La Torre Reforma è un grattacielo situato nel cosiddetto “Paseo de la Reforma”, un viale alberato, di Città del Messico, affiancato ai lati da edifici alti che spiccano sul contesto urbano. La costruzione è iniziata nel 2008 e terminata otto anni dopo, nel 2016. È tutt’oggi il grattacielo più alto della capitale del Messico, 246 metri, ed è stato realizzato sul progetto architettonico di Benjamin Romano, dello studio “LBR & Architects”, mentre quello strutturale è di ARUP.
Il lotto dell’edificio è molto piccolo per la tipologia di scavo necessario essendo inoltre già occupato da un edificio storico sotto tutela dell’INBA del Messico. Per risolvere queste due problematiche è stato utilizzato il sistema di scavo Top-Down, tramite l’impiego delle paratie Berlinesi, solitamente costituite da micropali infissi o da pannelli in calcestruzzo armato. La seconda è stata preferita poiché prevede minore presenza di giunti che sono l’elemento debole della paratia a pali secanti. Tutto ciò è stato realizzato solo dopo aver spostato dal lotto l’edificio degli anni ’30 del novecento, la “La Casona de cantera rosa”.
Per spostarla è stato applicato un sistema di “bretelle” e “tenditori” per evitare eccessive deformazioni dell’edificio storico, le cui pareti sono state rinforzate con piastre d’acciaio. Al di sotto si è scelto di porre un vassoio in calcestruzzo armato per irrigidire l’oggetto durante il trasporto, avvenuto su rotaie. La Casona è stata spostata di circa 18 metri ed, una volta realizzate le fondazioni, è stata ricollocata ed oggi è uno degli ingressi principali della torre.
Nel volume di scavo per le fondazioni sono stati ubicati il parcheggio e la palestra. L’intero edificio è usato prevalentemente come centro uffici con 45.000 mc dedicati, ma ha anche una vasta area commerciale. La forma ricorda molto le “Torres Satélite” di Luis Barragàn, un progetto di arredo urbano posto su uno slargo all’interno dell’autostrada di Città del Messico.
La struttura è mista acciaio-calcestruzzo e sono stati utilizzati isolatori sismici alla base per far resistere l’edificio fino a terremoti di magnitudo 9.0 della scala Richter (anche se è notorio che la forza di un terremoto dipende dall’accelerazione del suolo, quindi da molti altri fattori oltre che dalla magnitudo).
Molto interessante è il sistema impiantistico. Le acque piovane e le acque grigie sono riciclate al 100% grazie a depuratori, essendo indirizzate poi verso gli scarichi delle acque nere e l’irrigazione. È dotato di ben 35 ascensori che viaggiano alla velocità massima di 6,8 m/s che servono i 16 livelli sotterranei e i 57 fuori terra. L’illuminazione è controllata dal software intelligente B3, che riduce il consumo energetico del 30% aumentando l’efficienza. L’areazione e tutte le attrezzature elettriche sono monitorate da un sistema chiamato BMS (Building Management System) che tutela l’incolumità dei fruitori e diminuisce i consumi. Questi e altri sistemi hanno dato la possibilità di ottenere la certificazione platinum del LEED come edificio sostenibile diventando così il secondo grattacielo del Sudamerica ad averla.
La torre Reforma è dotata anche di molti giardini pensili che rendono confortevole trascorrere le pause durante il lavoro in ufficio e aumentano il valore di ogni unità immobiliare conferendo a tutti gli uffici un discreto, se non ottimo, affaccio. Tali giardini però, essendo collocati in patii a doppia o tripla altezza, provocano l’effetto serra, grazie anche alla facciata vetrata, e creano correnti d’aria che mitigano le temperature in estate.
La struttura della torre è caratterizzata da due pareti in calcestruzzo chiamate “il libro”. Sono state realizzate gettate in opera in casseforme auto-rampanti, permettendo il lavoro dal basso verso l’alto suddividendolo per strisce in base ai giorni lavorativi. La posa in opera è stata fatta con la previsione di una sottostruttura in acciaio controventata, progettata per essere facilmente manutenuta e demolita. Tali elementi massivi garantiscono una considerevole stabilità durante un terremoto poiché si estendono sino a 60 metri sotto al piano di campagna.
La parete Nord è caratterizzata da opportuni segni, ovvero vuoti murari, utilizzati per ridurre la rigidezza dell’elemento, rispetto alle azioni orizzontali, costituendo un disegno architettonico sulla facciata, e permettono una rottura localizzata e controllata in caso di forti terremoti. Infatti la pianta triangolare rimanda ad un libro aperto con le pagine rappresentate dal settore circolare vetrato con struttura in acciaio che affaccia a Sud sul parco Chapultepec. Inoltre l’uso predominante in facciata del calcestruzzo rimanda all’architettura coloniale ispanica, che usava materiali tettonici come le pietre.