Ingegneria ed architettura sono un po’ come cane e gatto, per tante cose. La prima è la categoria del rigore, del calcolo scientifico, degli schemi statici semplici e collaudati, del “senza fronzoli, basta che sia funzionale”. La seconda, invece, è la scuola dell’esteticamente bello, della fantasia spinta ben oltre il limite della razionalità, delle forme sinuose e leggiadre, dei rendering di assoluta qualità e dei concept quasi irrealizzabili.
Chi fa l’ingegnere non può fare l’architetto, e viceversa. Questo è quel che generalmente si pensa di queste due professioni, ed in linea di massima è vero. Sono le due facce della stessa medaglia, lo yin e lo yang, il giorno e la notte, figure complementari che non possono sostituirsi l’una all’altra.
Piuttosto sono figure professionali che, se sinergicamente impegnate, possono produrre risultati di grande rilievo tecnico ed artistico. Uno degli ambiti tecnici in cui questo risultato raggiunge i livelli più alti sono i ponti, opere d’arte per eccellenza che uniscono l’utilità all’estetica. Il focus di quest’oggi riguarda proprio un ponte, il Viaduc de la Mayenne, situato nella città di Château-Gontier-sur-Mayenne, nella regione dei paesi della Loira (posta ad Ovest del territorio francese). Un’opera d’arte in cui tanto il lato ingegneristico che quello architettonico emergono in modo forte e deciso, e per cui il detto “l’unione fa la forza” trova la sua massima espressione.
Il Viaduc de la Mayenne è l’elemento chiave della Circonvallazione nord di Château-Gontier-sur-Mayenne, comune francese situato nella regione dei paesi della Loira, a Nord-Ovest del paese. Aperto al traffico a metà Settembre, l’opera è stata inaugurata mese successivo, dopo 3 anni e mezzo di lavori, alla presenza di Olivier Richefou, Presidente del Consiglio dipartimentale della Mayenne. Il ponte porta una firma autorevole, quella dell’architetto francese Thomas Lavigne, che continua dunque la tradizione familiare nella realizzazione di ponti di notevole importanza in territorio francese.
Il padre è infatti Charles Lavigne, architetto fra i progettisti del celeberrimo Pont de Normandie. Stiamo parlando di uno dei ponti strallati più belli e importanti al mondo, che presenta una luce centrale di oltre 850 metri. Dal 1995 (anno d’inaugurazione) al 1999 questo ponte è stato lo strallato con la luce maggiore al mondo, e tuttora risulta ancora nella top 10 di questa speciale classifica. Della serie, tale padre tale figlio.
Per la cronaca, i due Lavigne oggi lavorano insieme nella loro società di architettura-ingegneria Architecture et Ouvrages d’Art (ora Lavigne & Chéron Architectes) con l’ingegnere Cristophe Cheron. Per gli addetti ai lavori, questa società di progettazione specializzata in infrastrutture può annoverare nel proprio portafoglio lavori delle realizzazioni molto particolari e famose. Una fra tutte il Pont Jacques-Chaban-Delmas a Bourdeaux. Apparentemente quest’opera sembra un normale ponte a travata, se non fosse per il fatto che una delle campate (di ben 117 metri di luce!) sia levatoia, e si solleva di oltre 50 metri sul livello del mate per preservare il traffico fluviale. Un ponte unico nel suo genere, un ottimo biglietto da visita con cui introdurre il Viaduc de la Mayenne.
Assieme a Lavigne, l’opera ha visto anche il contributo del gruppo francese di costruzioni NGE. Il gruppo ha infatti collaborato nei campi dell’ingegneria civile, dei lavori in terra e stradali e delle opere geotecniche e dei presidi di sicurezza con 3 proprie consorziate. Attraversando maestosamente la valle della Mayenne, il nuovo ponte ad arco si distingue per finezza strutturale ed eleganza. Caratteristiche che hanno permesso all’opera di vincere il concorso di idee progettuali del 2015 indetto dal Consiglio dipartimentale della Mayenne.
Ma l’opera d’arte stradale si distingue anche per l’uso che se ne fa. Il suo arco è infatti concepito come una passerella pedonale che attraversa il fiume. Quest’idea nasce, in fase di sopralluogo pre-concorso, dal fatto che il sito dove sarebbe sorta l’opera fosse situato a 15 minuti a piedi dal centro città. L’area circostante risultava dunque particolarmente idonea a passeggiate per pedoni e ciclisti, gite a cavallo o sci nautico sul fiume. Oltre alla sua primaria funzione strutturale si sfrutta appunto l’arco come passerella pedonale, consentendo ai camminatori di attraversare la Mayenne in modo originale e unico. Un percorso fatto da 262 gradini lignei che garantiscono una vista mozzafiato.
L’opera è lunga complessivamente 298 metri ed alta in chiave 28 metri dal pelo libero del fiume. Presenta sul lato occidentale un appoggio intermedio che anticipa la struttura ad arco in acciaio, di luce pari a 122 metri, che sostiene un impalcato misto acciaio-cls a doppia trave. L’eleganza del ponte ad arco a via superiore è data anche dai pilastri inclinati verso l’esterno a disegnare un “ventaglio” rivolto verso il centro dell’arco stesso. Insomma, un’opera dall’indubbia eleganza in totale sinergia con l’ambiente circostante!