Architettura

Torre Arles, l’ultima opera di Gehry nel nuovo parco delle arti francese

La Torre Arles sarà inaugurata il 26 Giugno, dopo un anno di ritardi causato dalla pandemia da Covid-19. Esso si erge come simbolo al centro del nuovo “Parc des Ateliers”, sorto nel vecchio polo industriale a Sud della Francia con investimenti della fondazione svizzera LUMA. 11 ettari completamente dedicati all’arte, all’artigianato e alle arti minori. L’opera di Frank Gehry ospiterà centri congressi, sale espositive e stanze di artigiani; sarà l’estrema sintesi di tutti i concetti espressi nell’intero parco. I lavori sono costati ben 180 milioni di euro.

La carriera di Gehry parla per lui. Un architetto di 92 anni, nella cui lunga carriera è riuscito a restare uguale a se stesso sposando però l’innovazione tecnologica. E’ stato anche vincitore del Pritzker Prize nel 1989, il cui premio dell’anno 2021 è stato da poco assegnato. Il suo tratto stilistico rimane intatto, una torre decostruttivista riflettente che possiede tante facce diverse orientate in maniera disparata. Dimostra così la sua maestria nello sfruttamento della terza dimensione, quasi come se fosse un quadro di Picasso fatto architettura. Si innesta all’interno di un parco ideato dal famoso paesaggista Bas Smets.

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Torre Arles, il progetto

Torre Arles è costituita da un totale di 15.000 mq distribuiti su 10 piani, la cui altezza supera 56m. Il basamento riprende l’anfiteatro di epoca romana presente nella città di Arles. Infatti, quest’ultima è stata insignita tra i patrimoni UNESCO proprio per i tanti monumenti archeologici di epoca antica. La forma della torre riprende, secondo alcuni, il famoso dipinto delle “Alpilles” di Van Gogh. Esso sembra quasi un vulcano di ghiaccio, come quelli del Kazakistan. Il progettista canadese non è però nuovo ad opere di recupero e di stravolgimento architettonico, basti pensare alla sua casa studio a Santa Monica.

E’ stato realizzato con ben 10.752 lastre di acciaio inox lucido, tutte numerate e uniche. 7 piani sono dedicati agli uffici della fondazione LUMA, laboratori; all’ultimo piano è presente un terrazzo panoramico con ristorante e bar. I tre piani basamentali sono stati dedicati alla biglietteria e a sale conferenze. Frank Gehry ha avuto anche l’incarico di progettare il masterplan del nuovo parco, collaborando con il paesaggista Bas Smets. Sua è l’idea delle essente arboree che mitigano il maestrale così da rendere più piacevole il passeggio nel luogo.

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Le particolarità e le ironie sul progetto

“Se c’è un’immagine, una metafora, per caratterizzare questa istituzione del 21esimo secolo, è quella di un organismo vivente”. Queste le parole di Maja Hoffman, ideatrice del campus, durante la presentazione del progetto. Nella stessa occasione Frank Gehry parlò del suo lavoro menzionando il famoso dipinto “Notte Stellata” di Van Gogh, che dipinse proprio ad Arles. L’intento dell’architetto è quello di eliminare il centro geometrico e di non creare un solo punto di attenzione, ma molteplici.

I francesi già ironizzano sull’opera, che più che sembrare una montagna, assomiglia ad una “cannuccia piegata”. Non è novità che le sue opere siano mira di prese in giro. Basti pensare alle critiche sui costi del Walt Disney Concert Hall e gli ironici sketch dei Simpson. Anche se un fondo di verità in tutto questo c’è. Davvero Gehry progetta accartocciando fogli di carta! Egli è da sempre famoso per progettare partendo dal modello tridimensionale e non dalle piante.

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Marcello Raiano