Coronavirus, un’idea per mantenere la distanza sociale nei mercati
I numeri della pandemia continuano a crescere in tutto il mondo, con quasi 1 milione e 300 mila persone contagiate. Ma in alcune regioni, come l’Italia, si iniziano a vedere i primi effetti positivi del lockdown. Mentre le immagini che ci giungono dalla Cina e dal Giappone mostrano che ripartire è possibile, seppur con diverse accortezza. Infatti quella che gli esperti chiamano Fase 2, ovvero quella di convivenza con il virus, sembra essere ormai certezza e sarà cruciale per il contenimento del contagio da Coronavirus. Per un periodo quindi la parola chiave sarà distanza sociale.
Proprio per questo lo studio olandese Shift Architecture Urbanism ha sviluppato un’idea per un mercato del cibo di strada dove le persone possono acquistare prodotti freschi senza entrare in contatto tra loro. Perché se sarà difficile adattarsi, una rivalutazione degli spazi può essere d’aiuto in questo momento di transizione.
Il Coronavirus e la distanza sociale
Il nome di questo progetto è Hyperlocal Micro Markets e consiste in una rete di mercati pubblici dove i clienti possono fare la spesa senza rischiare la diffusione del coronavirus. L’idea è semplice ma quantomai efficace e utile. Una griglia di 16 quadrati delimita gli spazi del mercato, consentendo alle persone di fare acquisti rispettando la distanza sociale. Ogni quadrato è una sorta di safe-space nel quale le persone possono sostare e attendere il proprio turno per poi muoversi a quello successivo, quasi fosse una partita di scacchi. Solo 6 persone alla volta sono autorizzate ad entrare nella griglia, con l’unica regola che un quadrato può essere occupato solo da una persona.
Lo spazio è ordinato in maniera tale da distinguere varie zone, come quelle di acquisto, di pagamento e di transizione. All’esterno della maglia una zona di attesa, anch’essa delimitata da nastri, permette di realizzare una fila ordinata e conforme ai regolamenti di distanza sociale per il coronavirus. L’idea di questo mercato è nata in risposta alla decisione di chiudere o limitare i mercati pubblici all’aperto, come accaduto anche a Rotterdam. Secondo gli architetti, riaprire questi luoghi permetterebbe di diminuire la pressione sui supermercati, presi quotidianamente d’assalto con lunghe file che causano importanti assembramenti sia all’interno che all’esterno.
I supermercati sono luoghi in cui è difficile controllare il rispetto della distanza sociale, ma altro aspetto da non sottovalutare è quello igienico. Nei supermercati molte persone toccano gli stessi prodotti, mentre nei piccoli mercati all’aperto questo potrebbe essere evitato. Secondo gli architetti è da considerare anche il lato economico: “Molte famiglie dipendono dal mercato all’aperto per i loro bisogni alimentari di base. La chiusura dei mercati li costringe a passare ai supermercati più costosi, esercitando un’ulteriore pressione finanziaria su questi gruppi più vulnerabili.”
La suddivisione dei mercati per creare meno assembramento
Per cercare di alleggerire il carico dei supermercati, i mercati all’aperto dovrebbe essere consentiti in più quartieri. Così facendo si evita di creare assembramento nei supermercati presi d’assalto, e grazie agli Hyperlocal Micro Markets si crea ordine in quelli locali.
Altro aspetto alla base di questa idea è la modalità di spesa. Niente merce in mostra e libera scelta, le bancarelle vendono pacchetti anziché singoli prodotti al fine di ridurre il tempo di permanenza di ogni cliente. C’è un ingresso ma due uscite, e ogni bancone ha due contatori, uno per l’ordine e uno per la raccolta. Il fine di questo progetto è quello di sostituire il precedente modello di concentrazione con un modello di dispersione, sia nello spazio che nel tempo.
Questo è solo uno degli espedienti che architetti, designer e urbanisti hanno ideato per assicurare la distanza sociale ed evitare la diffusione del Coronavirus. Carlo Ratti Associati ha realizzato dei container per ampliare i reparti di terapia intensiva degli ospedali sovraffollati, mentre PENDA ha ideato uno scudo per proteggersi dal Coronavirus.