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Inchiesta Ponte Morandi, arrestati l’ex ad e altri dirigenti di Autostrade per frode

Inchiesta Ponte Morandi, arrestati l'ex ad e altri dirigenti di Autostrade per frode

L’inchiesta Ponte Morandi entra nel vivo, la procura di Genova ha imposto gli arresti domiciliari per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, oltre a Michele Donferri Mitelli, ex responsabile delle manutenzioni, e Paolo Berti, ex direttore operativo dell’azienda. Non è un caso che la società, posseduta da Atlantia, li abbia allontanati da tempo. La Guardia di Finanza ha posto a misure interdittive altri tre manager ancora in servizio per Aspi. L’accusa è di attentato alla sicurezza nei trasporti e di frode in pubbliche forniture, rispettivamente secondo l’articolo n°432 e n°356 del c.p.

Giovanni Castellucci fu anche il primo indagato dalla procura di Genova per l’inchiesta Ponte Morandi già dall’agosto 2018, poco dopo il tragico accaduto. L’ex ad è anche indagato, secondo quanto riporta il quotidiano La Rupubblica, per inquinamento probatorio, ovvero per aver occultato, modificato o nascosto le prove. Questo reato, a differenza dei primi citati, si sarebbe consumato durante il periodo successivo al suo allontanamento da Aspi, instaurando un rapporto di collaborazione con manager interni con l’intento di depistare le indagini.

I tre dirigenti di Aspi indagati sono: Stefano Marigliani, direttore del primo tronco di Autostrade, ora trasferito a Milano, Paolo Strazzullo, oggi distaccato a Roma ed ex responsabile delle ristrutturazioni pianificate sul ponte Morandi, che secondo la procura di Genova non sono state mai eseguite e Massimo Meliani di Spea. L’inchiesta si sovrappone anche all’indagine che riguarda i pannelli fonoassorbenti dell’ex Ponte Morandi. Le persone, ora sottoposte a misure restrittive, sapevano i difetti che le barriere fossero difettose e avrebbero potuto cedere in giornate fortemente ventose. Oltre al fatto che per la posa in opera, secondo quanto riportato da Open, siano stati usati dei materiali scadenti privi delle certificazioni europee necessarie.

Inchiesta Ponte Morandi, arrestati l'ex ad e altri dirigenti di Autostrade per frode

Inchiesta Ponte Morandi, le parole del comitato vittime

“Oggi per noi è una giornata positiva, per quanto può esserlo dopo quello che abbiamo passato. Ecco la riprova che di questa società non ci si può fidare. Sono convinta che gli elementi che oggi hanno in mano gli inquirenti siano importanti per le indagini” – Egle Possetti presidente del Comitato parenti vittime del ponte Morandi

Le parole di Egle Possetti, Presidente del Comitato dei parenti delle vittime della tragedia, sull’inchiesta Ponte Morandi, tonano forte contro Aspi e i dirigenti che hanno lucrato sulla pelle dei cittadini e ai danni dello stato. Per Ella è la dimostrazione che tutto è causa loro e che dovrebbero pagare per gli errori commessi. Queste vicende avvengono a seguito della lettera di Atlantia inviata pochi mesi fa al Ministero dei trasporti, in cui rilevava difetti di costruzione. Quasi come se fosse più interessata a far proseguire le indagini che ad accordarsi per la transizione verso la Cassa Depositi e Prestiti.

Inchiesta Ponte Morandi, arrestati l'ex ad e altri dirigenti di Autostrade per frode

Le pretese di Atlantia continuano

Aspi, come già detto nell’articolo, parla di una “bolla d’aria”, ovvero una cavità causata da un vizio in fase di realizzazione, ma non di progetto, nella sella 9. Ricordando però che in alcun modo l’ing. Morandi può essere ritenuto responsabile del disastro. Aspi parlava, quindi, chiaramente di difetto di costruzione nel ponte Morandi, ovvero dovuto da una cattiva posa in opera degli stralli. In particolare, si riferisce ai getti di calcestruzzo e pare che tali cavità siano dovute ad un prematuro disarmo.

In concreto, quindi, le pretese di Aspi sono del tutto prive di senso, essendo ben noti i difetti strutturali, anche a seguito dell’inchiesta Ponte Morandi della procura di Genova. La società concessionaria avrebbe dovuto intervenire per mettere in sicurezza la struttura, nonostante la possibilità di “vizio occulto”. Dopo le recenti vicissitudini, è manifesta l’intenzione di Atlantia di anticipare le mosse della procura genovese con un atto pubblico. Quali saranno i prossimi passi?