Termosifoni, questo inverno non farti fregare | Con il trucco dei furbetti dimezzi la bolletta: staccano questo pezzo anche se è illegale
Contatori del calore: l’ultima frontiera del risparmio sulle bollette, ma attenzione ai furbetti che hanno già pensato a come imbrogliare.
Con l’aumento dei costi e la corsa al risparmio, non c’è da stupirsi se qualcuno inizia a ingegnarsi. E quando dico “ingegnarsi“, intendo davvero che se le inventano tutte. La bolletta, ormai, è diventata una voce di spesa che spaventa quasi tutti, e trovare qualche trucco per tagliare i costi non è esattamente fuori moda.
Tra i vari modi, uno di quelli più inaspettati riguarda i caloriferi, quelli che, specialmente nei condomini, possono essere un vero grattacapo da gestire economicamente parlando. L’obiettivo? Pagare meno, ovviamente, possibilmente senza dover rinunciare al calore d’inverno.
Parlando di riscaldamento, ci sono famiglie che provano di tutto: riducono le ore di utilizzo, abbassano la temperatura, indossano pile e coperte in casa. Ma anche con tutte queste attenzioni, chi ha un riscaldamento centralizzato si trova spesso a pagare cifre che non sempre riflettono il consumo reale. Per fortuna, ci sono strumenti che possono fare al caso nostro per una gestione più trasparente. Uno di questi è il famoso “contacalorie“. In pratica, si tratta di un piccolo dispositivo che misura quanta energia viene consumata effettivamente da ogni termosifone. Geniale, no?
Semplice e utile, questo contatore di calore fa risparmiare chi usa poco riscaldamento, mentre chi si scalda di più paga di più, come è giusto che sia. Questa tecnologia viene spesso utilizzata nei condomini, dove il sistema è centralizzato e serve un modo equo per dividere i costi. Si è persino arrivati a imporne l’uso tramite una legge specifica. Ora, a dire il vero, l’idea di questo dispositivo è più che valida, soprattutto quando pensiamo a quanto può essere fastidioso, ogni inverno, dover discutere di chi consuma cosa e quanto.
Il contacalorie: ecco come funziona
Ma insomma, come funziona questo contacalorie? Beh, in sostanza si tratta di una specie di piccolo misuratore con sensori interni, che riesce a rilevare quanto calore viene emesso dai termosifoni e manda questi dati a una centralina. Poi, a fare i conti finali ci pensa una ditta specializzata, che raccoglie tutte le letture e manda i dati al condominio. In questo modo, chi consuma di più paga di più, e chi consuma meno… indovinate? Paga di meno! Semplice e perfetto… o quasi. Perché, come sempre, c’è chi cerca il modo per aggirare il sistema, a volte disconnettendo addirittura il contatore.
Ovviamente, togliere il contatore è tutt’altro che una buona idea. In effetti, per quelli che ci provano ci sono dei rischi non indifferenti, soprattutto perché non pagare i propri consumi vuol dire, inevitabilmente, far pagare agli altri una quota maggiore di spese. Non proprio una genialata, se vogliamo dirla tutta.
I furbetti dei caloriferi e le conseguenze (legali) del trucco
Chi però decide di scollegare o manomettere il contatore non se la cava a buon mercato. Secondo l’avvocato Marcello Bana, chi rimuove il dispositivo rischia davvero grosso. Se il contatore viene tolto, diventa impossibile sapere i consumi reali, e le spese vanno a carico del condominio, calcolate magari in base agli anni precedenti. Ma in casi estremi si può arrivare anche all’accusa di furto di energia – un reato vero e proprio – con pene che possono toccare fino a tre anni di carcere e multe non da poco.
E non finisce qui. Se il dispositivo venisse danneggiato apposta, le cose peggiorano: si rischia infatti un aggravamento della pena, con anni di carcere che raddoppiano. Insomma, un conto è risparmiare, ma mettersi nei guai per non pagare qualche euro in più di riscaldamento… ne vale davvero la pena? Anche perché, in molti condomini, basta una denuncia dell’amministratore per far partire un’indagine, e i controlli, una volta partiti, sono molto accurati.