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Tutti gli aspetti dell’abusivismo edilizio

L’abusivismo edilizio è un vero e proprio reato che consiste nell’effettuare un intervento edilizio che può essere sia la costruzione intera di un immobile, sia in minor misura la realizzazione di una sua parte trascurabile e minima.

La frana di Ischia ha acceso un campanello d’allarme di un problema già diffuso da nord a sud, da svariati anni e da persone di diversa e varia estrazione sociale.

Tecnicamente l’abuso edilizio è una “difformità edilizia”, cioè quanto realizzato non è in linea a quanto è stato dichiarato. Le possibili conseguenze associate e delle eventuali strategie per sanare un abuso sono varie e differiscono soprattutto in base alla cubatura prodotta ed all’importanza dell’opera prodotta in difetto.

abusivismo edilizio
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Realizzazione di un fabbricato ex novo: il permesso di costruire

Costruire ex-novo, modificare volumetrie o semplicemente apportare cambiamenti alle sagome edilizie è tutto considerabile come “interventi” sottoposti al giudizio di alcune commissioni o enti che rilasciano permessi per apportare le determinate e circostanziali modifiche all’assetto plano volumetrico del territorio in cui insistono i manufatti. Il parere favorevole è necessario e propedeutico al prosieguo dell’intervento da effettuare. Il permesso di costruire è necessario per determinati interventi:

  • Interventi legati all’asseto urbanistico. Ogni Comune italiano è provvisto di alcuni strumenti, il vecchio PRG (Piano Regolatore Generale), ormai caduto quasi ovunque in disuso; ed il nuovo Piano che descrive l’assetto territoriale dei Comuni più aggiornato ed in linea con le nuove esigenze, denominato PUC (Piano Urbanistico Comunale). Questo tipo di Piano regola l’assetto territoriale, in base ad alcune caratteristiche anche conformative e proporziona i cambiamenti a livello macroscopico dei paesi/città. Spesso esistono vincoli apposti in determinate zone di pregio/difetto conformativo che vanno rispettati nei limiti di quanto imposto. Non in tutte le zone è possibile edificare o semplicemente modificare gli assetti degli edifici. Necessario e fondamentale regolare questi aspetti di tipo urbanistico per uno sviluppo controllato e responsabile delle aree. Le diverse attività di qualsiasi genere devono innestarsi nel tessuto cittadino in modo regolato per gestire al meglio i flussi e permettere al meglio il funzionamento dell’intera macchina comunale ed evitare caos.
  • Interventi legati all’aspetto ambientale. Necessario quando si interviene in edilizia tenere presente dei fattori ambientali. Anche il rispetto del verde esistente o l’aumento delle aree destinate a verde pubblico devono essere commisurati in base ai fattori umani. Considerare ogni area importante dal punto di vista paesaggistico è fondamentare per preservare e gestire al meglio i luoghi in cui insistano gli interventi edilizi.
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Altri tipi di interventi

  • Interventi legati alla sicurezza strutturale. Costruire in sicurezza evitando di incorrere a problemi di natura catastrofica è un aspetto da non sottovalutare. I rischi naturali legati alle alluvioni, forti venti, mareggiate e altri eventi di simile caratura vanno controllati e prevenuti. Le costruzioni possono intralciare, peggiorare o addirittura causare problemi di caratura molto importante. È espressamente vietato dai Piani costruire in luoghi non sicuri che potrebbero causare danni a cose e persone; per questo motivo alcune zone sono scartate dalla possibilità di edificare o modificare il territorio e magari sono destinate ad altre attività che non vadano ad impattare in modo permanente le aree stesse.
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Conseguenze di un abuso

Ogni genere di abusivismo edilizio è una violazione dei limiti edificatori imposti per legge da un ente. Quando si incorre in questi problemi si accetta il fatto di rischiare in maniera consapevole una situazione catastrofica lieve o di maggior portata quale sia. Se costruiamo banalmente in un territorio protetto o vincolato sappiamo di rischiare e di incorrere in conseguenze ben maggiori di una semplice sanzione, tipo causare danni a cose e persone anche gravi.

E cosa comporta la trasgressione di legge? Innanzitutto è un reato che può incanalarsi in due strade; in primo luogo la sanzione penale e quindi un pagamento congruo commisurato alla gravità dell’abuso effettuato. Nei casi estremi e gravi l’effetto può portare anche all’arresto di tutti i soggetti coinvolti. La sanzione pecuniaria trascorsi i 5 anni e sotto l’effetto di un rinvio a giudizio può cadere in prescrizione. Per quanto riguarda la sanzione amministrativa invece è previsto i l ripristino dei luoghi allo stato originario e ovviamente tutte le spese di demolizione e ripristino vanno a carico di chi ha effettuato l’abuso. In alcune situazioni si può mantenere l’abuso e quindi le modifiche effettuate non secondo le norme, quindi in sanatoria.

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La sanatoria ed il condono le due strade di remissione dall’abusivismo edilizio

Il giusto compromesso e la strada più vantaggiosa è la sanatoria. La sanatoria come dice il termine sana la difformità dell’abuso mediante il pagamento di una sanzione con il supporto di un tecnico professionista incaricato dal committente per regolarizzare i documenti necessari. La questione è ben più seria, infatti non tutto è sanabile, dipende da ciò che è concesso dalla normativa in vigore e dai regolamenti locali. In caso contrario e in contrasto alle leggi, la demolizione è l’unica strada!

Il condono è una formula non ben vista da tutti, in particolare da persone che ritengono una sanatoria come un modo di risolvere i problemi “all’italiana”; cioè facendo passare l’idea che anche se qualcuno sbaglia poi c’è sempre modo di rimediare. In realtà questa è sempre stata una misura dello stato che mira a battere cassa ed a cercare di far emergere tutte quelle situazioni sommerse ed in bilico di centinaia di migliaia di persone.

Lo stato appunto tramite una legge speciale permette di sanare una determinata situazione di difetto, commessa o ereditata, sempre in maniera non pesante, che non risulta conforme ad i regolamenti vigenti. Ad oggi lo storico dei condoni ammonta a quota 3. 1985, sotto il governo Craxi.  1994,sotto il governo Berlusconi. Ed in fine l’ultimo vero e proprio condono nel 2003, sempre sotto governo Berlusconi. Stando ai numeri, in Italia in 35 anni sono state richieste più di 15 milioni di pratiche da sanare; attualmente ne giacciono ancora più di 4 milioni da evadere. Il condono può essere come una lotteria perché non si sa mai se si apra una nuova finestra sanatoria; potrebbe  anche non aprirsi mai e non permettere di ottenere un nuovo modo di rimediare a qualche errore o vizio da sanare.