Quando accade un fenomeno disastroso come un terremoto, il tempo è un fattore fondamentale per salvare vite. Sessanta secondi sono più che sufficienti per permettere alle persone di posizionarsi in punti sicuri della propria abitazione o, meglio ancora, uscire da una trappola mortale. Grazie ad un’applicazione sviluppata da Francesco Finazzi, professore dell’Università di Bergamo, è possibile ricevere una preallerta che varia tra i 5 e i 50 secondi (dipende dalla distanza con l’epicentro) e mettersi al riparo, salvando il salvabile. Praticamente, l’app trasforma il nostro smartphone in un vero e proprio sismografo.
L’app Rilevatore Terremoto nasce all’Università di Bergamo, sviluppata dal Prof. Francesco Finazzi, seguendo la linea di studio di Earthquake Network nel 2012. Il team, composto da Francesco Finazzi, i dottori Rémy Bossu, Robert Steed e Laure Fallou dell’European – Mediterranean Seismological Centre for Astronomy and Earth Sciences di Budapest, ha dimostrato l’efficacia dell’applicazione tramite un rilevamento in tempo reale di alcuni dati sismici di forte intensità ricavati dalla rete degli smartphone. I ricercatori hanno constatato che con i segnali dei terremoti più forti, è stato possibile inviare una preallerta con un range tra i 5 e i 50 secondi. Un tempo sufficiente per mettersi al riparo al più presto possibile.
Questo sistema sfrutta gli accelerometri, sensori dei quali sono dotati gli smartphone per capire come lo schermo è orientato, o nelle app di fitness per contare i passi. Quando lo smartphone è inutilizzato, l’accelerometro viene adoperato dall’app che trasforma lo smartphone in un vero e proprio sismografo. Sarà fondamentale avere una fitta rete di dati. Più smartphone/ sismografi ricevono dati, più sicura sarà la preallerta. Questo è dovuto al fatto che il dispositivo è sottoposto a tante sollecitazioni. Se, però, si rileva una certa vibrazione, di alta intensità, quasi contemporaneamente con altri dispositivi in una determinata area, allora è molto probabile che si tratti di un terremoto.
Con l’app, ogni utente possiede un sismografo portatile e diventa un punto di monitoraggio in una fitta rete. Già più di 8 milioni di persone da tutto il mondo ha preso parte al progetto, grazie ai quali è stato possibile rilevare più di 4600 terremoti. In Italia si è già creata una piccola rete di monitoraggio. Sono stati rilevati più di 50 terremoti tra cui quelli della sequenza sismica Amatrice – Norcia – Visso del 2016 e 2017. Inoltre, i dati raccolti dall’app vengono analizzati per perseguire l’obiettivo di fornire soluzioni per la mitigazione del rischio sismico. L’Italia sarà una delle nazioni a trarne maggiore beneficio, in quanto zona critica a rischio sismico.
La tecnologia può essere d’aiuto per prevedere i terremoti? Le nuove tecnologie sono in grado di manovrare enormi database e trasformarli in dati statistici facilmente leggibili dall’occhio umano. Eppure, nonostante i passi in avanti rimane ancora difficile avere dei dati accurati e affidabili. L’approccio deterministico, basato sul riconoscimento di eventi anomali (estremi), sembra essere quello più affidabile ma non ancora sicuro. Tale approccio si è basato sul riconoscimento del comportamento degli animali, variazioni di segnali elettromagnetici e repentini cambiamenti nel rapporto tra velocità delle onde P e velocità delle onde S.
Ma la difficoltà nel prevedere un evento così estremo rimane. I dati registrati a disposizione sono troppo pochi per ragionare in termini probabilistici e deterministici. Sono troppe e varie le condizioni che mutano nel corso di un fenomeno del genere. Dunque, prevedere un terremoto sembra essere quasi impossibile (con le attuali tecnologie). Per il momento, limitiamoci a sfuggire, anticipando il terremoto grazie alla nuova app sismografo.