Sicilia, cubo architettonico del 17° secolo fa accendere il dibattito | È lui il padre del Cubo di Rubik
Una costruzione antichissima ma che ci regala ancora degli spunti di ricerca: forse potrebbe essere proprio lui il padre del famosissimo Cubo.
Un cubo perfetto, simmetrico in ogni sua parte, fu creato nel 1974 da Ernő Rubik, un professore di architettura ungherese. Sebbene inizialmente concepito come uno strumento didattico per aiutare i suoi studenti a comprendere concetti spaziali complessi, questo cubo tridimensionale si rivelò molto di più. Rubik realizzò che il suo rompicapo presentava una sfida tanto avvincente quanto difficile.
Il cubo di Rubik divenne rapidamente un’icona culturale negli anni ’80, diffondendosi in tutto il mondo e guadagnando una popolarità straordinaria. Le sue facce, con colori brillanti e movimenti rotatori, offrono una sfida apparentemente semplice: far sì che ogni lato del cubo mostri un unico colore. Tuttavia, risolverlo richiede una notevole abilità logica e strategica. Questo rompicapo si è evoluto nel corso degli anni, rimanendo però sempre fedele al suo concetto originario.
Oltre ad essere un passatempo affascinante, il cubo di Rubik ha influenzato discipline come la matematica, la scienza e persino l’arte. Molti artisti e designer si sono ispirati alla sua struttura geometrica per creare opere innovative. Il cubo ha inoltre suscitato l’interesse di matematici per via delle sue implicazioni combinatorie. Con oltre 43 quintilioni di possibili configurazioni, è un perfetto esempio di come una semplice struttura possa nascondere una complessità sorprendente.
Nel corso degli anni, la comunità dei “cubers” è cresciuta notevolmente, con competizioni ufficiali per stabilire chi riesce a risolvere il cubo nel minor tempo possibile. Questo fenomeno ha dato vita a una cultura globale, con tornei che attirano migliaia di appassionati da tutto il mondo, dimostrando come il cubo di Rubik continui a essere una sfida apprezzata anche dalle nuove generazioni.
Un cubo d’arte senza precedenti
Oltre ai cubi da competizione, esiste un’opera straordinaria che richiama la forma perfetta di un cubo ma con una funzione completamente diversa: il Palazzo del Senato, noto anche come Vermexio, a Siracusa. Questa struttura architettonica, completata nel 1632, rappresenta un trionfo del barocco e del classicismo, unendo dettagli intricati e decorazioni straordinarie.
Situato nella celebre Piazza Duomo, il Vermexio si trova in una delle zone archeologiche più significative della città, vicino al Tempio di Atena. Il palazzo fu commissionato dal Senato Siracusano all’architetto Giovanni Vermexio, il quale progettò una facciata ricca di simbolismi e rimandi al potere e alla storia.
L’incredibile firma dell’architetto
Il piano inferiore del palazzo è costruito in stile rinascimentale, mentre il piano superiore presenta eleganti elementi barocchi, come i balconi in ferro battuto e gli stemmi spagnoli, simboli della dominazione dell’epoca. Ciò che rende questo palazzo davvero unico è la firma inaspettata dell’architetto Vermexio: una lucertola scolpita nell’angolo sinistro del cornicione.
Questo dettaglio, che potrebbe passare inosservato a un occhio distratto, rappresenta non solo l’identità dell’architetto, soprannominato “il lucertolone”, ma anche un richiamo alle sue caratteristiche fisiche. Una firma singolare, lasciata in un luogo altrettanto straordinario, che continua a sorprendere chiunque osservi con attenzione questa opera di architettura.