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TARI, fino ad oggi ti hanno solo svelato | Hai pagato più del dovuto senza saperlo: ora puoi riavere il maltolto in 2 secondi

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La tassa sulla TARI spesso è calcolata male (depositphotos.com) - www.buildingcue.it

Tra le imposte che gravano maggiormente sui consumatori, quella della TARI spesso è calcolata erroneamente. Come avere indietro i soldi.

Le imposte locali rappresentano una spesa sostanziale per le famiglie italiane; pertanto, comprendere le modalità per ottenere eventuali rimborsi è di fondamentale importanza per coloro che desiderano risparmiare.

Recentemente, sono emerse nuove opportunità per recuperare somme versate in eccesso, in particolare in relazione alla TARI, l’imposta sui rifiuti che incide particolarmente nei bilanci dei cittadini.

Negli ultimi anni, sono state infatti riscontrate diverse irregolarità nella determinazione della TARI, con numerosi contribuenti che hanno versato importi superiori a quelli effettivamente dovuti.

Informarsi riguardo ai criteri di ammissibilità e sulle corrette procedure per richiedere il rimborso può risultare cruciale, consentendo di recuperare somme anche per gli anni passati.

La sentenza di riferimento

Il problema è emerso in maniera significativa a seguito della sentenza n. 983/2022 del Consiglio di Stato, la quale ha fornito chiarimenti riguardo l’applicazione corretta della quota variabile della tassa. Tale pronuncia ha rappresentato un punto di riferimento essenziale per coloro che desiderano richiedere un rimborso per gli importi versati in eccedenza, stabilendo che la quota variabile debba essere calcolata una sola volta per l’intero nucleo familiare, e non per ogni pertinenza, quali garage, cantine o soffitte.

Per avviare la procedura di rimborso, il primo passo consiste nella verifica della correttezza delle bollette TARI ricevute. In numerosi casi, i Comuni hanno applicato in modo improprio la quota variabile su ciascuna pertinenza dell’immobile, gonfiando così l’importo totale da versare. Grazie alla citata sentenza, ora è possibile contestare tali calcoli errati e iniziare la procedura di rimborso. Pertanto, l’analisi delle bollette pregresse risulta fondamentale, poiché consente di identificare gli anni in cui si sono verificati tali errori.

Photo of a waste basket full of money - some bills are just dropped in the basket.
La sentenza che sancisce i diritti dei cittadini (depositphotos.com) – www.buildingcue.it

Come procedere

Una volta determinata la presenza dell’errore, è necessario inoltrare una richiesta formale all’Ufficio Tributi del Comune di residenza. La domanda deve essere redatta in forma scritta, includendo tutte le informazioni pertinenti: i dati personali del richiedente, i dettagli delle bollette contestate e una spiegazione chiara delle ragioni alla base della richiesta di rimborso. È opportuno allegare le copie delle bollette in questione, unitamente a un documento di identità valido. Molti Comuni consentono anche l’invio della richiesta tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), facilitando così il processo e permettendo di tracciare la comunicazione.

Il Comune, ricevuta la richiesta, è tenuto a esaminare la documentazione e a fornire una risposta entro un termine massimo di 90 giorni. Qualora la richiesta venga accolta, il rimborso sarà erogato direttamente al contribuente, generalmente tramite bonifico bancario. Tuttavia, in determinati casi, il Comune potrebbe risultare inadempiente, richiedendo ulteriori azioni da parte del cittadino.