Ingegneri, categoria introvabile
Circa il 50% delle attività che richiederebbero un personale qualificato in ingegneria e che ne ha urgenza di assunzione, non lo trova. La ricerca mette in luce alcuni dati significativi.
Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ha approfondito una ricerca; i dati sono stati estrapolati dal Sistema Informativo Excelsior Unioncamere-Anpal e sono molto significativi. C’ è una carenza di Ingegneri.
Il mercato del lavoro è in continua variazione; gli ingegneri sono molto richiesti ma allo stesso tempo non se ne trovano. I dati affermano che nei prossimi mesi dei circa 76mila lavoratori e lavoratrici con alta specializzazione, in 18mila riguardano laureati in ingegneria o professioni assimilate (13.720 solo ingegneri). All’interno del mercato permane ancora una forte distanza tra domanda e reperibilità di tale professione; nonostante la crisi finanziaria in atto e il lavoro che rallenta, questa professione sembra ancora molto richiesta.
Sempre la ricerca evidenza due dati: le imprese che richiedono laureti nell’indirizzo economico ed hanno difficoltà nel reperirli sono circa il 35% dei casi; la percentuale si alza se ci riferiamo a laureati in ingegneria, il 53% dei casi. Insomma c’è davvero una problematica di carattere lavorativo e gestionale.
La grande richiesta
Nello specifico nelle professioni altamente specializzate, gli ingegneri sono i più richiesti. Anche gli studi cosiddetti minori hanno carenza di personale. La richiesta è troppo alta e le risorse purtroppo scarseggiano.
Nel report leggiamo anche che oltre ai 18.000 laureati in ingegneria, sommiamo, gli ambiti di chi opera con mansioni tecniche; altri 14.850 tecnici in ambito ingegneristico. Il Centro Studi stima un fabbisogno di oltre 4.000 laureati in ingegneria civile e architettura, più di 4.000 in ingegneria elettronica e dell’informazione, parimenti per l’ingegneria industriale e circa 1.200 laureati in altri indirizzi sempre di ingegneria.
La forbice tra domanda e offerta
Il centro studi che ha effettuato la ricerca ha confermato un dato significativo; la maggior parte delle aziende lamenta una mancanza di candidature.
In generale nel mercato i due dati più alti interessano il settore economico; mancano circa il 35% di laureati in economia. Sale questa percentuale per quanto riguarda i laureati in ingegneria, mancherebbero circa il 53% di neolaureati. La forbice è alta tra domanda e offerta di ingegneri industriali e dell’informazione, dato storicamente già noto. Armando Zambrano, Presidente del CNI afferma e conferma un dato, la richiesta più consistente è quella di ingegneri edili da parte di molti studi professionali, anche di piccole dimensioni. La progettazione derivante dagli incentivi del Superbonus110% ha infatti ampliato di gran lunga il bacino operativo di molti liberi professionisti che si sono rilanciati immettendosi in questa nuova fetta di mercato
Le probabili soluzioni
Attualmente i percorsi universitari in ingegneria non sono molto focalizzati sul mondo del lavoro, anzi spesso sono completamente distaccati dalle realtà territoriali negli ambiti in cui agiscono. La soluzione più risolutiva potrebbe essere quella di tenere in maggiore considerazione i continui micro cambiamenti che avvengono in tutto il sistema produttivo e anche il mercato in cui operano i liberi professionisti.
Un forte contributo potrebbe venire anche da parte degli ordini professionali; essendo ben radicati sul territorio fungono da ausilio e congiunzione con l’Università. I corsi di ingegneria afferenti dovrebbero orientare le proprie prospettive verso un mondo del lavoro più dinamico e cangiante. Gli ordini potrebbero colmare proprio il vuoto tra Università e mercato del lavoro.
Con l’introduzione dei Supebonus sembra che si stia muovendo qualcosa. Alcuni studi professionali che hanno contatti con le Università riescono a reclutare ed inserire immediatamente neolaureati, facendoli così assaporare sin da subito il clima lavorativo.
Insomma queste nuove misure di rilancio per il comparto edile possono essere anche trampolino di lancio e scintilla per una inversione di marcia nel sistema Università-mondo del lavoro.
Anche le paghe medie che risultano essere ancora troppo basse rappresentano un freno ed un disincentivo a lavorare e quindi a presentare una candidatura.