Testo Unico Edilizia, il Consiglio di Stato ha sentenziato | Non è possibile farlo, nemmeno in sanatoria: ecco i rischi
Sanatoria possibile solo se non c’è un aumento o una riduzione della superficie calpestabile: la risoluzione del Consiglio di Stato.
Il cambio di destinazione d’uso di un immobile è una procedura complessa e regolata da una fitta rete di norme. Quando si decide di trasformare un immobile da una funzione in una commerciale o produttiva, è necessario rispettare determinati vincoli.
Il proprietario deve ottenere specifiche autorizzazioni da parte degli enti competenti prima di procedere con i lavori. Tra gli strumenti principali utilizzati vi sono la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e il permesso di costruire in sanatoria. La prima è necessaria per avviare o modificare un’attività commerciale, mentre il secondo serve a regolarizzare eventuali irregolarità commesse durante lavori precedenti.
Le autorità locali cercano di assicurare la gestione sostenibile del territorio, così si evita un uso indiscriminato o abusivo degli spazi. Per questo non è detto che l’autorità proceda al rilascio delle autorizzazioni, soprattutto se trova irregolarità.
I cambiamenti strutturali che incidono sulla superficie utile, anche se non modificano il volume complessivo dell’immobile, possono avere conseguenze significative, e non sempre è possibile sanare queste modifiche a posteriori.
La SCIA e il cambio di destinazione d’uso
Quando si presenta una SCIA, l’obiettivo è quello di garantire che tutte le modifiche effettuate su un immobile siano conformi alle normative vigenti. La trasformazione di una cantina o di un magazzino in un bar o un tabacchi richiede una verifica attenta di compatibilità con le norme edilizie, ma anche paesaggistiche se l’area è soggetta a vincolo.
Per sanare un cambio di destinazione d’uso effettuato senza le dovute autorizzazioni, è possibile richiedere un permesso di costruire in sanatoria, purché le modifiche siano giudicate conformi e compatibili.
La sentenza e il concetto di superficie utile
Il Consiglio di Stato ha ribaltato una sentenza di primo grado, che riguardava il cambio di destinazione d’uso di un immobile, diventato un bar tabacchi. Il punto centrale riguarda l’interpretazione della superficie utile.
Nonostante il mutamento di destinazione d’uso da deposito a bar-tabacchi non avesse comportato modifiche volumetriche, è stato considerato che la trasformazione ha creato un incremento della superficie utile. Il cambiamento avrebbe richiesto un’autorizzazione paesaggistica che non è stata richiesta e non può essere sanata a posteriori. La mancanza di questo documento ha comportato dei problemi per il rilascio della sanatoria. Per questo è importante affidarsi a dei professionisti e tenere traccia di tutti i cambiamenti effettuati nelle proprietà.