Vediamo di fare un pò di chiarezza su quanto successo di tragico a Ischia il 21 Agosto. Il sisma, come dimostrano i dati ufficiali dell’INGV, ha avuto ipocentro un km a sud-ovest rispetto a Casamicciola e a 2 km di profondità, dunque un terremoto molto superficiale.
Per quanto riguarda la magnitudo innanzitutto dobbiamo distinguere i tre tipi di magnitudo che solitamente si usano e che sono quella locale (la più facile da stimare per avere una prima idea dell’energia rilasciata dal sisma) che è conosciuta come magnitudo Richter e che lui ha calcolato misurando la massima ampiezza su sismografi Wood-Anderson. Per questo evento la Ml è stata misurata pari a 3.6 con un incertezza di 0.2.
Poi abbiamo la magnituto durata MD che necessita però della registrazione completa dell’evento sismico. Per quanto riguarda l’evento di Ischia, spiega l’INGV, essendosi verificato all’interno di una porzione della crosta molto superficiale ed eterogenea, si è preferito utilizzare come stima dell’energia rilasciata dal terremoto la Magnitudo Durata MD, che è stata misurata con un valore di 4.0 con un incertezza di 0.3. Per questa stima sono state utilizzate solo le stazioni della regione vulcanica campana, così che le caratteristiche delle rocce che compongono la crosta di Ischia in termini di velocità delle onde sismiche e di attenuazione potessero essere tenute in considerazione.
Infine la magnitudo momento Mw che si basa sul momento sismico, in relazione diretta con il lavoro prodotto dalla rottura della faglia.
Beh, oltre agli ingenti danni che abbiamo visto sulle abitazioni, il terremoto ha avuto effetti anche sul suolo. Infatti i ricercatori del CNR-IREA hanno rilevato un abbassamento del terreno fino a 4 cm in un’area vicino Casamicciola Terme, utilizzando la tecnica dell’interferometria SAR differenziale (tecnica che sostanzialmente tramite l’utilizzo di un radar che si muove lungo un binario emette e riceve dei segnali.
Dalla differenza di fase dei vari pixel delle immagini registrate in istanti differenti, si possono gli spostamenti che il singolo pixel rileva). Questa misurazione è stata possibile grazie all’utilizzo dei dati radar dei satelliti europei Sentinel-1, e della costellazione italiana COSMO-SkyMed.