Un altro passo verso il ponte sullo stretto di Messina
Eravamo rimasti al 2012, quando la realizzazione del ponte sullo stretto era stata fermata e con esso la società che doveva occuparsi dei lavori messa in liquidazione. Il consiglio dei ministri ha approvato, in data 16 marzo 2022, un primo schema di decreto che “salvo intese” rilancia la tanto attesa realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
“Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente”.
Con questa dicitura si da il via al decreto
Sono ancora in via di definizione gli aspetti tecnici ma a grandi linee il progetto definitivo è quello approvato 11 anni fa. Il ponte sospeso strallato più lungo al mondo, 3,2 chilometri. Chiaramente bisogna aggiornare ed adeguare il progetto alle ultime normative in materia tecnica, ambientale e di sicurezza.
Ponte sullo stretto di Messina: le prime dichiarazioni
Matteo Salvini, vice Premier e Ministro delle infrastrutture, parla di “giornata storica” . Dichiara inoltre:
“Sarà il ponte a campata unica più bello, più green e più sicuro del mondo”, certificato dai “più grandi ingegneri delle migliori università”.
Ancora, il padre nobile del ponte, il Cavaliere, nonché presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, promette: “Questa volta non ci fermeranno”. Già 20 anni fa, quando era l’allora Primo Ministro, il progetto era pronto ma poi fu bloccato.
Al ministero delle Infrastrutture il modellino del ponte è ormai un cimelio storico. Salvini come i migliori “influencer” ha posato alcuni scatti con i corrispettivi presidenti delle Regioni che fanno da sponda all’opera, Roberto Occhiuto Governatore della Calabria e Renato Schifani omologo della Sicilia.
Occhiuto dichiara: “Il Ponte sullo Stretto sarà una grande occasione per il Sud, ma occorrerà parallelamente lavorare per sviluppare al meglio le opere complementari indispensabili”. Così commenta anche il viceministro Edoardo Rixi: “Ci vuole un moto d’orgoglio come c’è stato sul ponte a Genova […] La realizzazione tecnica richiederà 5 anni e si ripartirà dalle autorizzazioni già ottenute nel 2012 per i raccordi ferroviari e stradali”.
La nuova società
La data obiettivo è fissata per fine luglio 2024; questa data è quella della presentazione del nuovo progetto esecutivo. I lavori invece dovrebbero iniziare per la fine dello stesso anno. La bozza del decreto resuscita anche i vecchi contratti di appalto cancellati dal governo Monti nel 2013. Dall’ultima legge di bilancio è stata riattivata la società concessionaria “Stretto di Messina spa”. Tra le società mandate in soffitta citiamo anche Eurolink, il consorzio guidato da Salini (oggi il mastodontico Webuild) che vinse la gara internazionale d’appalto.
Il ministero dell’Economia nella nuova composizione dei ruoli avrà la maggioranza assoluta; almeno il 51% delle azioni, sarà dello stato ed inoltre eserciterà i diritti di azionista in concerto con il ministero delle Infrastrutture. Ministero delle infrastrutture altrettanto importantissimo a cui spettano anche le funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa con possibilità, se stretto necessario, di promuovere anche una nomina di un eventuale commissario straordinario.
La composizione del CdA (consiglio di amministrazione) è formata da cinque membri. Due membri saranno designati dal ministero dell’Economia in compartecipazione con ministero delle Infrastrutture; i ruoli di: presidente e amministratore delegato. Altro membro sarà designato dalla Regione Calabria, un altro membro designato dalla Regione Sicilia e un membro designato da Rfi e Anas.
La concessione avrà una durata di 30 anni e la società vincitrice curerà le funzioni per questo lasso di tempo a partire dall’entrata effettiva di esercizio pieno; inoltre potrà stabilire tariffe per l’attraversamento, stradale e ferroviario, tali da “promuovere la continuità territoriale tra la Sicilia e l’italia continente. Citata anche la garanzia di una piena sostenibilità economica e finanziaria dell’opera. ”Eventuali proroghe dei termini per la realizzazione dell’opera determinano corrispondenti slittamenti della durata della concessione”. Così in una nota già emanata.
Ponte sullo stretto di Messina: critiche all’italiana
Si sa, si sa che chi fa sbaglia, chi non fa critica e crede anche di saper fare meglio. Il nostro paese è famoso per ostruzionismi, critiche non costruttive, tesi fanatico-ambientaliste a caso ed altro ancora, ormai non ci si meraviglia più; tra i bastian contrario in Parlamento abbiamo i già noti alle cronache del non fare: l’Alleanza Verdi e Sinistra italiana. È stato organizzato anche un flash mob di protesta contro il Ponte davanti a Montecitorio, per rimarcare l’importanza di ostruire la nascita dell’infrastruttura.
Alcune scritte riportate dai protestanti: “uno spreco di risorse da 10 miliardi di euro” indicando come con questi soldi si potessero acquistare, 175 treni intercity e 500 regionali; come se fossimo al mercato del pesce. Ed ancora il deputato Angelo Bonelli (Europa Verde) contestando afferma: “Serve a fare il poltronificio”, contestando la norma nella bozza che sottrae i compensi dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina Spa, al limite massimo di 240 mila euro annui previsto per i manager di Stato. Ancora aggiunge che gli “elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari. Insomma, come al solito restare a criticare è molto più semplice di agire ed osare, ma chi osa mostra coraggio, proprio quella virtù che serve alla nostra Nazione per risplendere e dimostrare che è il posto più bello del mondo.