Secondo lo Houston Chronicle, la Musk’s Space Exploration Technologies Corp. sta costruendo il suo razzo spaziale profondo a Boca Chica, una città lungo la costa del Golfo del Texas, vicino al confine con il Messico. E sta pensando che sia ora di cambiare nome. Musk ha twittato martedì, “Creazione della città di Starbase, Texas”, aggiungendo: “Da lì a Marte, e quindi le Stelle”. I prototipi di astronave che sta sviluppando nella città texana, infatti, un giorno avranno lo scopo di portare le persone sulla Luna e su Marte. Il tweet, dunque, era probabilmente in riferimento alla possibile modifica del nome di Boca Chica in Starbase.
Un rappresentante di SpaceX ha recentemente fatto un’”indagine casuale” sui requisiti per incorporare Boca Chica e ribattezzarla Starbase City, ha detto il giudice della contea di Cameron Eddie Trevino. In una dichiarazione, ha detto che i commissari della contea sono stati informati delle discussioni su Boca Chica, un piccolo borgo vicino al confine messicano dove i nuovi prototipi di astronave di SpaceX dominano l’orizzonte del mare. Rinominare Boca Chica, ad ogni modo, non farebbe altro che approfondire ulteriormente la presenza di Musk in Texas. Oltre all’attività di SpaceX, la sua casa automobilistica, la Tesla Inc., sta costruendo un’enorme fabbrica a East Austin per il suo prossimo pickup truck elettrico. La Musk Foundation, inoltre, si è trasferita ad Austin dalla California. E lo stesso Musk ha affermato di essersi trasferito in Texas, sebbene trascorra ancora del tempo nel Golden State.
Per progettare la nuova città, secondo quanto riportato su AGI, SpaceX vorrebbe coinvolgere i residenti della zona a firmare una petizione per mettere ai voti l’opportunità di potersi regolare in maniera autonoma, con leggi e regolamentazioni. La volontà di Elon Musk è dare vita ad un’area un po’ povera di infrastrutture: per esempio, l’acqua viene portata a Boca Chica con autobotti che partono dalla vicina Brownsville e che, in seguito, viene immagazzinata in enormi cisterne.
Fondamentalmente, il concetto alla base delle città private risiede nell’avere un diretto contratto con un privato, che deve garantire i diritti e i doveri, come può essere un pezzo di terra, le infrastrutture, la libertà privata, o ancora la protezione della vita. Non si è più al di sotto delle decisioni di un governo di maggioranza mutevole. Una Città Privata però non è quindi una forma di utopia. Bisogna accostarla a un’idea di business, regolamentata da leggi di convivenza, stabilite in atti giuridici privati. Come farebbe un fornitore di servizi, viene fornita solo la struttura in cui la società può accrescere apertamente come “ordine spontaneo”.
Non è la prima volta che emerge questo nuovo tipo di organizzazione cittadina. Un primo prototipo di queste città private è nato in casa nostra, dall’ingegnere italiano Giorgio Rosa, che nel ’68 fondò a largo di Rimini la sua Galt’s gulch su una palafitta: la Repubblica dell’Isola delle Rose. L’idea di Musk di Starbase non è altro che una sorta di ribellione nei confronti della situazione attuale. Tempo fa, non a caso, il neo uomo più ricco del mondo ha definito “fascista” l’imposizione ai cittadini di un lockdown. E l’annuncio del tweet “casualmente” è avvenuto proprio nel giorno in cui sono cadute le restrizioni in Texas.