Strutture

Grattacielo Intesa Sanpaolo, Francesca Suriano

Grattacielo Intesa Sanpaolo: un’eccellenza made in Italy

©Francesca Suriano

E’ stato inaugurato da pochi giorni, precisamente il 10 Aprile di quest’anno, il nuovo grattacielo Intesa Sanpaolo a Torino, che porta la firma di uno dei più grandi architetti del mondo, Renzo Piano. L’edificio è alto 166 metri, poco più basso della Mole Antonelliana. Una scelta non casuale, poiché il comune di Torino ha deciso da regolamento che, in segno di rispetto, questo grattacielo non dovesse superare il monumento simbolo di Torino.

Il grattacielo presenta 44 piani, di cui 38 fuori terra. Nei piani interrati sono presenti locali tecnici, depositi e parcheggi per auto. La restante parte della struttura è stata divisa sostanzialmente in tre parti fondamentali: dal primo al quinto piano è presente un auditorium “sospeso” a configurazione interna variabile, la parte centrale è destinata agli uffici, mentre negli ultimi tre piani è presente una serra bioclimatica, con annesse aree di ristoro. L’unica parte non accessibile al pubblico è la zona degli uffici.

Analizzando l’aspetto più tecnico, possiamo dire che l’edificio è stato realizzato in acciaio misto a calcestruzzo; in particolare la struttura portante è in acciaio, in aggiunta esiste un core (corpo) in calcestruzzo armato. Di fondamentale importanza sono le 6 “mega-colonne” in

©Francesca Suriano

acciaio, perimetrali alla costruzione che costituiscono la vera ossatura portante dell’edificio e alle quali è ancorata la struttura nel suo insieme. In particolare al piano settimo, esiste una struttura imponente di trasferimento, conosciuta più comunemente come transfer. Questo elemento ha due funzioni principali: la prima è quella di portare i carichi dei piani sovrastanti e scaricarli sulle mega-colonne, le quali a loro volta li trasferiscono alle fondazioni; la seconda funzione è quella di sorreggere anche il peso dell’auditorium, che di fatto, è sospeso. Questa soluzione innovativa, ha permesso di privare l’auditorium di strutture verticali portanti, in modo tale da aumentare lo spazio interno dello stesso migliorandone anche la funzionalità. L’auditorium in questione è più precisamente una sala polivalente da 364 posti che dotata di sedie a scomparsa, si può trasformare in poco tempo da sala concerto in sala conferenze.

Questa costruzione non rappresenta solo innovazioni strutturali, ma anche innovazioni dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Nelle facciate est e ovest, due vetrate distanti tra loco circa 2,5 metri costituiscono quello che si chiama “doppia pelle”. E’ una facciata attiva (tra le più grandi al mondo), in quanto presenta un sistema meccanizzato che regola l’apertura delle lamelle, in modo da garantire una buona ventilazione in estate, e un buon isolamento termico in inverno. La facciata meridionale è coperta da un campo fotovoltaico di circa 1.600 m2, e l’impianto di riscaldamento/raffreddamento, non fa uso di gas, ma di energia termica dell’acqua in falda. Ulteriori innovazioni sono date dal riutilizzo dell’acqua piovana che viene raccolta in speciali pozzetti per poi essere riutilizzata per irrigare le aree verdi. Il sistema di illuminazione interno regola l’intensità di luce in base alla quantità della sorgente naturale e in base alla presenza di persone.

Photogallery a cura di Francesca Suriano

Costruire edifici con la Stampa 3D: il futuro dell’edilizia?

Stampa 3D: questa nuova tipologia di macchinari capace di dar vita ad oggetti nelle tre dimensioni sta sempre più prendendo piede, dai prototipi agli oggetti riprodotti in scala fino a pezzi di ricambio e protesi mediche.

Novità stimolanti arrivano anche nel settore delle costruzioni edilizie attraverso il progetto di alcuni ricercatori della University of Southern California che sfrutta una tecnologia denominata Contour Crafting, creata dal professor Behrokh Khoshnevis. Fondamentalmente si tratta di “un aumento delle dimensioni della stampa 3D fino a quelle di un edificio”, afferma Khoshnevis. Quella realizzata dal professore è probabilmente la stampante 3D più grande del mondo che, una volta collegata a un computer, deposita una sopra l’altro strati di cemento e costruisce muri, solette e pavimenti, dunque è capace di costruire una vera e propria casa. La gigantesca stampante potrebbe essere trasportata e messa in opera da due soli specialisti poiché dopo aver posato i binari sui quali si muove la macchina e aver collegato il tutto al computer, il procedimento di stampa potrebbe proseguire in maniera autonoma.

Questa nuova tecnologia consente di ridurre notevolmente la quantità di rifiuti prodotti dal 30 al 60%, la manodopera necessaria dell’80% e i tempi di realizzazione dal 50 al 70%  , tutti fattori che incidono sul costo finale del manufatto. Inoltre la Stampa 3D permette di creare strutture, edifici e fabbricati, in maniera del tutto innovativa rispetto al passato spingendo verso un nuovo modo di pensare e progettare.

Attualmente non sono molti i progetti realizzati con l’utilizzo di stampanti 3D, ma il primato dell’edificio più alto del mondo realizzato con questa tecnologia è un palazzo di cinque piani nella zona di Suhzou realizzato dall’azienda cinese WinSun Decoration Design Engineering . La WinSun ha progressivamente realizzato tutte le parti del palazzo, elementi decorativi interni ed esterni compresi, e le varie parti sono poi state assemblate manualmente in loco, con procedure molto simili a quelle utilizzate per le costruzioni prefabbricate.

businessinsider.my

Un altro progetto degno di nota è quello dello studio di architettura olandese DUS Architects, che ad Amsterdam sta cercando di realizzare una casa sul canale interamente creata con la tecnica della stampa 3D, la cui facciata ricorda quelle tradizionali olandesi. La costruzione, cominciata nel 2014, sarà realizzata in tre anni e avrà tredici stanze. I pezzi saranno realizzati sul posto dalla Kamer Maker, una grande stampante 3D costruita appositamente per questo progetto in grado di stampare oggetti grandi fino a 2,2 x 2,2 x 3,5 metri.

Nonostante la Stampa 3D abbia aperto nuove visuali e stimolato l’interesse e la fantasia dei progettisti, nel campo dell’architettura stenta ancora a decollare. Rimangono i dubbi sulla resistenza agli eventi atmosferici e sulla durata nel tempo di questo tipo di fabbricati, sono presenti ancora limiti che vincolano le dimensioni delle costruzioni possibili, inoltre anche se ci sono vari progetti di tipo dimostrativo in atto, nessuno è ancora riuscito ad andare oltre, creando un’intera struttura che possa effettivamente essere abitata o utilizzata. Se la stampa 3D sarà il futuro dell’edilizia non è ancora una certezza, ma una grande sfida.

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Rotating Tower: il grattacielo che cambia la sua forma nel tempo

Rotating Tower è il grattacielo che rivoluzionerà l’architettura, proiettandola verso la quarta dimensione: il tempo. Esso sarà in grado di ruotare su se stesso a 360 gradi in un periodo di soli 90 minuti.

La torre rotante è stata progettata dall’architetto italiano di origini israeliane David Fisher che ha concentrato l’attività professionale in un’architettura dinamica e mutevole che permetta di orientare il proprio spazio secondo i momenti della giornata, in relazione alle stagioni, o semplicemente al proprio piacere, segnando la vera novità progettuale e la sua originalità.

Il primo grattacielo dinamico sarà realizzato a Dubai, ma è in fase di progettazione  anche quello di Mosca. La torre rotante di Dubai sarà alta 420 metri e avrà 80 piani così divisi:

  • Primi 20 piani: uffici
  • Successivi 15 piani: albergo a sei stelle
  • Successivi 35 piani: appartamenti di lusso
  • Ultimi 10 piani: “ville”.

Gli appartamenti partiranno da una superficie minima di 124 mq fino alle ville di 1200 mq. Inoltre dal piano terreno partirà un apposito ascensore, dotato di sistema compiuterizzato a comando oculare,che porterà le auto direttamente al piano di ogni villa, per essere lì parcheggiate.

 

La Rotating Tower presenta innovazioni sotto molti aspetti. Esso è il primo edificio ad essere completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Il grattacielo potrà ospitare 79 turbine eoliche posizionate orizzontalmente tra i piani in modo da ridurre notevolmente l’impatto negativo sull’ ambiente che hanno le tradizionali turbine verticali a causa della loro imponenza. Cellule fotovoltaiche saranno inoltre installate sul tetto di ogni piano ruotante per una superficie pari al 20% di ogni tetto. Secondo le stime, il grattacielo potrà produrre in un anno 190 milioni di Kilowatt di energia, per un guadagno di 7 milioni di euro.

Dynamic tower sarà il primo grattacielo prefabbricato, infatti ciascun piano sarà realizzato in Italia e poi trasportato e assemblato a Dubai. Le unità saranno completamente finite in fabbrica e dotate di tutte le condutture idrauliche ed elettriche, di bagni, cucine ed elementi d’arredo. Queste cellule prefabbricate verranno agganciate sul posto ad un tronco centrale fisso in calcestruzzo, consentendo di realizzare un intero edificio in tempi molto brevi. Basti pensare che l’assemblaggio dei 48 moduli di cui è composto ogni piano avverrà in circa 7 giorni per ogni livello. La prefabbricazione inoltre adduce numerosi vantaggi riducendo tempi e costi di costruzione e garantendo un alto livello tecnologico e alta qualità delle finiture.

Secondo l’Architetto David Fisher la Rotating Tower, “forgiata dalla vita, progettata dal tempo, deve essere considerata l’inizio di una nuova Era dell’architettura”.

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Science Hill,Close-up Engineering, Credits: domusweb.it

Le Colline della Scienza a Komatsu: tra architettura e paesaggio

Il Museo della Scienza, disegnato da  Mari Ito/ UAO, sorge sul sito di un ex fabbrica a Komatsu, una città giapponese sviluppatasi come centro di produzione industriale, da cui nasce la volontà di sottolineare lo spirito dell’industria, invogliando i bambini e tutti i visitatori all’interesse verso le scienze applicate a questo settore.

Il complesso museale si compone di un teatro 3D a cupola, contenuto all’interno della collina artificiale nell’angolo nord-ovest, un centro di apprendimento scientifico, un centro di promozione industriale locale e un centro di incubazione.

I tetti delle Colline della Scienza di Komatsu, sono costituiti da quattro onde verdi che definiscono dolci colline su cui i visitatori possono passeggiare liberamente.

Obiettivo dei progettisti era infatti, quello di integrare architettura e paesaggio, definendo un edificio che potesse diventare anche un parco pubblico per la città. Questo è un notevole esempio di come l’architettura possa restituire all’uomo lo spazio verde sottratto attraverso l’edificazione.

I tetti verdi, oltre a definire spazi di elevata estetica sono estremamente funzionali. La presenza del manto vegetale influisce sul microclima del tetto riducendo la temperatura dello stesso durante il giorno in estate, e comportando una minore dispersione termica durante l’inverno. Inoltre il tetto verde consente di ridurre l’inquinamento acustico poiché il substrato di coltura costituisce una barriera alla propagazione delle onde sonore provenienti dall’esterno.

Il complesso è realizzato in gran parte in cemento armato a vista esternamente e internamente. L’utilizzo di questo materiale consente di definire la geometria curva del tetto che permette di convogliare l’acqua piovana in un serbatoio per l’impianto di irrigazione.

Di notte, lo spazio si trasforma in uno spettacolo di luci, attraverso centinaia di LED dotati di sensori che rilevano il vento e cambiano orientamento a seconda della sua direzione.

“L’intero edificio ha l’intenzione di essere in armonia con la scienza e di incoraggiare le varie scoperte scientifiche del visitatore nella pratica”, dice l’architetto Mari Ito.

Architetti: Mari Ito, UAO
Località: Komatsu, Ishikawa, Giappone
Area costruita: 6153 mq
Completamento: 2013
Fotografie: Daici Ano

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City of Dreams Hotel Tower, Close-up Engineering

City of Dreams Hotel Tower di Zaha Hadid

City of Dreams Hotel Tower a Macao, Cina, è il nuovo progetto di Zaha Hadid Architects, sviluppato da Melco Crown Entertainment, società proprietaria di casinò e servizi d’intrattenimento per resort in Asia.

L’edificio è un volume monolitico  di 40 piani e una superficie di 150 000 metri quadri che ospiterà circa 780 camere, suite e attici e sarà dotato di sale riunioni, casinò, ristoranti spa e una piscina panoramica.

La nuova Torre di Macao assume la forma di un solido plastico con vuoti scavati nella parte centrale e il suo design progettuale caratterizza la facciata con estrema dinamicità: la struttura portante esterna diventa un “esoscheletro” che avvolge l’intero edificio e definisce la sua composizione formale.

I lavori di costruzione sono cominciati nel 2013 e si concluderanno nel 2017.

 Header image credits: tasc.it
The Palm Jumeirah

The Universe: le palme artificiali di Dubai

Oggi parleremo di uno dei progetti più ambiziosi della storia dell’umanità: visto la scarsa quantità di coste di Dubai, un sistema per aumentare le coste, ovvero creare delle isole artificiali di grandi dimensioni (il più frastagliate possibili, ecco quindi la forma a palme) su cui costruire abitazioni.

Palma Jumeirah consiste di un tronco e di una chioma con 17 rami, racchiusi da una mezzaluna che costituisce un frangiflutti lungo 11 km. L’isola è lunga 5 km lungo l’asse e 5 km in trasversale. Consentirà di incrementare di 56 km lo sviluppo costiero di Dubai.

Palm Jumeirah è quindi un’isola artificiale completamente creata dall’uomo dall’originale forma di palma. Per la costruzione sono stati impiegati 7 milioni di metri cubi di roccia e 94 milioni di metri cubi di sabbia, che veniva prelevata dal fondo marino e sovrapposta ad un basamento di roccia appena creato. In realtà tale processo di costruzione non è semplice ed ha portato non pochi problemi in fase realizzativa, uno dei quali è stato quello di compattare la sabbia in modo che l’isola non collassasse su se stessa liquefacendosi in breve tempo.L’isola collegata alla terraferma da un ponte di 300 metri e da un tunnel sottomarino.

Nonostante tutte le difficoltà del progetto lo scorso ottobre l’isola è divenuta la più grande isola artificiale mai costruita dall’uomo, in attesa di essere superata dagli altri progetti faraonici di Dubai previsti per i prossimi anni.

La prima fase del progetto ha previsto la creazione di 4,000 alloggi tra ville e appartamenti: 1,400 ville sono situate su 11 rami dell’isola e circa 2,500 appartamenti sono distribuiti su 20 edifici lungo il lato orientale del tronco.

Quest’isola rappresenta il primo passo dell’ambizioso progetto che vede entro il 2015 il completamento di altre due isole ancora più imponenti (Palm Jebel Ali, Palm Deira), di un arcipelago di isole a forma di planisfero (The World), di un altro arcipelago chiamato The Universe, e del complesso di isole e canali più grande al mondo (Dubai Waterfront).

 


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