L’architetto tailandese Boonserm Premthada ha un talento per evidenziare la poesia di luoghi meno conosciuti, creando bellissimi progetti che aggiungono valore alla quotidianità delle comunità che ne hanno davvero bisogno. Il suo ultimo progetto, The Artisans Ayutthaya: The Women Restaurant, a nord di Bangkok, è una testimonianza del suo approccio. Insieme al suo studio, Bangkok Project Studio, ha creato un edificio per un ristorante tailandese, promuovendo l’architettura sostenibile, i valori della comunità -composta per la maggior parte da donne– le antiche tradizioni locali e il buon cibo. Il tutto all’interno di cinque edifici triangolari con struttura in legno e blocchi di vetro.
La storica città di Ayutthaya (fondata nel XIV secolo) è stata la capitale del Regno del Siam e come tale è fiorita per secoli. Oggi, poiché la capitale e l’attenzione della Thailandia si sono spostate altrove, la cucina tradizionale e l’artigianato di Ayutthaya sono preservati attraverso questo nuovo ristorante in un piccolo villaggio del distretto di Ban Run, nella provincia tailandese di Phra Nakhon Si Ayutthaya.
Ispirato dalla cultura gastronomica della zona e dalla forza dei legami di questa comunità, lo schema è stato commissionato da un locale, Soraya Visitsopa. Questi è anche il proprietario di un precedente lavoro di Bangkok Project Studio. Si tratta di Wine Ayutthaya, costruito nelle vicinanze nel 2017, utilizzando metodi umili e convenienti. Aiuta a cambiare la vita dei suoi dipendenti e utenti, fungendo da calamita turistica e sostenendo il rilancio dell’economia locale. The Women Restaurant è stato concepito con obiettivi simili in mente.
Sono cinque edifici triangolari ad angolo retto fatti di blocchi di vetro e incorniciati da legno. Il perimetro di ogni edificio è 8 x 8 x 11,31 m. La superficie complessiva dei cinque edifici (due piani, compresi i corridoi) è di 310 mq. Il percorso pedonale intorno al progetto, compresa l’area della reception e il balcone sul lungomare, è di 640 mq. La superficie funzionale totale, dunque, è di 950 mq. Confinanti con la riva del fiume Chao Phraya, il quale fornisce molti prodotti al ristorante, i cinque edifici in blocchi di vetro brillano sia di giorno che di notte.
Nonostante le stesse dimensioni, ogni edificio ha funzioni diverse. L’intenzione dell’architetto era che questi cinque edifici fossero costituiti da materiali, che messi insieme avessero creato nuovo valore. A partire dai blocchi di vetro invenduti, sia per la loro natura meno attraente che per la loro reputazione come blocchi per pareti del bagno, Premthada ha aggiunto qualcosa a questi elementi indesiderati, fasciandoli con telai di legno. Questo per fare riflettere il colore del legno nei blocchi.
Premthada ha usato un foglio in PVC trasparente invece di pannelli per porte giganti e lastre di vetro per ridurre il peso e il budget di costruzione. I cardini di porte e finestre sono presi dai cardini delle porte dei camion a dieci ruote e adattati. “Trovo impegnativo il metodo di costruzione e i materiali utilizzati per questi cinque edifici, sia per me che per i costruttori. Perché è diverso da come generalmente vengono costruite le pareti in vetrocemento. In questo progetto, usiamo l’acciaio come malta e lo ricopriamo di legno, per non parlare di come trasformiamo molti altri oggetti in materiali da costruzione. Parlando dei costruttori, non sono artigiani ma semplici lavoratori locali che imparano a padroneggiare il metodo di costruzione che ho sviluppato, tenendo conto del livello delle loro capacità.“
Questo è il motivo per cui il progetto si chiama “The Artisans Ayutthaya”. Moltissima importanza, infatti, hanno dato alle persone autoctone e alle loro capacità, in particolar modo alle donne. Perché loro sono le discendenti delle persone di Ayutthaya e sono determinate a preservare la cucina e l’artigianato del posto. Sono così generose che hanno reso pubbliche tutte le ricette e i gustosi segreti, in modo che tutti possano aiutare a mantenere vivo il cibo di Ayutthaya, invece di scomparire con loro mentre invecchiano. L’architetto Premthada chiama queste donne “le scritture che respirano“.