Architettura

Villa Girasole, la casa che ruota su se stessa

Nelle campagne assolate di Marcellise, poco lontano da Verona, sorge un esemplare unico di architettura futurista italiana. La Villa Girasole fu costruita tra il 1929 ed il 1935 dall’ingegner Angelo Invernizzi in collaborazione con l’architetto Ettore Fagiuli. Si tratta di un edificio rotante, che segue il movimento del sole grazie ad una struttura su rotaie. Invernizzi cercò di migliorare il benessere degli ospiti trasformando la casa in un’abitazione “eliocentrica”. L’esempio di una risposta razionale all’esigenza di sperimentare nuovi modi, contesti e forme per un vivere sano. Villa Girasole è un perfetto connubio di architettura e meccanica e si identifica come modello precursore degli edifici sostenibili moderni che sfruttano le energie rinnovabili. Il sistema purtroppo è fermo da oltre cinquanta anni e la villa è in stato di abbandono.

Ph: hiddenarchitecture.net

Villa Girasole, architettura rotante

L’edificio di Invernizzi si configura come una costruzione estremamente flessibile. “Un edificio molteplice in quanto presenta la capacità di essere o diventare diverso in situazioni diverse” a detta del progettista. Egli voleva creare una casa innovativa che potesse rispondere alle esigenze degli inquilini e iniziò a lavorare per realizzarla nei luoghi della sua infanzia. Le sue scelte sui materiali e sulle tecnologie vennero accompagnate dalle scelte architettoniche dell’amico e collega, l’architetto Ettore Fagiuli, che al razionalismo coniugò il modernismo. Villa Girasole divenne la residenza estiva della famiglia Invernizzi.

Invernizzi calcolò la rotazione dell’edificio sulla base delle ore invernali di illuminazione, scelse come piano di appoggio su cui far scorrere la casa un piano circolare e man mano ampliò nelle fasi progettuali l’angolo di rotazione, fino ad estenderlo all’angolo giro. Nacque un edificio con una torre centrale attorno alla quale ruotava parte della struttura. Ciò permetteva agli inquilini di godere di un’ampia apertura su tutto il paesaggio circostante. La flessibilità si esplica principalmente nel legame tra edificio e contesto. Il movimento dell’edificio era quasi impercettibile e accompagnava lo scorrere del tempo durante le giornate. Inoltre, la flessibilità era anche intrinseca in quanto l’edificio era uno strumento a servizio dell’uomo che poteva esercitarne il controllo a seconda delle esigenze e delle preferenze. La rotazione dell’edificio infatti, avveniva tramite pulsantiera, le avvolgibili erano automatizzate così come l’accensione dell’illuminazione.

Ph: Lorenzo Linthout

Organizzazione dell’edificio

L’edificio è costituito principalmente da due corpi, uno statico ed uno dinamico. Il corpo statico è un basamento cilindrico in cemento armato di 44 m di diametro. Sulla sua copertura piana vi è l’edificio rotante di due piani a pianta ad “L”. Questo edificio ruotava attorno ad un asse che era costituito da una torre di 42 m di altezza. Al suo interno era stata realizzata una scala elicoidale e un ben congegnato ascensore che conduceva fino alla lanterna, ovvero l’ultimo piano da cui era possibile ammirare il paesaggio sconfinato. Nella parte mobile, il piano terra era adibito a zona giorno mentre, nei piani alti si trovavano le zone notte, con le camere da letto per la famiglia e per gli ospiti. Nel basamento cilindrico sono presenti un’ampia autorimessa e grandi locali di rappresentanza.

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Il meccanismo rotativo

La Villa Girasole è stata un laboratorio di sperimentazione di soluzioni tecnologiche. Il meccanismo che permetteva la rotazione costituisce un esempio significativo dello stato dell’arte dell’ingegneria elettro-meccanica durante i primi decenni del Novecento. Esso è molto simile a quello impiegato nella piattaforma girevole della Centrale Frigorifera di Verona, oppure a quelle dei centri ferrovieri negli USA e in Francia negli anni ’30.

Ph: Lorenzo Linthout

Il movimento avveniva grazie ad un sistema di rulli composti da ruote a reazione orizzontale che scorrevano su rotaia e che contrastavano le spinte dei venti sulla torre. La parte rotante dell’edificio è appoggiata su 15 carrelli che scorrevano su tre rotaie concentriche. I carrelli dotati di motore elettrico sono due e sono posti sulla rotaia più esterna. Il sistema veniva azionato da una semplice pulsantiera posta all’interno dell’edificio ad ogni piano, nel vano scala cilindrico. L’edificio ruotava alla velocità di 4 mm al secondo in entrambi i sensi. Per effettuare una rotazione completa si impiegavano 9 ore e 20′.

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Il ruolo dello spazio verde

Undici ettari di spazio verde e attrezzato circondano la casa vacanza Invernizzi. L’ingegnere veronese ha progettato minuziosamente ogni aspetto della Villa Girasole e il parco in cui è immersa, nonostante la casa era destinata ad essere prodotta in serie e inserita in altri contesti. L’autonomia dell’edificio però si perde quando si visitano gli ambienti interni dove, con la presenza di numerose finestre, del solarium e del terrazzo angolare, le stanze diventano vive grazie alle colline veronesi. Particolarmente interessante è il parterre circolare sul tetto piano del basamento cilindrico, con camminamenti in cemento e aiuole verdi. La forma estetica del parterre era studiata come se fosse un labirinto circolare di un giardino settecentesco all’italiana che ospitava i binari su cui si muoveva la struttura superiore.

Scopri l’edificio Fetta di Polenta.

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“Queste immagini nelle finestre erano il segreto degli spazi nella casa. Erano sempre vedute nuove e in una luce diversa. Questi quadri sono stati l’invenzione di papà”

Lidia Invernizzi, figlia dell’ingegner Invernizzi
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Lorenzo Iaconinoto