Termosifoni, slitta ancora il giorno della loro accensione | L’obbligo per tutti è di tenere ancora più basse le temperature interne e per massimo 11 ore
Il giorno dell’accensione dei termosifoni tarda ad arrivare. Non si sa ancora quando sarà, ma bisogna tenere le temperature basse.
L’accensione dei termosifoni è una pratica regolata da norme locali che tiene conto delle condizioni climatiche, del risparmio energetico e della sicurezza. In Italia, ad esempio, la legge divide il territorio in zone climatiche, stabilendo periodi e orari specifici in cui è consentito accendere i termosifoni.
I termosifoni, introdotti nel XIX secolo durante la Rivoluzione Industriale, hanno permesso di riscaldare gli edifici in modo più efficace rispetto ai caminetti. Il sistema si basa su una circolazione continua di acqua riscaldata, che passa attraverso radiatori disposti negli ambienti domestici.
Dal punto di vista scientifico, il riscaldamento tramite termosifoni sfrutta le proprietà termodinamiche dell’acqua, un eccellente mezzo per il trasporto di calore.
Negli ultimi anni, le innovazioni hanno introdotto termosifoni programmabili e connessi a sistemi di domotica, consentendo una gestione più precisa del riscaldamento e una riduzione degli sprechi.
Nuove regole sull’accensione del riscaldamento
Nel 2024, è stato deciso un rinvio nell’accensione dei sistemi di riscaldamento, che tradizionalmente iniziava all’inizio di novembre. Quest’anno, la data di avvio è stata posticipata, in linea con l’andamento climatico delle stagioni recenti, segnate da temperature più miti rispetto alla media storica. Il differenziale si inserisce anche in un quadro di politiche energetiche che mirano a promuovere il risparmio energetico e a ridurre le emissioni, in sintonia con le normative che regolano l’uso delle risorse in contesti urbani e residenziali.
Per questa stagione, il regolamento stabilisce precise limitazioni: i dispositivi di riscaldamento potranno essere accessibili solo per un numero ridotto di ore rispetto agli anni precedenti e con temperature interne controllate. Gli impianti saranno utilizzabili per un massimo di 11 ore giornaliere e dovranno rispettare soglie di temperatura predeterminate, pari a 19°C negli ambienti residenziali ea 17°C per i luoghi pubblici, con una tolleranza di 2°C per specifiche esigenze.
Eccezioni ed obiettivi
È importante notare che alcuni edifici di interesse pubblico, come ospedali, scuole e centri per servizi essenziali, non rientrano nelle nuove limitazioni di orario e temperatura. Questa deroga è stata prevista per mantenere ambienti sicuri e adeguati per la salute e il benessere di chi li frequenta. In aggiunta, alcuni sedi speciali, come le strutture diplomatiche o impianti industriali particolarmente sensibili alle condizioni interne, possono ottenere specifiche esenzioni per esigenze operative, garantendo la continuità dei loro servizi.
Queste misure si inseriscono in un piano strategico di transizione ecologica che ambisce a ridurre le emissioni di CO₂ e a migliorare l’efficienza energetica della città. L’implementazione di impianti di riscaldamento più sostenibili, l’elettrificazione e la riqualificazione delle strutture pubbliche sono passi cruciali per centrare l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2030. Questa regolamentazione specifica è attualmente in vigore per la città di Roma, una delle aree selezionate per la Missione Europea “100 Carbon-neutral and smart city by 2030”, impegnata a diventare un modello urbano sostenibile.