L’architettura nasce dall’evoluzione di forme geometriche, dalle più basilari alle più complesse, ci si può sempre ricondurre a poligoni, forme, angoli elementari. Ma cosa accade se una forma elementare, ad esempio un triangolo, diviene un parametro? Cosa avviene se esso si ripete più volte al fine di realizzare una forma più complessa? Nasce l’architettura parametrica.
Il parametricismo risale al 2009, da Patrik Schumacher (direttore del noto Zaha Hadid Architects), quando, per primo, parlò di architettura parametrica spiegandone la modellazione tramite computer. Sebbene il termine abbia un’origine recente, diversi sono stati gli esempi di architettura parametrica nei decenni scorsi. Da Gaudi a Serrano, la definizione di parametricismo è stata attribuita a molti artisti del passato. Ma perché progettare con architettura parametrica? Ecco 5 motivi per invogliare i progettisti ad intraprendere questa via.
Nei modelli parametrici le informazioni sono collegate tra loro. Ogni volta che si modifica il progetto, i componenti si aggiornano automaticamente. Questi grazie allo sfruttamento di software differenti dal semplice CAD. Si entra infatti nel campo del BIM. La differenza fra i due approcci sta certamente nel fatto che il BIM non è mera geometria (linee, cerchi…).
Esso è caratterizzato da veri oggetti 3D (muro, porta) che consentono di far confluire più informazioni nello stesso progetto. Questo vale anche per l’architettura parametrica, infatti è possibile modellare geometrie che consentano di esser replicate e adattate al progetto più facilmente rispetto al CAD. Tanti sono i software che consentono ciò, così come i corsi online. Basti pensare al corso di SIDI per la “Parametric architecture”.
L’architettura parametrica è caratterizzata da una vastità di sfaccettature. Si può applicare tale tipo di architettura nell’edilizia bionica, nelle costruzioni leggere, nella costruzione di sistemi modulari e di infrastrutture. Questo metodo consente di integrare perfettamente i processi di produzione automatizzati , solo per fare un esempio. La conoscenza degli approcci di progettazione parametrica e dei processi di produzione automatici consente di aumentare le capacità di pianificazione, oltre che il grado di complessità di componenti e dei progetti realizzabili.
La rivoluzione dell’architettura parametrica nei software è molto forte. Essa sta nel fatto che viene superata l’idea di composizione di più oggetti, addizionati successivamente a formare la struttura nella sua complessità. Si ha invece, la modellazione della forma generata tramite un algoritmo. Cosi nasce il design computazionale, unione di fattori artistici, funzionali e costruttivi. Molto semplicemente, il progettista inserisce i parametri input all’interno dei vari software.
Esso diverrà oggetto, sotto forma di output. Proprio come avviene con la complessa matematica parametrica, nella quale i dati parametrici sostituiscono quelli cartesiani. In questo senso, trova applicazione il BIM, Building Information Modeling. Tale situazione consente di realizzare opere in più dimensioni: 4D contenente la programmazione della realizzazione, 5D contenente la valutazione dei costi, fino ad arrivare al 7D con la valutazione della sostenibilità ambientale.
Che sia un’ospedale, una residenza, una infrastruttura o uno stadio, è possibile sfruttare l’architettura parametrica. La possibilità di sfruttare qualsivoglia geometria e replicarla, passando da forme sinuose a più squadrate, consente al progettista di esprimere al massimo il suo estro e le sue capacità.
L’architettura parametrica consente di realizzare infinite tipologie progettuali: