Stop alla plastica monouso dal 2021

Il problema dell’inquinamento è sempre di grande attualità, attuare nuove soluzioni che impediscano l’inquinamento massiccio del nostro pianeta per preservarlo e conservarlo è dovere e obbligo di tutti, a partire dal normale cittadino fino ad arrivare a istituzioni nazionali e internazionali.

Poco tempo fa c’è stata una svolta importante per quanto riguarda la plastica monouso. Infatti, la plenaria del Parlamento Europeo ha approvato il divieto all’interno dell’Unione Europea di utilizzo di plastica come accennato prima “monouso”.

Questo cosa vuol dire?

Che oggetti di plastica come piatti, posate, cannucce, a partire dal 2021 non potranno essere più, e si andrà quindi verso l’utilizzo di prodotti più sostenibili e riutilizzabili. Questo provvedimento ridurrebbe enormemente l’inquinamento in mare, dove si stima che la maggior parte dell’inquinamento che lo interessa direttamente è composto da prodotti di plastica per l’appunto. Il testo approvato ha visto una condivisione massiccia da parte della commissione che l’ha votata: infatti il testo è passato con ben 560 voti a favore, 35 contrati e 28 astenuti. Secondo quanto approvato, ci si è posti anche come obiettivo la raccolta del 90% delle bottiglie di plastica attraverso l’utilizzo della differenziata.

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Inoltre, la norma prevede anche che un contenuto minimo di riciclato all’interno delle bottiglie di plastica, che si aggira almeno al 25% entro il 2025, per salire al 30% entro il 2030. A partire dal 2024 nel testo si sottolinea anche la necessità di dover attaccare il tappo alla bottiglia per evitare che si perda facilmente. Una norma che punta ad una responsabilità estesa per i produttori di sigarette e attrezzi da pesca e non solo.

Infatti, tra i tanti questi prodotti si presentano in maniera massiccia sulle nostre spiagge. La responsabilità estesa è quella di contribuire a coprire i costi della rimozione e quindi della bonifica dei prodotti inquinanti e di possibili misure di sensibilizzazione con potenziali accordi tra il produttore e le autorità nazionali.

Quindi meno plastica, indicazioni precise riguardanti il riciclo, ma anche nuove norme per etichettatura, dove si dovrà indicare l’impatto ambientale del prodotto, quindi i danni che si possono causare disperdendo il prodotto e in aggiunta bisognerà indicare anche le corrette procedure di smaltimento dei prodotti.

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Luca Quarato