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Stop alle Primule, Draghi prepara un nuovo piano nazionale dei vaccini

Stop alle Primule volute fortemente da Conte, Arcuri e lo scorso governo. Si pensa ora ad un nuovo piano vaccinale già annunciato dal nuovo premier Draghi nel suo discorso di ieri al Senato della Repubblica. Saranno convolte caserme, centri espositivi e qualsiasi altro spazio pubblico che possa garantire una capillare azione sul territorio. Nulla di nuovo se si pensa al programma tedesco per il quale l’impiego delle forze armate è avvenuto fin dai primi momenti. Le primule di Stefano Boeri sono ormai un ricordo, un fallimento preannunciato di una campagna forse troppo poco concreta.

Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate“; ha affermato Draghi nel suo discorso al Senato.

Il Maxiprogetto di Arcuri contava ben 3.000 primule sparse per tutte le Province italiane e in tutti i maggiori Comuni. Ognuna di esse avrebbe raggiunto la cifra di 400.000€, sfiorando cifre da capogiro. La prima criticità del progetto è affiorata quando molte Regioni si sono rifiutate di sedersi al tavolo per decidere a quali imprese toccasse la realizzazione. Il fatto che Draghi ha paragonato il piano vaccinale ai tamponi, apre le porte a tante diverse possibilità che attendono. Siamo davvero pronti ad un piano vaccinale alla tedesca?

linkiesta.it – Un esempio di padiglioni per vaccinazioni in germania

Stop alle primule, al via il piano alla tedesca

Il piano vaccinale tedesco prevede l’utilizzo di qualsiasi edificio pubblico disponibile e flessibile. Ogni polo fieristico del paese è stato trasformato in un centro vaccinazioni. Il cittadino deve compiere solamente 5 step differenti: check-in, briefing, vaccinazione, osservazione, check-out; il tutto eseguito in massimo 15 minuti. Ogni spazio è intervallato da una attesa, idonea per ospitare massimo 50 persone. Al termine l’osservazione, che dura qualche minuto, consente al cittadino di sostare in sicurezza e attendere il via libera. Sempre più vaccini sono pronti per l’approvazione, ora è il caso di uno nuovo di scoperta cubana. E’ il momento di affrettarci!

Lo Stop alle Primule avviene dopo mesi in cui si è speso tanto nella campagna vaccini, in cui è stato incluso anche il regista Giuseppe Tornatore per lo spot pubblicitario. “creare un’architettura che trasmettesse un segno di serenità e rigenerazione. Se il virus ci ha chiuso negli ospedali e nelle case, il vaccino ci riporterà finalmente a contatto con la vita sociale e con la natura che ci circonda. Vaccinarsi sarà dunque un passo di fiducia nel futuro, responsabilità civile e di amore verso gli altri“; commentava Boeri soltanto due mesi fa.

Il primo commento a caldo è che forse l’architettura, quando diventa troppo filosofica, rischia di essere autoreferenziale. Soprattutto in casi di estrema necessità come quello di un vaccino contro un pandemia, l’architetto deve essere al servizio del cittadino e ridurre le opere ad interventi estremamente funzionali che non siano voli pindarici che hanno come unico destino il capitombolo. L’dea era sicuramente buona ma sarebbe stata più adatta ad una campagna di sensibilizzazione su temi meno emergenziali.

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Marcello Raiano