Il Vancouver House può definirsi un grattacielo neo-futurista per la sua forma antigravitazionale che sfida ogni legge della fisica a primo impatto visivo. Ci troviamo più precisamente a Vancouver nella Columbia Britannica, stato del Canada. Il progetto ideato dal gruppo BIG guidato dall’architetto danese Bjarke Ingels è complesso ed articolato ma dalla curiosità ed innovazione unici al mondo. I lavori sono iniziati nel 2016 e terminati a fine 2019.
L’idea progettuale del Vancouver House è nata da un’esigenza volumetrico-spaziale, infatti il lotto dell’edificio si trova all’ingresso principale di Vancouver proprio dove sorge il ponte di Granville che si biforca con altre arterie altamente trafficate. Un sito davvero complesso ed altamente problematico che però ha trasformato le sue problematiche in punti di forza e rilancio. il progetto ha saputo ribaltare in un’opportunità di riqualificazione urbana funzionale, migliorandone l’ambiente circostante che ne caratterizzava il luogo negativamente. Questo spazio di terra era rimasto sottosviluppata fino ad ora.
La sfida ha avuto inizio quando sotto incarico della Westbank, era nata l’idea di progettare un edificio residenziale; proprio qui in quel sito altamente complesso; BIG ha iniziato a mappare da subito i vincoli preesistenti. Le prime battute d’arresto arrivano dalla problematica delle strade; la soluzione era attuare un arretramento di 30 metri dal ponte, inoltre il parco adiacente doveva essere protetto dalle ombre dell’edificio stesso. Dopo tutto lo studio dell’area era emerso che dati i vincoli era rimasto un piccolo sito triangolare quasi troppo ristretto per costruire. Da qui ha poi avuto inizio la sfida.
Vancouver house scenograficamente emerge dal suolo e proprio come un climax ascendente si espande via via salendo; all’apparenza sembra un gesto surreale in realtà è dettato da un tipo di architettura altamente specializzata e reattiva plasmata proprio dal suo ambiente per esigenza formale e pratica.
Lo studio BIG (Bjarke Ingels Group) fondato dall’architetto Danese Bjarke Ingels è uno dei maggiori al mondo. Nel 2005 fonda il primo studio a Copenaghen città natale proprio del suo fondatore; data la rapida fame ed espansione nel 2010 apre un ufficio anche a New York; Londra apre nel 2016. Approda anche in Spagna dove vengono commissionati numerosi lavori siamo nel 2019; lo studio più recente è stato aperto a Shenzhen.
Sono stati completati più di 60 edifici in poco più di 15 anni, oltre 10 i paesi raggiunti il che sta a significare che non hanno una regione specifica di lavoro. I dipendenti ad oggi ammontano a circa 700 con possibilità di crescere ancora. Lo studio offre sicuramente i suoi punti di forza come: l’esperienza e la competenza come si evince in ogni lavoro portato a termine.
Composto da 17 partner e 26 associati, l’attività del gruppo è comunque influenzata dalla genialità e carattere istrionico del suo fondatore, Bjarke Ingels. L’architetto dimostra una grande capacità progettuale capace di pensare fuori dagli schemi ordinari a cui siamo abituati; inoltre ha anche un modo di comunicare l’identità propria attraverso i suoi progetti, di conseguenza, anche del suo studio con un linguaggio da pop-star. Produce brillanti video-teaser sui progetti in corso; ha prodotto un film-documentario e promuove un’attenta pianificazione e comunicazione social; Per esempio su Instagram (545mila follower) che mostra cantieri, set fotografici e momenti di vita privata proprio come se fosse una vera e propria celebrità vip; non a caso incarna la figura tipica dell’Archistar.
La sua forma innovativa e particolare fa dell’edificio un vero e proprio gioiello dell’architettura moderna. Il concetto innovativo di masse rovesciate ha calcato ancora di più l’idea sofisticata che c’è dietro il progetto. Proprio per questo è stato premiato, per la sua forza che emana ma non solo. Il fatto di sorgere in un punto critico della città fa sì che la complessità progettuale accresca. L’ingresso alla città di Vancouver non può essere banalizzato con una semplice costruzione.
L’area del lotto stretta ed a forma triangolare, per di più dove sorge un ponte, con una biforcazione a tre direzioni è una problematica/punto di particolarità interesse. L’edificio sorge sapientemente a 30 metri dall’area trafficata in modo tale da garantire ai residenti un minimo di calma lontano dai rumori delle auto. Alla base dello stesso sorge uno spazio pubblico multifunzionale.
All’esterno e all’interno della torre si percepisce un’idea di movimento; a conferirle questa dinamicità è stata la scelta dei dettagli, il grattacielo che si staglia verso l’alto e soprattutto dalla forma dei balconi molto particolare; anche i materiali utilizzati donano e trasmettono all’edificio un modello di abitare movimentato, soprattutto all’intero quartiere.
Oltre al Vancouver House altri 7 progetti hanno ricevuto riconoscenze. I vincitori premiati hanno dimostrato di avere caratteristiche innovative, originali e prestazionali. Il concetto che si vuole ribadire attraverso questi concorsi lo dimostrano le diverse categorie e tematiche legate ai vari premi.
Gli edifici moderni, con le loro tecnologie, spazi progettati al dettaglio e funzionalità varie, offrono all’utente finale un miglioramento della propria vita, una condizione vantaggiosa sotto tutto gli aspetti che riguardano il tema dell’abitare sostenibile sia per chi ci vive sia per l’ambiente che ci circonda. Gli altri edifici sono anch’essi di grande valore: