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6 nuovi ospedali in due settimane, la Cina si prepara al capodanno

Pronti 6 nuovi ospedali in due settimane in Cina, ecco il nuovo record dello stato orientale. Tutto pronto per far fronte al prevedibile aumento dei contagi dato l’imminente festeggiamento del capodanno. Nelle ultime settimane infatti si sta registrando un incremento considerevole di positivi nell’area intorno a Pechino. 130 casi in un solo giorno, 72 nella provincia dell’Hubei. Nulla in confronto ovviamente ai dati europei ed italiani, ma non si vedevano tanti contagi da mesi, soprattutto in un area così, relativamente, ristretta.

Il primo dei sei è già pronto dopo soli 5 giorni. Ma com’è possibile? Possiamo fare paragoni con il sistema italiano?Pronta risposta, no. I motivi sono molteplici e si tenterà di sviscerarli. Ma il punto è un altro, la Cina si sta preparando, non sta arginando un problema. In Italia, come in Europa, siamo stati abituati a decisioni politiche prese in ritardo quando ormai la situazione era irreparabile.

Dalla penisola fino ai covid-hospital, tutto è stato messo in campo di corsa e in emergenza. Con la giusta dose di prevenzione oggi, forse, guarderemmo alla Cina non con lo stupore che proviamo. Ricordiamo ancora il famoso caso dell’ospedale realizzato a Wuhan in 10 giorni. In qualche caso l’Italia ha cercato di emularla, con molti casi, però, di cattiva gestione che ha attirato l’attenzione della magistratura.

Il caso di Wuhan – aljazeera.com

Il caso dei 6 nuovi ospedali in due settimane in Cina

In tutto il mondo la notizia è rimbalzata a velocità incredibili, oltre a quella della scomparsa di Jack Ma. La Cina supera se stessa, ben 6 nuovi ospedali in due settimane, com’è possibile? Si tratta di strutture prefabbricate con pareti multistrato facilmente assemblabili. Architettonicamente, quindi, si stratta di un fabbricato modulare diviso in cubi o rettangoli realizzato su una vasta superfice per permettere di erigere un corpo monopiano. Si tratta di edilizia estensiva, più che intensiva, progetto che rende più veloci i processi di cantiere e che permette di ridurre i rischi di infortunio per i lavoratori. Il rallentamento dei lavori è causato, spesso, dalla mancata osservanza delle misure di sicurezza, e ricordiamo che va sempre salvaguardata!

Proprio quest’ultima è uno dei motivi del perché in Cina è possibile realizzare 6 nuovi ospedali in due settimane e in Italia, come in qualsiasi altro stato occidentale, no. In Cina, essendo questa una dittatura comunista, sono assenti tutti quegli strumenti di tutela dei lavoratori, come i sindacati, i limiti di ore lavorative, i salari elevati e leggi stringenti come quelle italiane, in tema di appalti e sicurezza nei cantieri. Infatti vediamo casi, come quello dell’ospedale di Wuhan, in cui sono state usati 35 escavatori e 10 bulldozer contemporaneamente con mille lavoratori presenti sul posto.

uno dei 6 cantieri – nypost.com

Il Covid in Cina, perché così tanti nuovi ospedali

Notizia di due giorni fa è che la Cina ha registrato 109 nuovi casi di Covid-19, di cui 96 propri e 13 importati. 72 dei casi locali sono stati segnalati nell’Hubei a Pechino, mentre a Shanghai è stato registrato un caso sospetto di importazione. Inoltre, sono state rilevate tante altre 119 infezioni asintomatiche che preoccupano le autorità. Il governo sta lavorando velocemente per arginare la diffusione della pandemia a meno di un mese dal capodanno lunare cinese. Un nuovo centro di isolamento per 3.000 persone è stato costruito nella capitale Shijiazhuang dell’Hebei in soli cinque giorni, secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua.

Finora i casi di coronavirus nel Paese hanno raggiunto 88.227 e di questi, 1.205 continuano a ricevere cure, 42 sono gravi e 4.635 persone sono morte. Il nuovo ospedale dei record di 5 giorni possiede ben 1.500 posti letto, quindi potenzialmente con i 6 nuovi ospedali in due settimane si potrebbe raggiungere 9.000 posti letto in due settimane. Questo è lo stesso numero delle degenze ordinarie potenziali della Campania, ottenuti dopo un anno di pandemia riconvertendo ospedali a discapito dei malati di altre patologie.

Stefano Boeri, noto archistar Milanese, commentò così il caso Cinese a Febbraio al “Corriere della Sera”. “Sono tempi che richiedono una grandissima organizzazione in cantiere e che richiedono anche la capacità di saper coordinare simultaneamente operazioni edili, impiantistiche e logistiche molto diverse. Questa è stata la vera complessità. Ma non è una cosa che stupisce. La Cina ha la capacità unica la mondo, in alcuni momenti, di far tesoro di una disponibilità individuale a far parte di uno sforzo collettivo enorme“.

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Marcello Raiano