Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, i più grandi talenti artistici del Rinascimento italiano. Due tra le personalità più geniali che la storia ci abbia mai regalato. Sono loro le opere che hanno ispirato l’archistar polacco Daniel Libeskind nella forma della Terza Torre del Business District di City Life a Milano. La Torre Libeskind, soprannominata Il Curvo, riprende infatti il disegno del progetto di Leonardo per il tiburio del Duomo di Milano, mai realizzato, e le curve ininterrotte della statua Pietà Rondanini di Michelangelo. Con un impulso di questa portata il risultato non poteva che essere straordinario. 175 metri di eleganza ed armonia, un azzardo strutturale con rari precedenti nel mondo.
Insieme alla Torre Isozaki (il Dritto, o Torre Allianz) e alla Torre Hadid (lo Storto, o Torre Generali), la Torre Libeskind sovrasta il complesso edilizio più famoso di Milano, City Life. Collocato nella parte Nord-Ovest della città, si tratta di una delle aree pedonali più grandi d’Europa, vantando 360 000 metri quadri di superficie. Iniziato nel 2007, il progetto del quartiere prevede che i flussi veicolari siano completamente interrati, così da lasciare spazio ad un enorme parco, il terzo della città per dimensioni dopo il Parco Sempione ed i Giardini Pubblici. In questo luogo il verde degli alberi si alterna con il bagliore delle residenze ultra moderne e con la sinuosità dei percorsi ciclopedonali che insieme ai tre grattacieli definiscono lo skyline della zona.
A completare il tutto c’è lo Shopping District, il più grande distretto urbano dedicato allo shopping in Italia. 32 000 metri quadri a destinazione commerciale dotati di 80 negozi, 1 supermercato, 20 ristoranti e 7 sale cinema. Lo Shopping District porta firme importanti. Zaha Hadid per il mall, dallo Studio One Works per la piazza centrale e Studio Mario Galatino per la promenade open air.
City Life costituisce ad oggi un eccellente esempio di sostenibilità ambientale. Ha ottenuto infatti la certificazione LEED Gold (Leadership in Energy and Environmental Design), che gratifica i complessi più performanti ed efficienti nel rispetto dell’ambiente.
Chiaro esempio del decostruttivismo, la Torre Libeskind disegna una porzione di sfera ideale che avvolge e completa la Piazza Tre Torri. Il grattacielo conta 34 livelli complessivi, 30 fuori terra e 4 interrati, uno dei quali ospita un’autorimessa con una capienza di 226 parcheggi. Il primo ambiente accessibile dal piano terra, la lobby, è a tripla altezza. E’ raggiungibile contemporaneamente dallo Shopping District, dall’uscita della metropolitana e dalla Piazza.
Procedendo verso l’alto, gli altri 28 livelli dell’edificio hanno un’altezza interna netta di 2.95 metri e sono destinati ad uffici direzionali. Questi si sviluppano su una superficie complessiva di 33 520 metri quadri, presentando la stessa distribuzione degli spazi ma superfici che cambiano con la posizione in elevato, scostandosi leggermente dalla pianta quadrangolare del piano tipo di dimensioni pari a circa 63×25 metri. La curvatura in elevazione è resa infatti possibile da una traslazione orizzontale dei piani ad ogni impalcato rispetto al nucleo centrale in calcestruzzo armato, baricentro dell’intera struttura.
In realtà, il progetto iniziale risalente al 2004 prevedeva una curvatura più pronunciata rispetto al progetto definitivo approvato successivamente. Problemi di natura economica hanno bloccato l’idea originale. Il nucleo centrale dell’intera struttura è costituito da 8 ascensori, si sviluppa per l’intera altezza dell’edificio ed è suddiviso in due blocchi distinti al fine di massimizzare la fruibilità degli spazi interni. Il massimo affollamento giornaliero conta circa 2 700 persone. I due blocchi risultano strutturalmente simmetrici ma asimmetrici nella dislocazione delle vie di fuga. Agli 8 ascensori pubblici se ne aggiungono altri 2 di servizio. La loro velocità di salita e discesa è pari a circa 6 metri al secondo.
Le strutture portanti della Torre sono realizzate in calcestruzzo armato fino al 29esimo impalcato. Al di sopra di esso la struttura prosegue in carpenteria metallica completando il grattacielo con la corona di sommità. I 20 pilastri perimetrali in calcestruzzo sono rivestiti in acciaio per contrastare le sollecitazioni di trazione dovute alla curvatura ed hanno una sezione circolare variabile tra i 60 ed i 140 centimetri.
La platea ha una forma esagonale di dimensioni massime 66×40 metri ed altezza di 2.50 metri. Il suo getto è avvenuto in continuo per 34 ore consecutive. 650 betoniere, 45 per ciascun turno, hanno riversato circa 6.000 metri cubi di calcestruzzo di classe C32/40, appositamente realizzato per contrastare il rischio di fessurazione tipico dei getti di platee di fondazione molto spesse.
La progettazione strutturale del grattacielo è stata seguita dalla società di ingegneria Redesco Progetti. Lo studio si è avvalso di un approccio BIM unico che le ha consentito di vincere il Tekla BIM Award Italia 2017. Perfettamente in accordo alla filosofia esecutiva di tipo BIM, i diversi modelli impiantistici e strutturali sono stati sovrapposti periodicamente al fine di rilevare criticità ed interferenze. L’edificio è stato interamente modellato mediante il programma di calcolo Tekla Structures, raggiungendo un grado di definizione del LOD 350.
Il sistema di facciata è composto da cellule fisse di dimensioni 1.50×4.10 metri con doppia vetrocamera. La facciata ha così elevate prestazioni in termini di isolamento termico, acustico e di protezione dall’irraggiamento solare. La trasmittanza garantita dall’involucro varia tra 1 e 1.3 W/m2K.
Dopo 5 anni di lavori ed un costo complessivo pari a 280 milioni di euro, oggi la Torre Libeskind è il nuovo quartier generale di PricewaterhouseCoopers (PwC), il network internazionale specializzato nella consulenza legale e fiscale che ha firmato un contratto superiore a 18 anni con City Life.
La sommità della Torre, denominata corona, è costituita da un blocco in vetro e acciaio di oltre 30 metri che completa il profilo curvo della struttura. Oltre alla funzione prettamente estetica che si ispira fortemente alle cupole rinascimentali italiane, la corona nasconde le torri evaporative, le strutture degli extracorsa degli ascensori ed il sistema BMU (Building Maintenance Unit) di accesso alla facciata. Ovvero un dispositivo automatico o controllato da remoto in grado di portare gli addetti alle operazioni di manutenzione delle superfici esterne.
La copertura della Torre è costituita da una serie di fasce inclinate oblique poste ad una distanza reciproca di 40 centimetri e realizzate con pannelli fotovoltaici in vetro intelaiato. Esse si alternano a fasce di pannelli grigliati in alluminio anodizzato. Il materiale è stato pretrattato mediante un processo chimico che applica uno strato di ossido artificiale sul metallo al fine di renderlo più resistente agli agenti atmosferici. La cupola vanta una superficie complessiva di circa 400 metri quadri.