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Stonehenge, questo luogo misterioso non è l’unico | Nessuno voleva crederci: ne hanno trovati altri

Stonehenge (Pixabay)

Stonehenge (Pixabay foto) - www.buildingcue.it

Stonehenge potrebbe non trattarsi di un unicum mondiale. Il rinvenimento di alcuni siti in Gran Bretagna alimenta l’arcano sulla simbologia legata al cerchio di pietre

L’archeologia è la scienza che si occupa di approfondire lo sviluppo delle varie civiltà succedutesi nel corso della storia dell’umanità mediante l’eredità materiale che viene lasciata. Lo studio si basa, dunque, sull’analisi di utensili, immagini, incisioni, opere d’arte ed edifici risalenti alle popolazioni passate.

Il termine deriva etimologicamente dal greco antico e significa ‘discorso delle cose antiche‘. Non a caso, i primi ad occuparsi degli studi di archeologia sono stati proprio i Greci, anche se, inevitabilmente, le primordiali tecniche d’esame e di approfondimento sono state migliorate e rinnovate nel corso dei secoli.

Il lavoro dell’archeologo permette di riportare alla luce una ricostruzione quanto più fedele rispetto al modo di vivere e di pensare delle civiltà antiche, comprendendo l’organizzazione delle città stato, prima, e dei governi, poi, e quindi l’ambito civile, politico ed economico.

Si tratta di un ruolo di determinante importanza anche per la salvaguardia e la protezione del patrimonio culturale dell’umanità intera. Gli archeologi usufruiscono di una serie di tecniche atte a garantire un lavoro di precisione estrema senza che il reperto riportato alla luce possa subire danni permanenti, con conseguente perdita del proprio valore artistico.

L’alone di mistero che aleggia su Stonehenge

Il sito megalitico di Stonehenge è indubbiamente una delle mete più celebri del Regno Unito e del mondo intero, nonché punto di riferimento principe per gli studiosi delle società preistoriche, in quanto capace di fornire informazioni sul modo di vivere e di edificare delle stesse. Si tratta di un luogo che per il mistero che è capace di emanare non può non affascinare chiunque ne entri in contatto, siano essi professionisti o comuni appassionati di storia ed architettura antica.

Rappresenta un simbolo di conoscenze arcaiche, alle quali nel corso degli anni molti studiosi hanno provato a garantire un’interpretazione, che si è, tuttavia, rivelata essere molto più complessa del previsto, quasi come fosse ‘inaccessibile’. Ma la scoperta di un nuovo sito potrebbe rivoluzionare il mondo della ricerca in questo campo, garantendo ulteriori preziose fonti su cui fondare i propri approfondimenti.

Dartmoor (Pexels)
Dartmoor (Pexels foto) – www.buildingcue.it

L’inaspettato rinvenimento di Dartmoor

Sono stati rinvenuti, nello specifico due cerchi di pietre neolitiche all’interno del Parco Nazionale di Dartmoor nella contea di Devon, sempre nel Regno Unito. In molti sostengono che uno dei due elementi ritrovati presenti una forma, nonché svariate ulteriori caratteristiche proprio con il più celebre esemplare di Stonehenge; questa supposizione potrebbe portare alla conferma della teoria dell’arco sacro, precedentemente sollevata dall’archeologo Alan Endacott. Lo stesso è giunto alla conclusione che, riuscendo a notare una sponda esterna nelle vicinanze del cerchio, il monumento neolitico di Dartmoor fosse simile non solo alle Stripple Stones di Bodmin Moor e all’Anello di Brodgar, nell’arcipelago delle Orcadi, ma anche direttamente alla fascia di Stonehenge. Non è, perciò, da escludere che i costruttori dei cerchi di pietre si fossero precedentemente imbattuti nel celebre sito localizzato a Salisbury.

Nel corso di un’intervista rilasciata al Guardian, Endacott ha approfondito l’argomento, spiegando come in passato Dartmoor fosse profondamente differente rispetto a come lo vediamo oggi, caratterizzato da una maggior ‘copertura forestale’ e che per questo coloro che realizzarono il cerchio in pietra abbiano, probabilmente, voluto manifestare un segnale nel paesaggio, cercando di ‘racchiudere’ il terreno. Gli scavi si sono rivelati profondamente interessanti, superando le aspettative anche degli archeologi stessi, e rappresenteranno indubbiamente una fonte preziosissima per cercare di comprendere i motivi dietro la costruzione di questi siti e l’eventualità di una simbologia ad essi associabile.