Febbre da bunker – Sono giorni difficili e drammatici per chi sta combattendo in queste ore per la propria libertà, indipendenza, spirito patriottico e amore verso la terra natia. Chi come le migliaia di uomini che stanno imbracciando le armi, per ordini superiori o per dovere ma anche uomini che hanno scelto di sposare la causa di un popolo; il quale ha deciso di separarsi definitivamente dal quel filo che legava la Russia alle sue minori e non completamente indipendenti figlie dell’URSS.
Non tutti o quasi nessuno crede che l’unica strada per la pace sia la guerra; testimonianze reali dicono che anche i Russi ripudiano la guerra ma sono costretti a farlo, alcuni non sanno nemmeno le cause, cosa e perché stanno combattendo. Purtroppo tutti noi compreso chi non è in trincea fisicamente, sta scrivendo pagine di storia che rimarranno indelebili tra i libri delle generazioni che verranno.
Dopo gli anni drammatici della pandemia siamo chiamati a resistere ancora una volta a tempi duri e preoccupanti. Ognuno affronta questi giorni dolorosi in modo più disparato, perché si sa il genere umano è vario, strano, capace di qualsiasi cosa. Attraverso queste righe affrontiamo un aspetto tanto strano quanto reale, legato alla mente umana che prova in tutti i modi di trovare riparo e ricovero attraverso ogni tipo di soluzione. Nella speranza che tutto ciò finisca presto analizziamo una sempre più diffusa corsa al rifugio tramite “bunker”; luoghi dove vivere che come gusci potrebbero salvare vite dalle bombe e dagli attacchi ma anche dalla preoccupazione e dall’isteria generale.
L’esigenza di avere un rifugio antiatomico sotto casa nasce dal recente passato e dalla crescita sempre maggiore di un sentimento di paura. In Italia il rischio di una guerra nucleare è quasi pari a zero, nonostante ciò molti italiani hanno iniziato a fare richiesta o soltanto a prendere informazioni sulla realizzazione di bunker antiatomici sotterranei presso la propria abitazione.
Nel nostro paese nessun piano regolatore prevede questo tipo di realizzazione, l’unico modo è quello di concepirli e dichiararli come cantine. In paesi come Stati Uniti o la più vicina Svizzera c’è un alto tasso di rifugi privati, alcune leggi permettono la loro realizzazione, in molti casi sono le amministrazioni a preoccuparsi della loro costruzione, proprio per garantire una maggiore protezione nei riguardi della popolazione.
La costruzione di un bunker richiede un accurato progetto, prima di tutto serve un permesso comunale per costruire, anche sotto terra; per potersi riparare da eventuali bombe o attacchi radioattivi la profondità è fondamentale. La cellula può avere un’altezza che varia da 1 metro e mezzo fino ai tre metri, gli ingressi sono almeno due, lo spessore delle mura è tra i 30 e 80 cm, porte blindate in acciaio e cemento con apertura verso l’esterno.
La presenza di buoni impianti è fondamentale nonché di vitale importanza; un impianto di aerazione per eliminare gas dannosi e circolo d’aria per non far creare umidità la quale danneggerebbe le scorte di cibo. Gli elettrodomestici minimi per cucinare o tenere i cibi deperibili al sicuro. I servizi igienici, brande per riposare e dispositivi per poter comunicare con l’esterno. Una cisterna con minimo 1000 litri di acqua pulita a disposizione non può mancare. Per conoscere le dimensioni, ovviamente sono calibrate in base al numero di persone da ospitare.
Esistono in Italia alcune aziende che si occupano della produzione di bunker, la Northface è leader in questo settore. La realizzazione di queste cellule mira alla protezione massima in caso di attacchi bellici, nucleari o catastrofi. Possiamo anche misurare il grado di protezione attraverso una scala internazionale; la INES (International Nuclear Event Scale) misura e classifica la gravità di un evento nucleare.
L’azienda produce bunker NBC (protezione nucleare-batteriologica-chimica) il quale è in grado di soddisfare un altissimo grado di sicurezza. L’ispirazione nasce dall’esempio svizzero; Il governo federale svizzero, 30 anni fa, secondo una legge imponeva la protezione anti-atomica per ogni cittadino e per ogni lavoratore estero presente sul territorio della confederazione. Quella scelta nacque in un periodo difficile, erano gli anni della guerra fredda e il governo doveva proteggere la propria popolazione. Con l’avanzare degli anni l’allerta è sempre rimasta alta con il susseguirsi di fenomeni come il terrorismo o possibili incidenti nucleari. Per questo la Svizzera ha sempre continuato a finanziare e mantenere queste regole per fronteggiare il rischio.
Perché in Italia cresce la voglia di un bunker personale sotto casa? Il confine tra Italia ed Ucraina dista circa 850 km, da posizione Friulana ma da noi in Italia cresce l’ansia e la preoccupazione della guerra. Oramai parecchi pensano di costruirsi un bunker in giardino o vicino casa, convinti dell’idea che la guerra si sposti e si estenda più ad occidente. Le richieste avanzate a produttori di bunker sono aumentate a dismisura negli ultimi giorni. Roma è la città principale da cui partono più richieste, forse perché è la città, nonché capitale italiana, cui potrebbe ricadere l’interesse maggiore.
Una decina di persone si sono attivate concretamente per la realizzazione, sono perlopiù professionisti e gente molto benestante. Questa isteria da un lato può essere compresa visti gli ultimi anni in cui nessun evento può essere prevedibile o quantomeno pensabile minimamente. L’intenzione principale di queste persone è sicuramente la voglia di proteggere la propria famiglia ma anche calmare quelle paure che inconsciamente attraversano le persone. I costi non sono per nulla cifre per tutti.
Costruire da zero un bunker di circa 25 o massimo 30 metri quadrati può costare dai 60mila euro fino agli 85mila. Con questa metratura possono viverci 5 persone per non più di 25 30 giorni consecutivi; molto dipende anche dalle scorte di cibo accumulate. Per le tempistiche di costruzione ovviamente bisogna attendere oltre la costruzione in sé anche i tempi della burocrazia. Concessioni edilizie, tempi di progettazione e presentazione pratiche.
Molti si staranno chiedendo dove rifugiarsi eventualmente in Italia, vediamo dove sono i bunker italiani più famosi. Molti bunker in Italia son stati costruiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra i più noti Villa Torlonia a Roma, oggi parco pubblico ma è stata la residenza del Duce Benito Mussolini. Costruita per poter riparare da eventuali attacchi sé stesso e la propria famiglia; la struttura è davvero imponente, la forma è cilindrica, si trova a sei metri sottoterra ed è protetta da quattro metri di cemento armato.
Ancora a Roma è presente lo storico bunker destinato alla famiglia reale fatto costruire da Re Vittorio Emanuele III. Si trova nei terreni di Villa Ada; era stato progettato in modo tale da potersi spostare sottoterra con le automobili.
Anche Milano è dotata dei suoi bunker; il più noto è il rifugio 87 sotto la scuola elementare Giacomo Leopardi in Via Bodio, altri rifugi si trovano in Via Gioia vicino la stazione centrale e in Via Cesare Battisti.
A Torino sono ben due i rifugi sotterranei più famosi; il primo si trova sotto piazza Risorgimento, le misure sono piuttosto imponenti, 40 metri di lunghezza per 4,5 metri di larghezza e 3,3 di altezza. Anche sotto il palazzo civico è presente un più modesto rifugio; si trova a 10 metri di profondità e vi si accede attraverso un tunnel lungo 30 metri e alto 1,8; può ospitare fino a 50 persone.
Non poteva mancare la città di Napoli; Re Ferdinando II di Borbone fece costruire il suo rifugio già nel 1853. Fu utilizzato anche durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.