Per colmare il gap che esiste tra il nostro campionato e quello inglese, considerato ancora il migliore a livello mondiale, l’investimento delle società non deve limitarsi all’acquisto di nuovi giocatori. E’ necessario che si migliorino gli impianti sportivi e in molti casi che se ne costruiscano dei nuovi.
Grazie alla realizzazione di stadi di proprietà le società calcistiche inglesi hanno aumentato esponenzialmente i propri ricavi. Ormai l’utenza non chiede solo un luogo dove seguire i propri beniamini, ma un polo aggregativo in cui poter conoscere la storia della propria squadra del cuore, fare acquisti e spendere il proprio tempo libero. Ascoltando le istanze economiche e sociali, le amministrazioni calcistiche della Serie A hanno dato impulso agli investimenti privati iniziando un processo di rinnovamento. Ma molte società per poca lungimiranza, per questioni burocratiche oppure per mancanza di fondi stenta ad assecondare questo processo, per tale motivo molti stadi restano in condizione pessima.
Nella Serie A sono presenti venti squadre, ma tra queste attualmente poche possono vantare uno stadio di proprietà. Di sicuro il migliore esempio è l’Allianz Stadium della Juventus, per efficienza e soprattutto per la capacità che ha avuto la società di rispondere alle istanze precedentemente sottolineate. Inoltre, lo stadio della società di proprietà della famiglia Agnelli, ha un numero ridotto posti a sedere così da garantire il tutto esaurito quasi a tutti i match e consente di aumentare il canone annuale di abbonamento al campionato.
Sulla scia della società torinese si sono mosse il Sassuolo e l’Udinese rispettivamente con il Mapei Stadium e la Dacia Arena. Entrambi hanno un basso numero di posti, ma consono alla dimensione delle due società. Infatti risultano essere moderni ed efficienti oltre che un faro per le piccole società, poichè con la loro realizzazione hanno aumentato gli incassi e la partecipazione del pubblico grazie al maggiore confort. Uno dei dubbi degli imprenditori delle società di calcio minori è proprio l’efficacia che tali investimenti possano avere per squadre che hanno poco seguito, e i due esempi sopra citati confermano la convenienza assoluta della realizzazione di impianti moderni.
Si attende il completamento di molti progetti tra le varie compagini della Serie A. Primo su tutti è il Gewiss Stadium dell’Atalanta, voluto fortemente del presidente Percassi, frutto della ristrutturazione e restauro del vecchio “Stadio Atleti Azzurri d’Italia” ceduto dal comune di Bergamo per circa 10mln di euro. Lo stadio nuovo non avrà le curve e sarà dotato di tutti i confort previsti dagli impianti di nuova generazione.
Altre società che attendono uno stadio nuovo sono: il Bologna, con il nuovo Dall’Ara dato in concessione per 99 anni, il Brescia, il cui nuovo proprietario Massimo Cellino ha ottenuto la gestione dell’impianto fino al 2028 a titolo gratuito sobbarcandosi però dei costi di ristrutturazione, il Cagliari, che per ora gioca nello stadio provvisorio “Sardegna Arena” poichè la sua vecchia casa, il Sant’Elia, è stato dichiarato inagibile, e la Spal, che ha giù rinnovato il Paolo Meazza nel 2018 ma discute sull’ampliamento.
Discorso a parte costituiscono Il San Paolo, da poco rinnovato in vista delle Universiadi 2019, l’Olimpico, con il caso del nuovo stadio della Roma la cui realizzazione è stata bloccata dalla magistratura, oltre al San Siro con la questione olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e quella dell’abbattimento per far spazio ad un nuovo impianto. Molti si sono opposti a questa eventualità difendendo la storia dell’impianto sportivo (qui per conoscerla nel dettaglio), altri invece parlando delle sue criticità, come il problema dell’oscillazione del terzo anello.
Insomma la strada verso l’ammodernamento definitivo degli impianti sportivi della Serie A è molto lunga, pensando anche tra le altre 7 squadre non citate alcune hanno degli stadi davvero fatiscenti e non degni per un campionato blasonato come quello italiano.