Architettura

The Moon Village, il progetto per costruire sulla luna

La notizia del 20 Luglio 1969, quando Neil Armstrong diventò il primo uomo a camminare sulla luna, è entrata dirompente a far parte della storia della nostra evoluzione. Da quel momento, questa evoluzione in termini tecnologici, di innovazione e di esplorazione spaziale è stata costante. Secondo il direttore dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Johann-Dietrich Wörner, la chiave vincente per dare un’accelerata sarebbe quella di creare una collaborazione comune tra le nazioni. Infatti, l’obiettivo dell’ESA è quello di realizzare nei prossimi anni un villaggio lunare aperto a tutte le agenzie spaziali internazionali: il Moon Village.

Nel 2015, in una conferenza dell’ESA, le sue parole colpirono per la profondità del suo messaggio: “Per Moon Village non intendiamo uno sviluppo pianificato di case, negozi e un centro città, ma una comunità creata dove i vari gruppi introducono le loro forze senza verificare ogni singolo dettaglio, ma semplicemente unendo le loro visioni in una comune e condividendo interessi e capacità”. Il villaggio lunare rappresenta, perciò, un luogo in cui svolgere diverse attività con questo ideale di comunità internazionale: attività astronautiche e robotiche, attività tecnologiche e scientifiche e attività turistiche.

I primi rendering di SOM per il Moon Village

Nel 2019 Skidmore, Owings & Merrill (SOM), tra le più importanti firme di architettura, ingegneria, design ed urbanistica al mondo, in collaborazione con la NASA, l’ESA e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha realizzato, concettualmente, i primi rendering del sogno ideologico di comunità lanciato qualche anno prima da Johann-Dietrich Wörner. In gergo tecnico questa fase progettuale è chiamata “conceptual design” e rappresenta la parte del processo progettuale in cui, identificando i problemi essenziali attraverso l’astrazione, stabilendo strutture funzionali, cercando adeguati principi di lavoro e combinandoli in una struttura di lavoro, il percorso di soluzione di base viene definito attraverso l’elaborazione di un principio di soluzione.

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Questa teoria è ben descritta da Gerhard Pahl, che è stato un ingegnere, ricercatore e professore tedesco, in una delle sue pubblicazioni, Engineering Design. In questa fase, SOM ha dovuto affrontare problemi impensabili durante la progettazione sulla terra. Colin Koop, architetto partner della SOM incaricato per il progetto, ribadisce che la progettazione dell’insediamento lunare presenta sfide completamente nuove come la protezione dalle radiazioni, le differenze di pressione e come provvedere ossigeno per la respirazione.

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The Moon Village secondo SOM: la sua architettura

Il Moon Village, idealmente, sorgerà sul bordo del cratere Shackleton nel polo sud lunare. Questa zona presenta diversi vantaggi perché riceve quasi continuamente la luce solare ed è vicina ai crateri in ombra dove è immagazzinata acqua e gas volatili utili per le attività dell’insediamento. Come riportato da SOM, il Moon Village si basa su configurazioni modulari di strutture abitative, integrate con numerosi sistemi di attracco, controllo ambientale e sistemi di supporto vitale (attrezzature sanitarie, radioprotezione). Una singola unità offre un volume abitabile netto fino a 390 metri cubi e una superficie utile netta fino a 104 metri cubi distribuiti su più livelli.

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La struttura primaria è proiettata sul perimetro, massimizzando le funzioni degli spazi centralizzati e aumentando il volume libero e i moduli sono progettati per essere interconnessi. L’innovativo design strutturale di quest’ultimi è un sistema ibrido rigido-morbido, composto da due elementi chiave: un telaio perimetrale composito rigido e un guscio strutturale gonfiabile che integra un assemblaggio multistrato con un sistema di protezione ambientale.

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Architettura e ingegneria extraterrestri

L’appello alle comunità internazionali a collaborare per garantire l’evoluzione della specie umana è un tema che il drammatico contesto scaturito dal CoViD-19 rende molto attuale. L’architettura e l’ingegneria devono necessariamente inserirsi in questa circostanza per rendere concreta l’ideologia di creare un’unica visione che va oltre le dinamiche che giornalmente viviamo sulla nostra terra: incomprensioni e scarsa collaborazione tra le nazioni che spesso si traducono in guerre diplomatiche e non.

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In questo momento critico, sognare ad un mondo in cui le nazioni insieme ripartano da zero, lascino al passato le incomprensioni e mettano insieme le forze è fondamentale.

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di Paolo Mininni

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Redazione