Sostenibilità degli edifici: un cenno al protocollo Itaca

La sostenibilità degli edifici è un tema molto importante ai giorni d’oggi, ma cerchiamo di capire come può avvenire con un metodo oggetivo il processo di valutazione di sostenibilità degli edifici. Esistono diversi metodi di certificazione su base volontaria, ce ne sono diversi con nomi differenti in base alla parte del mondo che consideriamo.

Ad esempio, nel sistema americano abbiamo il LEED che è un acronimo di Leadership in Energy and Environmental Design, oppure il sistema BREEM se consideriamo il sistema Britannico che sta per Building Research Establishment Environmental Assessment Method.

In Italia invece, abbiamo quello che si viene chiamato protocollo ITACA, che rappresenta un adattamento del sistema americano con il sistema tecnico italiano ed è stato realizzato dall’Istituto ITACA che sta per Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale. Il protocollo ITACA è nato principalmente dall’esigenza delle regioni di possedere strumenti per valutare le politiche di sostenibilità ambientale per quanto riguarda il settore delle costruzioni. Il fine di questo strumento come è stato già accennato prima è la valutazione oggettiva di un edificio che può essere classificato come “sostenibile”.

La valutazione si riferisce al consumo e all’efficienza energetica ma non solo; infatti si prende in considerazione anche il suo impatto sia sull’ambiente che sull’uomo. Dunque, si tratta di un metodo oggettivo per valutare un edificio che si avvale di alcuni principi tra cui l’individuazione dei criteri sui quali misurare le varie prestazioni/consumi dell’edificio, a cui consegue una media ponderata dei vari criteri selezionati in base all’importanza degli stessi. L’ultimo step è l’ottenimento di un punteggio finale che definisce il grado di miglioramento delle prestazione riferendole a delle prestazioni di riferimento.

Il processo di certificazione ha inizio con una fase di auto-valutazione da parte del progettista sulla base dei criteri che abbiamo elencato prima. Hanno a disposizione varie schede monotematiche che si differenziano in base ad esempio alla destinazione d’uso dell’edificio (principalmente si distinguono edifici residenziali, uffici, commerciali e industriali). Le schede si differenziano inoltre in base al tipo di intervento, se nuova costruzione o ristrutturazione.

L’approccio del protocollo è totale, quindi lo studio dell’edificio in ogni suo aspetto come già accennato, si va dalla qualità del sito fino alla qualità dell’ambiente interno.

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Luca Quarato