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Terremoto in Turchia e Siria, cronaca d’una sciagura epocale

Terremoto in Turchia e Siria

Terremoto in Turchia e Siria

Il progresso tecnologico nel campo delle costruzioni, negli ultimi decenni, è incessante e sotto gli occhi di tutti. L’uomo, infatti, continua ad introdurre nuove metodologie costruttive e ad inventare nuovi materiali in grado di rendere sempre più resistenti, durature e allo stesso tempo ecologiche le strutture che ci circondano.

Recentemente abbiamo assistito, a titolo esemplificativo, allo sfruttamento del grafene nei più disparati ambiti costruttivi (stanti le poliedriche ed incredibili proprietà di questo materiale). Così come si sta facendo largo (ancora non molto in Italia, ma potrebbe essere questione di tempo) l’impiego di un surrogato migliorato dell’X-Lam, l’augmented wood. Materiale che promette, in un prossimo futuro, di poter essere un valido sostituto del calcestruzzo armato. O ancora, chissà che sviluppi porterà il neoscoperto CrCoNi, particolare lega ad alta entropia, l’attuale materiale più tenace al mondo.

Passi da gigante, indubbiamente, che però non devono illudere di poter ergere l’uomo a pieno controllore del nostro pianeta. La natura non sempre è benevola col genere umano, e non bisogna abusare del territorio a nostro piacimento perché le conseguenze possono essere disastrose. Abbiamo tutti il triste ricordo di quanto successo ad Ischia a fine Novembre scorso, e stanotte il terribile terremoto che ha colpito Turchia e Siria è solo l’ultimo capitolo di una scia di eventi distruttivi che ci troviamo (in maniera impotente) a dover fronteggiare.

Il terremoto in Turchia e Siria, uno dei peggiori eventi sismici del secolo

Più di 2.700 persone, attualmente, sono morte e i soccorritori ce la stanno mettendo tutta per estrarre i sopravvissuti da sotto le macerie dopo che il devastante terremoto ha squarciato la Turchia e la Siria, lasciando distruzione e detriti su entrambi i lati del confine.

Uno dei più forti terremoti che hanno colpito la regione in un secolo ha scosso i residenti dai loro letti intorno alle 4:00 del mattino di lunedì, provocando scosse anche in Libano e Israele.

In Turchia, secondo l’Agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze (AFAD), almeno 1.498 persone sono morte e diverse migliaia sono rimaste ferite.

Nella confinante Siria, oltre 820 sono i morti. Secondo l’agenzia di stampa statale siriana SANA, 430 persone sono morte nelle aree controllate dal governo, principalmente nelle regioni di Aleppo, Hama, Latakia e Tartus. Il gruppo “White Helmets”, ufficialmente noto come Syria Civil Defence (Difesa Civile siriana), ha riportato 390 morti nelle aree controllate dall’opposizione. Gran parte della Siria nordoccidentale, che confina con la Turchia, è controllata dalle forze antigovernative nel mezzo di una sanguinosa guerra civile iniziata nel 2011.

Mappa dello scuotimento sismico del terremoto di stanotte fra Turchia e Siria
Mappa dello scuotimento sismico del terremoto di stanotte fra Turchia e Siria. Credits: US Geological Survey

L’epicentro del sisma di magnitudo 7.8 è stato a 23 chilometri a est di Nurdagi, nella provincia turca di Gaziantep (nella parte meridionale della nazione), a una profondità di 24.1 chilometri, secondo lo United States Geological Survey (USGS).

Una serie di scosse di assestamento si sono propagate per tutta la giornata. La più forte, di magnitudo 7.5, ha colpito la Turchia circa nove ore dopo il terremoto iniziale, secondo l’USGS. Questa scossa di assestamento ha epicentro a circa 95 chilometri a Nord della principale.

Le costruzioni dell’uomo possono poco contro la natura

Sebbene siano molte le teorie previsionistiche sui terremoti (come quella legata alle emissioni di gas radon dalla crosta terrestre), ad oggi non è possibile avere la certezza di dove avverrà un evento sismico, né tantomeno quale sarà la sua magnitudo. Quel che è certo è che conoscerli non può che aumentare la probabilità di sopravvivenza dell’uomo sulla Terra.

Si ritiene, come detto, che il terremoto di stanotte sia il più forte che abbia colpito la Turchia dal 1939, quando un terremoto della stessa magnitudo uccise 30.000 persone (fonte USGS). I terremoti di questa portata sono rari, con meno di cinque che si verificano in media ogni anno, in qualsiasi parte del mondo. Sette terremoti di magnitudo 7.0 o superiore hanno colpito la Turchia negli ultimi 25 anni, ma quello di lunedì è il più potente.

In paesi dove gli standard costruttivi non sono quelli di altri paesi che si trovano costretti a convivere con eventi sismici estremi (Giappone o Nuova Zelanda, ad esempio), il risultato è una strage annunciata. Alcune immagini sono a dir poco impressionanti, come quelle dei crolli di interi edifici su se stessi come fossero fatti di carta.

Effetti del terremoto sulle strutture civili
Gli effetti del terremoto sulle strutture civili. Credits: Sky News

Altre immagini scioccanti sono quelle che riguardano l’Antakya Hatay Airport, la cui pista di decollo risulta completamente sconquassata dall’evento sismico.

Effetti del terremoto sull’aeroporto di Hatay
Gli effetti del terremoto sull’aeroporto di Hatay. Credits: Metro

Il passaggio delle onde sismiche ha coinvolto quasi 900 milioni di persone e svariati paesi, col rischio di tsunami (per fortuna rientrato nelle prime ore della mattina) fino al Sud Italia. Immagini strazianti, semplicemente, a dimostrare in modo atroce che contro la natura l’uomo possa ben poco, a volte…

Un sisma energeticamente pari a mille volte quello di Amatrice

Senza indugi sono partite disponibilità d’assistenza alle popolazioni colpite, dagli USA alla Grecia, passando per l’Ucraina. L’evento, d’altronde, è d’entità tale da richiedere grandi sforzi collettivi per uscirne prima possibile. Il sisma si è generato in una regione di confluenza di tre faglie attive, che sono quella Anatolica orientale, quella Arabica e quella Africana. In questa zona è avvenuto un movimento di tipo trascorrente, in cui il suolo si è spostato di almeno tre metri ed in cui probabilmente si è deformata la crosta terrestre.

Schema delle faglie attive in Turchia
Schema delle faglie attive in Turchia. Credits: Mikenorton da Wikipedia

Una magnitudo, di 7.8, che fa entrare di diritto questo terremoto fra i peggiori della storia. Ma esattamente, cos’è la magnitudo e come si esprime? Partiamo da un presupposto, ossia che esistono diversi modi di classificare i terremoti. Una prima classificazione, risalente ai primi del ‘900, è quella di Mercalli (poi MCS, ossia Mercalli-Cancani-Sieberg). Questa si basa sugli effetti macroscopici su beni e territorio e dai fenomeni avvertiti dalle persone, viene da sé che sia dunque poco rappresentativa della potenza di un sisma.

Negli anni ’30 nasce la scala Richter, che differentemente dalla precedente misura la magnitudo, stima dell’energia rilasciata dal sisma (per i sismi più potenti si fa riferimento alla cosiddetta magnitudo momento sismico, sviluppata a fine anni ’70). La formula per il calcolo della magnitudo non è lineare, infatti ad ogni aumento di 1 grado di magnitudo l’energia rilasciata dal sisma è di circa 32 volte maggiore! Nel caso di differenza di circa 2 gradi di magnitudo (come sarebbe confrontando questo terremoto a quello del 2016 di Amatrice, pari a circa 6.0), la differenza in termini energetici sarebbe di circa 1000 volte.

Una ferita non solo per la Turchia, ma per l’umanità intera…