Ponte di Pelješac: inaugurata l’opera che collega la Croazia
Con un’inaugurazione in pompa magna degna delle opere d’arte più importanti ed iconiche del mondo, conclusasi con uno show in volo della pattuglia acrobatica nazionale ed uno spettacolo pirotecnico, lo scorso 26 Luglio è stato ufficialmente aperto al pubblico il nuovissimo ponte strallato di Pelješac; e vista l’importanza multicontestuale dell’opera, questa merita a pieno titolo una presentazione simile.
Per sottolineare l’importanza e la portata dell’avvenimento è sufficiente riportare le parole rilasciate durante l’evento inaugurale da un visibilmente soddisfatto ed emozionato Primo Ministro croato, Andrej Plenković:
“Questo è un giorno storico per la Croazia, i miei sono sentimenti di gioia, orgoglio e gratitudine”
L’importanza del ponte di Pelješac, orgoglio nazionale croato
I fasti dell’evento inaugurale di quest’opera d’arte fanno capire quanto risulti importante per la nazione croata da tanti punti di vista. Primo fra tutti quello geopolitico: il ponte infatti si trova nella regione della Dalmazia meridionale della nazione, quella raguseo-narentana, che ha la particolarità di essere una exclave, ossia un territorio distaccato fisicamente dal resto della nazione.
La realizzazione del ponte di Pelješac permette di ricostituire l’integrità nazionale almeno dal punto di vista trasportistico, permettendo di raggiungere il capoluogo di regione, Ragusa (meglio nota come Dubrovnik in Croazia), senza dover affrontare i valichi di frontiera per attraversare la striscia costiera di Neum, territorio della Bosnia-Erzegovina.
Proprio per questa ubicazione strategicamente fondamentale, da circa 15 anni fra le due nazioni dirette interessate la realizzazione dell’opera ha suscitato pareri decisamente contrastanti. Da un lato i vertici politici croati (gli allora Primo Ministro Zoran Milanović e presidentessa Kolinda Grabar-Kitarović) che hanno spinto per una realizzazione più celere possibile, dall’altro le autorità bosniache (fra cui l’allora Primo Ministro Denis Zvizdić) che hanno fatto ostruzionismo, temendo ripercussioni dal punto di vista economico per il traffico mercantile nel porto di Neum.
La diatriba ha trovato un lieto fine (lato croato) nel 2017, quando la Commissione Europea ha approvato il progetto (nel frattempo avviato dal 2007 dalle autorità croate), finanziandone cospicuamente una parte a fondo perduto per una cifra complessiva di circa 357 milioni di euro. Progetto che, ponte di Pelješac a parte, è importante anche dal punto di vista infrastrutturale: unitamente all’inaugurazione dell’opera d’arte è avvenuta anche l’apertura della nuova superstrada 674 che attraversa tutta la penisola di Sabbioncello tra gli svincoli di Duboka (sulla terraferma) e Prapratno (a Sud della penisola).
L’ingegneria alla base del ponte di Pelješac
Ingegneristicamente, il ponte di Pelješac è lungo complessivamente 2404 metri, distribuiti in 13 campate di cui 5 di tipo strallato di luce pari a 285 metri l’una e le restanti 8 (i viadotti di accesso nelle due direzioni) del tipo a travata di luce via via decrescente avvicinandosi alle spalle di estremità.
Le campate strallate, le più eleganti ed interessanti tecnicamente, presentano antenne d’attacco degli stralli in acciaio che dal piano di impalcato si innalzano di oltre 30 metri e che, all’incirca a metà dello sviluppo longitudinale della struttura, consentono all’impalcato del ponte di avere un’altezza dal pelo dell’acqua di 55 metri. In questo modo si supera l’eventuale problema sopra citato, ovvero l’impossibilità di far arrivare al porto della città bosniaca di Neum le navi mercantili di maggiori dimensioni, riducendo di conseguenza il volume di traffico della regione.
L’impalcato del viadotto presenta una larghezza complessiva di 21 metri all’interno dei quali sono alloggiate, oltre alla porzione centrale di ancoraggio degli stralli, due carreggiate separate che permettono la percorrenza dell’opera nei due sensi di marcia. Ciascuna carreggiata presenta una corsia di marcia larga 3,50 metri ed una corsia di stop laterale larga 2,50 metri, utilizzabile solamente in caso di emergenza e per le manutenzioni dell’opera.
Il ponte di Pelješac porta le firme progettuali della join venture composta dalle società d’ingegneria slovene Pipenbauer Consulting Engineers e Ponting Bridges. Esecutivamente, abbastanza stranamente l’opera è stata affidata all’impresa di stato cinese China Road & Bridge Corporation. Si alimenta il controsenso UE dichiaratasi (almeno verbalmente) preoccupata dagli interessi cinesi nei Balcani salvo poi assegnare un’opera strategicamente così importante proprio a questi ultimi senza considerare che in Europa esistano eccellenze in questo campo (come Webuild, si veda il Terzo Ponte sul Bosforo).
In dolce compagnia del Krk Bridge
Il ponte di Pelješac si aggiunge alla lunga lista di ponti e viadotti di una certa importanza presenti nel paese, che per sua conformazione geografica presenta per l’appunto numerose opere di attraversamento di corsi d’acqua, vallate e mari degne di nota.
L’infrastruttura più importante in questo senso è senza dubbio il Krk Bridge, famosissimo ponte a due archi in calcestruzzo armato a via superiore di lunghezza totale pari a 1430 m che da circa 40 anni fa da sfondo alle foto migliaia di turisti e bridge hunters, collegando l’omonima isola croata alla terraferma nelle vicinanze della città di Fiume.
La struttura, realizzata fra 1976 e 1980 da un consorzio di imprese ex-jugoslave, presenta come detto due arcate in calcestruzzo armato il cui appoggio intermedio si trova sull’isolotto di San Marco, a metà strada fra la terraferma e l’isola di Krk. Il più grande dei due archi, che ha uno sviluppo di 390 m (416 m se si considera la parte sommersa) è stato fino al 1997 il più grande del mondo del suo genere, superato solamente dall’arco del Wanxian Bridge, di lunghezza pari a 425 m.
Purtroppo, bisogna aggiungere che probabilmente quest’opera d’arte avrà ancora poco da vivere: dato l’elevatissimo volume di traffico che la attraversa ogni anno, infatti, attualmente è in progetto un nuovo ponte più moderno e di larghezza maggiore (il Krk Bridge presenta una larghezza di circa 11,40 m e consente il transito di una corsia di veicoli per senso di marcia) che possa far fronte al numero sempre più crescente di auto e motoveicoli che lo interessano.