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‘Si deve riscrivere tutta la storia’ | Quest’isola esisteva 5000 anni prima della sua ‘scoperta’: era anche abitata

Resti di un villaggio

Resti di un villaggio (Pixabay) www.buildingcue.it

Il mistero delle civiltà scomparse.

Nel corso della storia, numerose civiltà scomparse hanno lasciato dietro di sé solo frammenti di una vita passata, sfuggendo alla nostra comprensione completa. Queste culture, una volta fiorenti, scomparvero misteriosamente, lasciando dietro di loro solo rovine e manufatti che oggi affascinano archeologi e studiosi. Dall’enigmatica civiltà di Atlantide ai complessi insediamenti della valle dell’Indo, la storia umana è segnata da culture che si sono perse nel tempo. Riscoprire questi popoli attraverso le rovine e i manufatti che hanno lasciato rappresenta una sfida entusiasmante, capace di riscrivere i capitoli della nostra storia.

Tra le civiltà più misteriose si annovera quella degli Anasazi, che vissero in America del Nord e costruirono spettacolari città in cima alle montagne. Queste popolazioni abbandonarono i loro insediamenti senza lasciare spiegazioni chiare. L’archeologia cerca ancora di capire perché un’intera civiltà ben strutturata sia scomparsa nel nulla. Questo tipo di domande accompagna anche altre culture perdute, come quella dei Maya, che, pur avendo raggiunto incredibili risultati in campo scientifico e architettonico, scomparve progressivamente dalle regioni dell’America centrale.

Anche nel Mediterraneo, un’area di intense migrazioni e scambi culturali, ci sono tracce di antiche popolazioni scomparse. Le isole greche, così come le coste italiane e spagnole, sono costellate di rovine che indicano l’esistenza di popoli antichi, i cui stili di vita, tradizioni e strutture sociali rimangono perlopiù avvolti nel mistero. Le civiltà che abitarono queste aree furono spesso costrette a spostarsi o a sparire a causa di mutamenti climatici, guerre o catastrofi naturali.

Molte delle più antiche strutture e resti che troviamo oggi sono stati ritrovati sotto il livello del mare, a causa dell’innalzamento delle acque avvenuto nel corso dei millenni. Proprio queste scoperte subacquee stanno rivelando nuovi indizi sul passato dell’umanità, gettando luce su civiltà di cui prima non si sospettava nemmeno l’esistenza.

Una scoperta archeologica straordinaria a Maiorca

Una delle recenti scoperte archeologiche che ha fatto scalpore riguarda un ponte di pietra sommerso ritrovato nella Grotta Genovesa, sull’isola di Maiorca, nel Mediterraneo. Questo ponte, costruito da mani umane oltre 5600 anni fa, è stato scoperto durante un’immersione di routine da un gruppo di ricercatori guidati dal professor Bogdan Onac dell’Università della Florida del Sud. Si tratta di una struttura straordinaria, realizzata impilando blocchi di pietra calcarea con grande precisione, e rappresenta un ponte tra la nostra epoca e le civiltà del passato.

Fino ad ora, gli studiosi pensavano che Maiorca fosse stata colonizzata in epoca molto più recente rispetto ad altre isole del Mediterraneo. Ma la presenza di questo ponte, che precede la civiltà egizia e i primi faraoni, dimostra che coloni sofisticati erano già presenti sull’isola più di 5.000 anni fa. Questo ritrovamento ha completamente riscritto la storia dell’isola, rivelando una popolazione in grado di costruire complesse strutture architettoniche in un ambiente difficile come quello delle grotte sommerse.

Porta di ingresso
Porta (Pixabay) www.buildingcue.it

Ceramiche e tecniche costruttive: le prove dell’antichità del ponte

Gli archeologi sono riusciti a determinare l’età del ponte grazie al ritrovamento di ceramiche risalenti al periodo Naviforme, tra 3550 e 3000 anni fa, rinvenute nella stessa grotta. Ma ciò che ha davvero permesso di datare la struttura è una fascia di colore chiaro presente sul ponte, che coincide con il periodo in cui il livello del mare si è stabilizzato nell’area, tra 5964 e 5359 anni fa. Questo dettaglio ha permesso ai ricercatori di collegare il ponte a un’epoca ben precisa, dimostrando che la struttura era già presente molto tempo prima dell’abbandono delle ceramiche.

Il ponte non è stato costruito a caso: è una struttura progettata con cura, utilizzando grandi blocchi di pietra calcarea e massi piatti, dimostrando un’avanzata conoscenza delle tecniche costruttive. Tuttavia, il vero mistero che affascina gli studiosi è perché sia stato costruito un ponte sommerso in una grotta. Sebbene non vi sia ancora una risposta definitiva, si ipotizza che il ponte servisse ad accedere a risorse di acqua dolce, vitali per i primi abitanti dell’isola. La scoperta di questa struttura apre nuove domande sulle antiche migrazioni e sui primi insediamenti umani nel Mediterraneo, e rappresenta un passo importante verso una comprensione più profonda delle civiltà che un tempo abitavano queste isole.