“Vedi Napoli e poi muori”.
Con tutta probabilità chi ha appena letto questa frase non la scopre certamente oggi. Quello che magari non tutti sanno, è che queste cinque parole hanno origini antiche ed incerte, poiché se ne tramandano due possibili genesi. La prima, più appartenente alla tradizione partenopea, è quella della strega Raziella e del suo magico intruglio che veniva servito a tutti coloro che, giunti a Napoli per dimenticare le proprie sofferenze amorose, nel momento di lasciare la città venivano avvolti da un turbinio di dolore più forte che mai. Questa sorta di pozione, secondo la narrazione, era talmente potente da far dimenticare tutte le avversità sentimentali, in una sorta di “morte” da cui il detto sopra riportato.
Una seconda versione, più recente ed internazionale, attribuisce questa dolce frase al poeta tedesco Goethe. Una frase che descrive in modo molto sintetico ma potente la bellezza di Napoli e del popolo napoletano. Un sentimento che ti permea dentro, e che lascia un vuoto nel momento in cui ci si allontana dalla città.
Dai caratteristici vicoli strettissimi coi balconi che avvolgono i passanti fin quasi ad impedirne il passaggio al panorama offerto da Castel dell’Ovo col Vesuvio a fare da sfondo, Napoli resta nel cuore di chi la visita. Anche i non vedenti possono godere di questo spettacolo in maniera alternativa ma assolutamente affascinante grazie ad un parapetto con scritte in Braille che si trova sulla veduta del castello di Sant’Elmo.
Anche la parte meno visibile della città, quella sottoterra, è meravigliosa. Napoli Sotterranea è una tappa immancabile per chi visita la città, così come lo spettacolo della stazione metropolitana di Toledo.
A questo elenco, a partire dal 2025, si aggiungerà anche la stazione metro di Capodichino, che renderà la città ancora più connessa e collegata nelle sue varie parti.
La futura stazione metro di Capodichino, una volta completata, diventerà uno dei due capolinea della già esistente Linea 1 della città partenopea. Questa è una delle tre linee metropolitane esistenti di Napoli (insieme alla Linea 6 e alla Linea 11, la prima tratta metropolitana interprovinciale d’Italia). La linea, di tipo tradizionale pesante, è stata inaugurata nel 1993, ed è la prima linea della metropolitana di Napoli. La linea è gestita dall’azienda ANM (Azienda Napoletana Mobilità) e serve principalmente per collegare il centro di Napoli con le zone periferiche e la città di Pozzuoli. Attualmente la linea va da Piscinola (quartiere a Nord della città) a piazza Garibaldi, snodandosi per 18 km e 19 stazioni totali (tra cui la recente Duomo).
Col prolungamento fino a Capodichino verranno realizzate le nuove stazioni di Centro Direzionale, Tribunale e Poggioreale, collegando in modo ancor più capillare la città. Questo permetterà di sviluppare ulteriormente il sistema metropolitano lungo due importanti direttrici:
Un importantissimo upgrade trasportistico, non c’è che dire.
Per concludere, una curiosità degna di nota sulla Linea 1. Nel 2009 questa linea ha infatti vinto in quel di Londra il premio Most Innovative Approach to Station Development (fra oltre 300 concorrenti). E non finisce qui, perché la celeberrima stazione di Toledo ha vinto il premio di stazione più bella d’Europa.
Non solo utile e funzionale, ma anche e soprattutto un nuovo gioellino dal punto di vista architettonico. D’altronde la firma è d’autore, ed è quella del recentemente compianto architetto Richard Rogers. Così come d’autore è il costruttore di questa meraviglia architettonica, il polo delle costruzioni Webuild, coinvolto a livello globale in alcuni fra i più importanti ed iconici lavori attualmente in corso. E la nuova stazione metropolitana di Napoli Capodichino rientra di diritto in questo gruppo.
Strutturalmente l’opera si compone di un manufatto principale interrato avente forma di omega che arriverà ad una profondità massima di 50 metri dal piano campagna. Questa struttura si scompone in due sottoparti aventi funzioni distinte. La porzione rettangolare è adibita a macro-locale tecnico all’interno del quale troveranno alloggio tutti gli impianti necessari. Quella circolare, di dimensione piuttosto importante (avendo un diametro interno di ben 33 metri) sarà il teatro del viavai del flusso di passeggeri e permetterà di passare dalle banchine metropolitane al piano stradale e viceversa mediante ascensori e scale mobili. Dispositivi di salita e discesa che contribuiranno a vivacità e dinamicità della stazione, con gli 8 ascensori a vetro centrali e le 4 rampe mobili che si avvitano ad elica lungo la circonferenza del vano.
I numeri dell’opera sono impressionanti: 60 milioni di passeggeri attesi all’anno, quasi 50’000 kg di emissioni di CO2 evitate ogni anno, 200’000 metri cubi di materiale scavato che troverà impiego nella rivalorizzazione a verde di ex cave della provincia partenopea, 3000 metri quadri di superficie totale.
C’è ancora da aspettare parecchio per l’apertura della stazione, prevista per il 2025. Ma varrà certamente la pena di aspettare, in modo da poter dire una volta in più ancora “vedi Napoli e poi muori”…!