momento in cui i fasci di luce solare attraversano il portale formato dalle rocce, secondo alcune leggende, il confine tra due mondi si assottiglia. Razionalmente il fenomeno si interpreta come il raggiungimento del punto di declinazione massima del sole nel suo moto apparente lungo la traiettoria eclittica. In questo giorno, le ore di luce sono maggiori rispetto agli altri giorni.
Quest’anno, però, i visitatori si sono dovuti accontentare di seguire l’evento in diretta streaming. Gli organizzatori sono stati costretti ad impedire le visite a causa delle restrizioni imposte dal governo britannico per via dell’emergenza Covid – 19. L’English Heritage, organismo pubblico che gestisce il patrimonio culturale inglese, ha messo a disposizione, sul profilo facebook, la diretta che ha trasmesso l’evento, dichiarando quanto segue:
Per la sicurezza e il benessere di tutti, abbiamo dovuto annullare le celebrazioni del solstizio d’estate di quest’anno a Stonehenge
La scoperta sorprendente ha già fatto il giro del mondo. A lanciare la notizia la Bbc (Britishi Broadcasting Corporation), la famosa tv britannica. Il nuovo sito archeologico si trova a poca distanza dal più noto Stonehenge (circa 3 chilometri). Il nuovo sito neolitico, molto simile a quello situato a Stonehenge, è anch’esso di forma circolare e ricopre un’area di circa 2 chilometri quadrati. L’anello è formato da 20 megaliti, cosi chiamati nel gergo archeologico, di 10 metri di diametro ciascuno e 5 metri di larghezza. Il peso di una roccia può arrivare anche a 50 tonnellate.
Per questa grande scoperta hanno lavorato in simbiosi le università di St Andrews, Birmingham, Warwick, Glasgow e del Galles Trinity Saint David. Con le più moderne tecnologie è stato possibile rinvenire il sito che non vedeva luce da più di 4000 anni. Gli esperti hanno già elaborato varie teorie sul significato antropologico del sito. La teoria più probabile è quella che le pietre venivano venerate per rendere più fertili il terreno e avere raccolti migliori durante l’anno.
Ciò che più intriga gli scienziati e appassionati è capire come sia stato possibile rinvenire, trasportare e ordinare in forme perfette, massi di 50 tonnellate con le tecnologie rudimentali risalenti a più di 6000 anni fa. Ancora oggi non ci sono certezze sulla procedura utilizzata per costruire questi mastodontici siti. Uno studio ha addirittura ipotizzato che i massi siano stati prelevati in terre francesi. Se si rivelasse vero sarebbe un evento straordinario, se pensiamo che tra Francia e Gran Bretagna ci sono più di 30 chilometri di acqua (canale de La Manica). D’altronde le tecniche di costruzione antiche, come ad esempio il cemento romano millenario, sono quelle che più ci incuriosiscono per l’incredibile esecuzione, nonostante gli strumenti rudimentali.