Acqua alta a Venezia, ma il MOSE non si alza
Situazione critica quella che Venezia sta vivendo oggi a causa del maltempo. Erano previsti ingenti precipitazioni nella giornata odierna ma non tali da giustificare il sollevamento del MOSE. Che quindi è rimasto fermo. Per azionare il MOSE a Venezia occorre una marea superiore ai 130 centimetri, situazione che nel mattino era stata scongiurata dalle previsioni. A causa però del peggiorarsi delle condizioni climatiche e dell’innestarsi del vento di Bora, la marea non si è fermata fino a raggiungere un picco di 145 centimetri. La conseguenza è naturale e ci restituisce immagini che credevamo aver definitivamente eliminato. Venezia è ancora una volta alle prese con l’acqua alta. La situazione non è delle migliori e non si escludono danni.
Acqua alta Venezia, il MOSE è in fase sperimentale
Questa situazione è causata principalmente dal fatto che il MOSE è ancora in fase sperimentale. La sua inaugurazione ufficiale infatti è prevista a dicembre 2021. Fino ad allora il MOSE viene attivato solamente in casi di necessità, ovvero quando la marea si alza al di sopra dei 130 centimetri. Non è infatti un procedimento semplice come qualcuno potrebbe pensare, perché il MOSE non può essere attivato in poco tempo. L’allerta meteo deve essere diramata almeno 48 ore prima del picco previsto. Questo è necessario per emettere ordinanze per la navigazione e convocare le squadre operative. Le operazioni quindi devono essere preparate con largo anticipo.
Le sale di monitoraggio questa mattina non avevano previsto una marea superiore a 130 centimetri. Quindi si è deciso che non fosse necessario azionare il MOSE. Quando però le previsioni sono peggiorate si era già fuori tempo massimo. Il MOSE quindi, dopo 17 anni dall’inizio dei lavori, lavorerà a regime sperimentale fino almeno a dicembre 2021. Ma perché si è scelto di costruire il MOSE?
Acqua alta a Piazza San Marco
Piazza San Marco quindi si ritrova bagnata dopo mesi in cui il pericolo era stato scongiurato. E come ogni volta che l’acqua alta si manifesta a Venezia, i danni non sono mai scongiurati. Proprio per questo infatti, prima della verifica dell’efficacia del MOSE, a Venezia si era pensato di proteggere la Basilica di San Marco con una teca in vetro di murano. Carlo Alberto Tessein, Procuratore della Basilica di San Marco, commenta così all’ANSA:
La situazione è terribile, siamo sotto l’acqua in maniera drammatica. Il nartece è completamente allagato e se il livello sale ancora andranno sotto anche le cappelle interne
Il picco di marea, previsto per le 16.40 di oggi pomeriggio, non si è fatto attendere. Il funzionamento del MOSE è molto più complesso di quanto si pensi e gli imprevisti cambiamenti meteorologici non aiutano. Quando il vento infatti cambia improvvisamente direzione spinge le acque all’interno della laguna, rendendo estremamente variabile le previsioni e causando un aumento della marea non previsto.
Imparare dagli errori
Nel pomeriggio il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è intervenuto alla trasmissione Tagadà assicurando il corretto funzionamento del MOSE. E confermando che in questa fase sperimentale non è possibile azionare ogni volta il MOSE, anche per problemi che riguardano la natura della laguna. Essendo infatti un luogo chiuso, la laguna ha bisogno di un ricircolo di acqua per il corretto funzionamento l’ecosistema. Il MOSE è un’opera ingegneristica unica ma dall’enorme impatto ambientale. Un suo eccessivo funzionamento potrebbe quindi arrecare danni irreparabili alla laguna.
In questo caso però il sindaco ammette gli errori e afferma che è necessario rivedere alcuni protocolli e crearne alcuni più rapidi. Tramite un tweet ha annunciato di stare lavorando per attivare il MOSE questa notte in previsione del picco di domani.