Con l’economia ferma in gran parte del mondo, sono tante le aziende che si sono convertite alla produzione di mascherine e strumentazione medica, mettendo a disposizione le loro conoscenze e la loro strumentazione per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Un gesto unico ma quantomai necessario, in un momento in cui i dispositivi di protezione sono diventati un bene indispensabile per tutti. Dalla conversione del reparto selleria della Lamborghini, alle valvole Ferrari per respiratori polmonari, passando per Nike e diverse firme della moda, ora anche gli studi di architettura hanno iniziato a produrre mascherine e dispositivi di protezione.
Negli Stati Uniti gli studi KPF, Handel Architects e il famoso studio BIG dell’architetto danese Bjarke Ingels hanno iniziato a collaborare nell’ambito di un progetto open source per la produzione di visiere protettive. Tutti questi dispositivi si basano sul modello ideato da Erik Cederberg della società svedese di stampa 3D 3DVerkstan. Essendo un progetto open source, il prototipo è a disposizione di chiunque voglia migliorarlo o riprodurlo.
Il design di questi dispositivi è semplice e minimale. Ogni visiera è costituita da un foglio di plastica semi rigida trasparente tagliato al laser e da una fascia stampata in 3D che si adatta alla fronte di chi lo indossa. Il collegamento tra questi due elementi avviene tramite dei semplici fori realizzati con punzonatori standard facilmente reperibili ovunque. Gli architetti di BIG hanno modificato il design originale rimuovendo del materiale pieno dalla visiera nella parte a contatto con la fronte. Al suo posto sono state inserite tre braccia di supporto che assolvono la stessa funzione ma che ottimizzano il processo di stampa, che così è tre volte più veloce.
Oltre a quelli già citati, sono diversi gli studi di architettura che realizzano questi dispositivi di protezione: Grimshaw, Terreform One, Kohn Pedersen Fox (KPF), Weiss Manfredi e Brooks + Scarpa.
L’intera filiera è coordinata dalla facoltà di Architettura, Arte e Pianificazione (AAP) e dalla facoltà di Ingegneria della Cornell University di Ithaca. Nei giorni scorsi sono state consegnate le prime centinaia di visiere direttamente al Weill Cornell Medicine di New York, dove vengono poi sanificate e distribuite a medici, infermieri e operatori sanitari. I dispositivi di protezione realizzati dagli studi di architettura sono testati e verificati proprio dalla scuola medica di Cornell, che ha stimato la necessità di 20.000-50.000 visiere protettive al giorno nella sola città di New York.
Anche il famoso studio di architettura Foster + Partners è sceso in campo per aiutare la lotta contro il Covid-19 con un prototipo interamente ideato da loro. E anche in questo caso si tratta di una visiera riutilizzabile, veloce da realizzare e disponibile per chiunque abbia a disposizione la strumentazione adatta. Il dispositivo è progettato da un team di designer industriali, modellisti, architetti e analisti ed è composto da tre componenti. Una visiera trasparente in PETG spessa appena 0,5 mm, un archetto in polipropilene e un cinturino chirurgico in gomma siliconica che lega i due componenti.
Le visiere e gli archetti sono tagliati tramite taglierini digitali in meno di 30 secondi ciascuno. L’intero dispositivo di protezione è assemblabile in circa un minuto e mezzo. Con una sola macchina da taglio è possibile realizzare circa 1.000 visiere in un giorno. Ogni visiera può essere facilmente smontata, pulita, sterilizzata e riutilizzata. Per il momento i dispositivi realizzati da Foster + Partners sono stati consegnati a diversi ospedali di Londra per essere testati. Il prossimo passo è quello di vedersi approvare il progetto e partire con la produzione in serie il prima possibile.