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Il tema più caldo del nuovo governo: la crisi energetica

In parlamento i seggi ottenuti dal centro destra sono molto rassicuranti in vista di una fiducia; sono schiaccianti e per questo il nuovo governo gode di una certa sicurezza e stabilità per muoversi agilmente tre i vari dossier impellenti.

A guidare l’agenda sarà sicuramente la crisi energetica, prima vera sfida da affrontare. Dopo più di 10 anni di governi rattoppati e incollati con la colla vinilica finalmente il Popolo Italiano ha deciso a chi affidare le sorti del paese. Sarà Giorgia Meloni il nuovo primo ministro italiano? Se così fosse, raccoglierebbe il testimone di Mario Draghi, pesante, bollente come non mai ma ambizioso e carico di sfide che sicuramente porteranno l’Italia verso una nuova fase; una nuova stagione sperando sia florida e fuori da ogni pantano nazionale ed internazionale.

Energia, le prime misure da prendere

Alcuni urgenti interventi sono già pronti sul tavolo del governo Meloni: caro bollette, crisi energetica, legge Fornero, cuneo fiscale e non ultimo gli obiettivi incalzanti del PNRR. Osservando il panorama da cui partire, di certo non sembra una passeggiata di salute. La guerra in atto, la situazione geo-politica fragile e movimenti internazionali delicati consentono un raggio di manovra stretto e segnato. Parola chiave è Nazione; la nostra Nazione ha il compito da ora in poi di essere autosufficiente ed in grado di poter prodursi l’energia da sola. L’ aumento della produzione dell’energia rinnovabile un primo passo da compiere; diversificare  gli approvvigionamenti, realizzare incrementando il numero di pozzi di gas naturale; ampliare l’ottica di utilizzo sostenibile delle fonti; tutto questo è possibile soltanto se la volontà prevalga sopra gli interessi extra nazionali.

crisi energetica

Legge di bilancio e nuovo decreto energia

Non c’è tempo per i festeggiamenti e per i proclami, il nuovo esecutivo ha già una grossa mole di lavoro da smaltire sulla scrivania. Primo su tutti Il Nadef, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, passaggio molto delicato ma importantissimo. Il governo Draghi completerà solo il quadro, il nuovo governo farà tutto il resto. Altra gatta da pelare la nuova Legge di bilancio. Adesso concretamente si può mettere mano, la data di scadenza è il 20 ottobre, molto presumibilmente rimandata a successivi decreti e a nuovo Governo insediato. Un evento storico, per la prima volta nella storia repubblicana, il passaggio di consegna a Palazzo Chigi tra il Governo uscente e quello nuovo avverrà nel mezzo della sessione di bilancio. Tra latro in una fase economico-finanziaria molto molto delicata.

PNNR ed il nuovo governo

Sin dai proclami e promesse elettorali il centro destra era chiaramente orientato verso una rimodulazione del PNRR, alcune modifiche da attuare ed incrementando gli investimenti energetici. I due piani da rispettare hanno delle formule ben precise.

Rispettare gli step previsti per fine dicembre e dare continuità all’azione del governo Draghi. Gli obiettivi da raggiungere sono i  55 punti con scadenza entro il  31 dicembre. Importante traguardo provvisorio che vale altri 21,8 miliardi. Altra strada è puntare  su un capitolo aggiuntivo “Repower Eu” , chiedere risorse aggiuntive per ulteriori investimenti energetici e misure di incremento a favore del tema “energia”

Fondi Ue e decreto Aiuti Ter

Il Decreto Aiuti Ter, che prevede 14 miliardi di investimenti, è entrato in vigore qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale; pieno sostegno alle imprese che riversano in gravi difficoltà dovuta soprattutto alla crisi energetica e sostegno alle famiglie che hanno visto impennare la spesa totale annua di gran lunga, dato gli aumenti, l’inflazione ed il caro energia.

PNRR e crisi energetica

La data utile è il 31 dicembre, gli obiettivi totali da raggiungere sono 55; insomma non proprio un inizio facile per il nuovo esecutivo.

Per ottenere la terza tranche del fondo è necessario e vitale rispettare tutte le scadenze; si tratta di un gruzzoletto di circa 21,8 milioni di euro. La prassi e i giri di palazzo per l’insediamento del nuovo governo inevitabilmente freneranno le operazioni ma non dovranno distrarre troppo dalle impellenti scadenze europee necessarie per l’ottenimento dei fondi.

In questo Giorgia Meloni o chicchessia il nuovo premier,  dovrà completare l’attuazione della Legge sulla concorrenza (con il nodo dei balneari), che è uno degli obiettivi stringenti e pungenti del PNRR per la fine dell’anno.

I tre punti cardine del nuovo programma “energia” sono abbastanza limpidi e palesi. 

Il primo riguarda il tetto al prezzo del gas; il disaccoppiamento dei prezzi e quindi non più la comparazione al prezzo guida del gas; l’incremento delle estrazioni di gas sul suolo nazionale. Per quanto riguarda l’introduzione del tetto al gas si lavora per conciliare tutti i paesi europei verso un’unica voce comune. Il nuovo Governo ha l’onere e l’onore di poter risollevare le sorti della Nazione, uniti, forti e compatti verso un cambiamento che sia possibile soltanto attraverso punti saldi e fermi di un programma serio e volto alla rinascita, come un’araba fenice risorge dalle ceneri e spicca il suo volo. Simbolo di resilienza e forza