Le Turf House islandesi candidate a patrimonio UNESCO
Caratterizzate da particolari tetti verdi e tipologie strutturali, le Turf House sono candidate ad entrare nel patrimonio dell’umanità UNESCO. Tale tipologia è il più importante esempio di “architettura vernacolare” islandese ed è nata per esigenze prettamente climatiche. Tutti sappiamo che l’Islanda è la terra dei vulcani e dei ghiacciai, ma un tempo l’isola presentava il territorio ricoperto per il 30% da boschi. Ciò risulta quasi impensabile oggi, dati i vasti deserti vulcanici e glaciali presenti; dobbiamo immaginare però ampie distese di alberi e prati in cui l’attività principale dell’essere umano era l’allevamento del bestiame.
I primi coloni trovarono il terreno composto principalmente da torba, un deposito superficiale organico realizzato dalla decomposizione non completa, a causa dell’acidità dell’ambiente e del clima rigido, di vegetali e insetti. Hanno da subito notato che la torba è un ottimo isolante termo-igrometrico, sia da asciutto che da bagnato. Quindi le Turf House, in inglese “case di torba“, hanno struttura portante in legno di quercia o betulla, pareti in pietra piatta e copertura in legno rivestito con torba. Nel passare dei secoli il nome di questa tipologia di case varia, anche in base alla regione islandese in cui ci troviamo.
Come sono state realizzate?
Il tetto delle Turf House non presenta nessuno strato di argilla, sabbia impastata, o altro legante naturale. La torba veniva ricavata in blocchi dallo stesso luogo in cui doveva ergersi la casa, o quadrati o triangolari. La disposizione in copertura dipendeva dalla classe sociale a cui apparteneva il residente: in file se contadini, a spina di pesce se nobili. Dal ceto dipendevano anche le decorazioni esterne, limitando per queste l’uso del legno per l’infiammabilità e il costo.
La tipologia delle case in erba islandesi cambia nel tempo sia per uso che per caratteristiche. Inizialmente i vichinghi le realizzavano come lunghe stive di navi, poi col passare degli anni le abitazioni iniziano ad essere singole e differenziate in base alla loro destinazione d’uso. Infatti le Turf House sono utilizzate come stalle, come depositi agricoli o come abitazioni. Per ogni utilizzo varia la pavimentazione interna, in pietra o legno per le case e terra per il resto. I rivestimenti interni variavano anch’essi in base al ceto, per i nobili si utilizzava il legno in listoni.
Oggi gli islandesi non vivono più in queste storiche case, a parte rari casi, ma ad alcuni piace anche oggi utilizzare il tetto giardino, sia rivestito in torba che alla maniera moderna, solo per ricordare la tradizione storico-costruttiva del luogo, e non per motivi tecnici. Un legame, quello con l’isola, indissolubile che la popolazione dell’isola manifesta in ogni ambito socio-culturale.