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Tecnici registi, video asseverazioni Superbonus è ancora scontro

La società Londinese di consulenza Deloitte, tra le cosiddette big four, insiste con la già ormai nota imposizione ai tecnici di produrre un video/filmato che presenti, illustri e descriva l’opera di cui si siano eseguiti i lavori. Il tutto ovviamente in più rispetto alla normale asseverazione.

“Non siamo dei youtuber” è il grido dei professionisti che sollevano non poche perplessità nei riguardi di questa folle richiesta effettuata dalla società. Nel mezzo dell’iter già farraginoso per poter accedere al Superbonus 110%, questa ulteriore richiesta; per la gestione dei finanziamenti sembra necessario da parte delle banche per avere ulteriore controllo e gestione dei cantieri di cui si è diretti acquirenti dei crediti d’imposta dello Stato.

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RPT, video asseverazioni da diffida

Una voce unitaria che rappresenta migliaia di tecnici si è fatta sentire, RPT, la rete Professioni Tecniche si fa carico delle istanze del malcontento dei professionisti che si sono ritrovati in una questione difficile quanto assurda. RPT ha inviato una diffida alla società Deloitte, la quale società di consulenza non ha nemmeno risposto all’offensiva. Nel mezzo anche le banche affidatarie di incarichi alla Deloitte si trovano immischiati nella questione; anch’esse sono state informate con una nota in cui si evidenziano le problematiche giuridiche, le violazioni di legge calate dall’alto da un ente privato che specula e non fa nessun interesse che non sia legato ai suoi guadagni miliardari.

La RPT ritiene illegittime e vessatorie le richieste della società; inoltre sono lesive e oltraggiose per la dignità del professionista incaricato. Le attività richiesta non rientrano tra le competenze e mansioni professionali; ne tantomeno sono richieste e rientrano tra gli impegni stipulati per la redazione delle pratiche.

Le prestazioni professionali potrebbero in questo senso andare anche in contrasto con le norme deontologiche anche del rispetto del segreto professionale; non da meno la possibile violazione della privacy dello stesso professionista, del committente, dell’impresa, di tutti i lavoratori impegnati dipendenti della stessa ditta. Anche l’esposizione al rischio del trattamento improprio dei dati sensibili sui sistemi di sicurezza delle abitazioni, con tutte le possibili esposizioni su piattaforme oramai facilmente accessibili informaticamente.

La legge dell’equo compenso non consente la dura imposizione di attività che violino gli spazi ed i tempi del professionista. Il tutto sembra anche in contrasto. La società Deloitte sembra anche essere in una palese posizione di forza e comando contrattuale; le banche ovviamente devo stare al gioco in questa situazione. Si pensa che questa fase di “ricatto” da parte di Deloitte possa essere anche oggetto di segnalazione  e discussione da parte dell’Autorità Antitrust.

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Inutili e superflui adempimenti

Il tecnico asseveratore secondo il codice deontologico non è tenuto a mostrare in video la sua persona; ne tantomeno rivelare le sue generalità, per garantire la veridicità di un’asseverazione. L’inutilità di questi ulteriori passaggi rende il processo ancor più macchinoso e prolisso. L’asseverazione in se garantisce la tutela degli interessi dello Stato, quindi il professionista tecnico iscritto all’albo garantisce la sua professionalità e competenza già soltanto dal fatto rilevante di essere regolarmente iscritto all’albo; l’attestazione è legata come ben sappiamo al superamento di esami di laurea e di Stato; mancanza di condanne penali e provvedimenti disciplinari; avere un’assicurazione personale e duna formazione.

Le responsabilità penali dei tecnici pesano nel caso in cui vengano violate norme di qualsiasi genere, con conseguenti sanzioni penali e deontologiche. Secondo un’indagine dell’ Agenzia delle Entrate, le frodi nei casi in cui è previsto obbligo di asseverazione presentata dai professionisti, hanno percentuali molto basse. Questo corrobora l’immotivata pretesa da parte di Deloitte per questi adempimenti. Come se non bastasse ad aggiungere ulteriore burocrazia al processo; inevitabilmente si creeranno ulteriori ritardi e complicazioni in merito alle cessioni del credito. Il tutto pesa gravosamente e getta ancor più le migliaia di imprese e professionisti nello sconforto; non solo ma anche cittadini e condomini ne pagano le conseguenze fermando inevitabilmente allo stesso tempo tutta la macchina dell’intero sistema Paese.