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La siccità fa riemergere Movada, vecchio borgo del Friuli

Gli effetti del cambiamento climatico colpiscono ogni genere di cosa che esista sul nostro pianeta terra. Sveglia!! Da ormai più di un decennio che la terra ci invia segnali di sofferenza ma noi ignari, non ascoltiamo. È ora di agire e ce lo implora proprio chi ahimè sta subendo tutto ciò, la nostra vera “casa” naturale, Madre Terra.

L’Italia in questa lunga estate, che ancora deve finire, ha visto numerosi effetti collaterali del cambiamento climatico; alluvioni, smottamenti, frane, siccità. Il tutto condito da una crisi energetica che inevitabilmente è un tema strettissimo anche al cambiamento del clima.

La siccità fa riemergere Movada, vecchio borgo del Friuli

Siamo in Friuli Venezia Giulia in provincia di Pordenone; precisamente però ci troviamo tra i comuni di Tramonti di sotto e Tramonti di sopra; qui sorge un lago artificiale, di Redona, nato nel 1952 quando sbarrato il fiume Meduna il vecchio borgo di Movada veniva abbandonato. Fino ad oggi i resti delle casette preesistenti emergevano timidamente dalle acque del fiume quando questo si abbassava di livello e ne comportava un effetto magico capace di attrarre numerosi turisti. Gite, trekking naturali e giri in Kayak offriva questo suggestivo luogo che adesso rischia l’estinzione.

Il sindaco di Tramonti di sotto, Rosetta Facchin, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa.

“D’estate, purtroppo, la parte del bacino che conferirebbe una maggior vista panoramica da anni va in secca. Abbiamo una convenzione con Edison che gestisce la parte idraulica del territorio: l’acqua viene prelevata (ogni estate) per abbeverare le colture della bassa friulana o per emergenze idriche. Non si stupirà se le dico che oggi il lago (dopo siccità e assenza di precipitazioni) è completamente asciutto: vorrei poter chiudere gli occhi – confessa – è davvero desolante”.

Ancora aggiunge al pensiero precedente:

“La nostra è una zona che andrebbe valorizzata ma sembra quasi che questa parte del Friuli nemmeno esista – aggiunge la sindaca – la Regione ci ha fatto tante promesse ma non le ha mantenute – continua – noi nel nostro piccolo abbiamo cercato di fare quanto abbiamo potuto: speriamo che le cose prima o poi migliorino”.

La siccità è un prezzo da pagare caro

Quest’anno la bastonata più grande e dolorosa. Il lago artificiale di Redona, provincia di Pordenone, sembra un deserto; l’intero villaggio di Movada, antico borgo della Val Tramontina risalente alla fine del XIX secolo.

non era mai successo fino ad ora. Il bacino resta asciutta da oramai tanti, tropi giorni; adesso anche la vegetazione vi sta colonizzando il suolo, un segnale che davvero deve metterci ancora più in allarme ed attenzione.

il paesaggio è spettrale, particolarissimo, inquietante e desolante allo stesso tempo. Oramai il borgo fantasma si ritrova in una distesa arida tra ciottoli, profonde e dolorose crepe nel terreno e nulla più.

Ad oggi le casette che erano i resti del vecchio borgo, che riemergevano dal pelo dell’acqua sembrano essersi scoperte del tutto. I ruderi sono a rischio, se prima erano ben preservati dalla forza dell’acqua che li teneva al riparo, oggi possono andare distrutti e con essi anche quella particolarità del luogo che portava un buon indotto turistico ogni anno.

Tutta la penisola ne sta subendo; Raccolti in agonia, stagni inesistenti e corsi d’acqua ormai spariti, ma è proprio in questo clima di disperata emergenza che molte meraviglie sono venute a galla.

L’antico borgo nel lago di Redona è solo uno degli esempi. Nel 2022 i ritrovamenti in tutta lo stivale sono stati numerosi. Non restiamo i soli detentori di questo “primato “anche nel resto del mondo molti tesori gelosamente custoditi dalla natura sono riemersi per colpa del cambiamento climatico.

A catena tutti i problemi legati al clima stanno creando un grosso domino, ma le pedine purtroppo siamo noi; noi abitanti ospiti del sistema terra stiamo pagando tutte le conseguenze di una sciagurata e senza attenzione gestione del complesso terracqueo in cui alloggiamo.

Published by
Giuseppe Manzo