Cosa sono e quando si applicano gli Eurocodici?
Le vigenti normative in Italia prevedono una coesistenza sia delle Norme Tecniche per le Costruzioni, ossia l’insieme delle normative nazionali, con relativi aggiornamenti, sia delle normative europee. Queste ultime sono vaste e ne fanno parte gli Eurocodici. Queste sono norme attuabili in tutti i settori delle costruzioni, poiché ogni Eurocodice tratta un preciso argomento. Ma perché, in Italia, non si fa riferimento solo ed esclusivamente a queste normative complete? Che cosa sono gli Eurocodici?
Normative italiane
Facciamo chiarezza. Il quadro normativo italiano sulle costruzioni è costituito dalle principali Norme Tecniche per le Costruzioni e relativi aggiornamenti e due documenti esplicativi: la Circolare descrittiva le NTC e le Appendici agli Eurocodici. Quest’ultime, datate 2012, sono ancora in attesa di aggiornamento. Le Appendici Nazionali agli Eurocodici sono state pubblicate su Gazzetta Ufficiale con il decreto 31 luglio 2012 dal titolo “Approvazione delle Appendici nazionali recanti i parametri tecnici per l’applicazione degli Eurocodici”. Ma perché non si attuano solo gli Eurocodici?
La risposta trova fondamento nel trattato di Roma ancora vigente: la Commissione Europea decide di creare un programma relativo alle costruzioni e si stabilisce l’insieme delle norme tecniche per la costruzione di opere civili. Ogni Paese è libero di poter fissare a loro discrezione il livello di sicurezza delle costruzioni all’interno dei propri confini. Per questo motivo, l’Italia ha ritenuto opportuno stabilire le normative adattate al territorio, cooperando con le normative stabilite dall’Unione Europea.
Cosa sono e come sono composti gli Eurocodici
La domanda permane: cosa sono gli Eurocodici? Ma soprattutto, sono obbligatori? La risposta è no. Infatti, gli Eurocodici sono normative europee strutturali di Carattere Volontario. Questa caratteristica è dovuta al fatto che non nascono da una Direttiva, bensì da una Raccomandazione, precisamente la Raccomandazione della Commissione Europea dell’11 dicembre 2003, relativa all’applicazione e all’uso degli Eurocodici per lavori di costruzione e prodotti strutturali da costruzione. Nella suddetta raccomandazione, infatti, si evince che è specificato più volte “sarebbe perciò opportuno che gli Stati membri approvino gli Eurocodici”. Rimane, comunque, la libertà dei singoli Paesi nell’affiancare a queste le normative nazionali.
Il contenuto degli Eurocodici è suddiviso per categorie di appartenenza di settore, che a loro volta si suddividono in condizioni. Dall’Eurocodice 0 all’Eurocodice 9, ecco come sono suddivisi:
- Eurocodice 0: sono specificati i criteri generali di progettazione strutturale. La norma rappresentativa è l’UNI EN 1990 del 2006.
- Eurocodice 1: descrive le azioni agenti sulle strutture. In questo contenuto vi sono molteplici norme per ogni condizione di azione. Quindi dalle azioni da carico da neve, azioni del vento fino ad arrivare alle azioni su diversi tipi di strutture.
- Eurocodice 2: qui si entra nel vivo della progettazione strutturale per le strutture in calcestruzzo, descrivendone le regole generali.
- Eurocodice 3: come l’Eurocodice 2 ma per le strutture in acciaio, descrivendone, quindi, anche le caratteristiche del materiale.
- Eurocodice 4: riguarda la progettazione delle strutture composte acciaio – calcestruzzo.
- Eurocodice 5 e Eurocodice 6: rispettivamente per strutture in legno e muratura.
- Eurocodice 7: norma fondamentale per la progettazione geotecnica, facendo riferimento anche alle indagini e prove nel sottosuolo.
- Eurocodice 8: riferimento alla progettazione delle strutture in zona sismica.
- Eurocodice 9: progettazione delle strutture in alluminio.
Schematizzando e semplificando il tutto, possiamo stabilire che gli Eurocodici sono nati per gli scopi di verifica e progettazione, sia che si tratti di strutture di uso comune che di uso pubblico. Per questo motivo, vista la particolare somiglianza con l’attuale normativa italiana, in molti pensano sia uno strumento che potrebbe tranquillamente essere l’unico. Per poter visionare le normative nella loro completezza, si riporta il link diretto.
Come vengono utilizzati in Italia
Ciascuna Nazione deve stabilire dei parametri NDP (Nationally Determined Parameters), ovvero dei parametri determinati a livello nazionale. Tali parametri dovranno essere inseriti in un database, creato dal Joint Research Centre della Commissione Europea per la Normazione. Attualmente, l’Italia ha caricato nel database il 23 per cento dei parametri, 1506 parametri che definiscono valori e indici. In particolare, l’Italia ha pubblicato quasi tutti i parametri che riguardano gli Eurocodici per il calcestruzzo armato, per il legno, settore geotecnico e sismico. Mancanti sono ancora quelli che riguardano acciaio e muratura.
Sebbene, non siano dei contributi obbligatori, sempre più frequentemente i tecnici si riferiscono agli Eurocodici. Questo è probabilmente dovuto alla facilità di interpretazione e di schematizzazione. Cosa che non si può certo dire per le normative nazionali, tra aggiornamenti e capitoli che rimandano ad altri. È anche vero che è difficile attuare normative così generali a casi specifici. Sappiamo benissimo che il territorio italiano è alquanto complesso. È comunque probabile che a breve, gli Eurocodici diventeranno l’unica normativa di riferimento.