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Incendio in un grattacielo a Milano, dubbi sui materiali della facciata

Una tranquilla domenica pomeriggio nella periferia di Milano, viene sconvolta da un tragico evento: un incendio. In via Antonini, un grattacielo prende fuoco. La struttura, nota come Torre Moro, viene totalmente avvolta dalle fiamme. Una coltre di fumo copre il cielo dell’edificio ed è visibile anche molti chilometri da zona Famagosta, dove si trova la torre. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con diversi mezzi e il 118 con dieci ambulanze, cinque automediche e l’elisoccorso. Ad accorgersene è stato un ragazzo che ha iniziato a correre per le scale e consentire a gran parte degli inquilini di scappare.

Il rogo. Credits: Vigili del Fuoco

L’incendio sarebbe partito dal quindicesimo piano e si sarebbe propagato a una velocità impressionante. Lo stabile, a quanto si è appreso, ospita circa 60 famiglie. Tra gli abitanti del palazzo anche il cantante Mohmood, vincitore di Sanremo 2019, assente come molti altri condomini, raggiunto telefonicamente dai soccorritori. Attualmente rimane ancora «in fase di spegnimento», secondo i vigili del fuoco. Il sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala ha escluso che ci siano vittime. Le responsabilità e le cause dell’incendio che ha devastato il grattacielo di Milano, sono tutt’altro che chiare.

Le possibili cause dell’incendio a Milano

Gli sfollati, adesso, sono stati accolti nelle case di parenti e amici, altri invece sono stati sistemati in hotel. Il pm ha aperto un fascicolo per il disastro avvenuto. Le cause sono ancora poco chiare, ma sono i materiali di rivestimento del grattacielo di Milano ad esser imputati. Quali materiali sono stati usati? Quali sono state le tecniche per l’esecuzione dei lavori? Era tutto a norma? In merito a questo discorso si è esposto il professor Angelo Lucchini, docente di Architettura al Politecnico di Milano ed esperto di edifici alti e nonchè di sicurezza, al Corriere della Sera:

Mi viene da dire una cosa: visto che il fuoco pare si sia propagato solo all’esterno, se qualcosa non ha funzionato riguarda esclusivamente l’involucro e in particolare il suo rivestimento. Significa cioè che il sistema di sicurezza interno ha funzionato. Il rivestimento è stato realizzato con materiale combustibile, in grado di reagire rapidamente all’innesco che, per quanto è dato sapere, pare sia avvenuto a un piano alto.

Una delle ipotesi che circola in queste ore (ma non vi è alcuna certezza) è che i pannelli di rivestimento fossero in polistirene.

La Torre dei Moro

Il grattacielo di Milano, noto come Torre dei Moro è un edificio di nuova costruzione, progettato in BIM, nello specifico con Revit, in attuazione di un Piano di Recupero e ceduto al Comune di Milano. Un edificio moderno e avveniristico, realizzato nel 2011.

Il grattacielo di Milano ha una morfologia particolarmente studiata: a partire da un impianto ad andamento orizzontale di edifici con copertura a volta si innalza la torre residenziale di 16 piani che raggiunge i 60 metri di altezza, nella quale abitavano 70 famiglie, 30 delle quali erano presenti al momento dell’incendio. La forma allungata della torre, caratterizzata da due grandi vele asimmetriche, dinamiche, richiama la forma di una nave. Il progetto prevedeva un edificio a carattere misto (3.100 mq di superficie produttiva, 2.300 mq di superficie commerciale, 420 mq di superficie terziaria e 3.700 mq di superficie residenziale).

Torre dei Moro. Credits: CDM Dolmen, Ing. Federico Formica

L’architettura ha una morfologia particolarmente studiata. Da un impianto ad andamento orizzontale di edifici con copertura a volta si innalza la torre residenziale di 16 piani che raggiunge i 60 metri di altezza, nella quale abitavano 70 famiglie. La forma allungata della torre, dalle due grandi vele asimmetriche, dinamiche, ricorda una nave. Il progetto riguarda un intervento di nuova edificazione a carattere misto. Composto da 3.100 mq di superficie produttiva, 2.300 mq di superficie commerciale, 420 mq di superficie terziaria e 3.700 mq di superficie residenziale. Esso è l’attuazione di un Piano di Recupero di via Antonini 32/34, zona Famagosta. E’ costituito da un complesso destinato ad uso privato e da un edificio residenziale.

La struttura

Il complesso è costituito da due piani interrati. Essi fungono da autorimesse, posti auto, cantine e locali tecnici. Da un piano fuori terra adibito ad attività commerciale. Da una parte superiore in cui vi sono le unità immobiliari disposte su due livelli e, infine, da un edificio a torre. La struttura è molto legata alla tradizione costruttiva milanese. Segue infatti il caratteristico orientamento nord-ovest/sud-est e le coperture tradizionali a volta. Le forme, i materiali ed i colori della torre invitano al dialogo e la piazza interna elevata riprende la vecchia corte.

Le fondazioni sono caratterizzate da una piastra in calcestruzzo armato. Esse hanno uno spessore di 120 cm che poggia su un terreno consolidato mediante colonne jet-grouting a grande diametro. Altre fondazioni dell’edificio vittima di un incendio a Milano sono costituite da travi rovesce e da plinti isolati. La struttura verticale è costituita da muri perimetrali, pilastri e setti intermedi in calcestruzzo armato ai piani interrati, da pilastri e da setti intermedi in calcestruzzo armato  ai piani fuori terra. Per le unità immobiliari al di sopra del locale commerciale sono stati utilizzati muri perimetrali ed intermedi in laterizio portante e pilastri in calcestruzzo armato. I dubbi maggiori restano per i rivestimenti, il cui materiale è stato la causa della propagazione rapidissima delle fiamme.

Published by
Mariano Iengo