Universal Design: modello di integrazione tra persone e ambienti

Con l’aumento degli “over 60” in rapporto alla popolazione più giovane e l’innalzamento del tasso di sopravvivenza di pazienti con lesioni e malattie, accresce il bisogno di costruire un modello di città che presenti un ambiente accogliente, totalmente fruibile e non disabilizzante. Questo è l’obbiettivo della ricerca di un’architettura Designed for All o Universal Design. Essa non mira soltanto a limitare le cosiddette barriere fisiche quali scale e rampe eccessivamente ripide ma richiede una collaborazione sociale per l’abbattimento di pregiudizi e discriminazioni. Se di fatti l’esclusione fisica porta a degli effettivi impedimenti, quella psicologica unita alla precedente, provoca ripercussioni devastanti nella personalità.

La Convenzione del 2006

La mobilità personale e una completa partecipazione alla vita pubblica, culturale e ricreativa sono diritti riconosciuti dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità del 2006. La Convenzione richiama l’attenzione degli Stati firmatari sul tema dell’uguaglianza ed esorta all’adozione di misure efficaci a tutelare la piena accessibilità; tra queste il garantire l’ingresso a luoghi di attività culturali, musei, teatri e cinema e il fornire un’adeguata formazione sulle tecniche di mobilità alle persone con disabilità e al personale specialistico che lavora con esse.

Il settore del turismo

A rimetterci è anche il settore del turismo, che non sempre offre un’adeguata accessibilità già dai primi luoghi di contatto col turista come i porti, gli aeroporti e le ferrovie. Torna utile ancora una volta sfruttare i benefici della tecnologia e mettere a disposizione degli utenti strumenti virtuali. L’applicazione “Airport4All” consente ai viaggiatori non udenti di ricevere direttamente sul proprio telefono tutte le informazioni non presenti nei cartelloni e fornite solamente dagli impianti audio dell’aeroporto. A tal riguardo la Carta dei diritti del turista si presenta come ulteriore strumento a tutela del cittadino con disabilità, nel suo percorso turistico sin dal nascere. La Carta fornisce infatti una guida dettagliata dei servizi e dei suoi diritti; contiene inoltre le misure di prevenzione della discriminazione attuabili dalle varie strutture. 

L’Universal Design

L’architettura riguarda un patrimonio vastissimo del nostro Paese e in quanto tale bisogna prendersene cura ma, al contrario delle altre forme d’arte, necessità di fruibilità. Si è riscontrato come al giorno d’oggi tantissime opere architettoniche, partendo dai comuni centri storici, siano totalmente inaccessibili. Risolvere il problema nel miglior modo possibile significa non cadere nella “troppa accessibilità”, evitare cioè di arrecare danni all’architettura come forma d’arte quale è, che ne impedirebbero il pieno godimento. Lavori di restauro, percorsi tattili e sonori, l’utilizzo stesso di tecnologie come la realtà virtuale e aumentata, sono processi che permettono di coniugare le ragioni estetiche con la fruibilità.

E’ compito dell’architetto, insieme all’urbanista, ricercare una metodologia progettuale Universal Design, definita dal suo ideatore Ronald M. Lace come “la progettazione di prodotti e ambienti per essere fruibili da tutte le persone, nella massima misura possibile, senza necessità di adattamento o progettazione specializzata” da applicare sulla base di 7 principi di utilizzo:

  1. Uso equo: progetto utilizzabile da tutti
  2. Uso flessibile: che si adatti a diverse abilità
  3. Utilizzo semplice ed intuitivo: che sia di facile intuizione
  4. Percettibilità: che trasmetta le informazioni sensoriali
  5. Tolleranza all’errore: che limiti i rischi o le azioni non volute
  6. Contenimento dello sforzo fisico: che sia utilizzabile col minimo sforzo fisico
  7. Misure e spazi sufficienti: che renda lo spazio idoneo all’utilizzo

Nel 1995 Lace e la sua squadra di esperti della North Carolina State University integrano l’ideologia del “senza barriere” e l’estetica, sviluppando il concetto di Universal Design che sarà un punto di riferimento per l’Assemblea delle Nazioni Unite e la loro Convenzione del 2006. 

Un progetto italiano

Decisamente più alla portata di tutti è l’originale iniziativa proposta dall’associazione di promozione sociale Movidabilia, col suo progetto “Accessibility is cool”. Questa campagna nazionale di partecipazione collettiva consiste in una mappatura dei locali, dei servizi e di tutti i luoghi di divertimento e cultura totalmente accessibili. Sarà sufficiente a chiunque volesse contribuire, postare sui social una foto del luogo in questione affiancata dagli hashtag #movidabilia, #accessibilityiscool. Movidabilia è da tempo impegnata al raggiungimento di una concreta inclusione attraverso l’organizzazione di eventi culturali accessibili e di campagne di sensibilizzazione che prevedono il coinvolgimento attivo di persone, imprese ed enti. Presente anche l’offerta di un servizio di consulenza e supporto legale per casi di discriminazione e inaccessibilità.

Accessibility is Cool – Credits: Movidabilia

Naturalmente la lotta per l’abbattimento delle barriere, in tutte le loro forme, comporta ingenti spese economiche. Il costo del non intervento supera però di gran lunga quello di investimento, soprattutto se si considera la possibilità delle persone con disabilità, di essere parte di una platea di umanità e di partecipare alle attività lavorative. La disabilità non implica la non attivazione; anzi è fondamentale che le persone coinvolte prendano parte ai processi di accessibilità in modo da arrivare al punto di produrre per tutti senza più porsi il problema dell’accessibilità.

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Thomas Pusceddu