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Via al test di sollevamento del MOSE

Era il 12 novembre 2019 e Venezia si preparava ad affrontare uno degli eventi più disastrosi del territorio. I 190 cm di acqua alta raggiunti, ha fatto si che le autorità chiedessero lo stato di calamità. Pur essendo abituati a questo fenomeno, gli stessi abitanti sono rimasti sconvolti sia per i gravi disagi che per gli ingenti danni a cose e, purtroppo, persone. Lo sconforto generale era dovuto, soprattutto, al fatto che la struttura ,costruita ad hoc, non fosse pronta per adempiere al compito per la quale fu progettata. Ci sono voluti più di 9 mesi, ed una pandemia in mezzo, per far si che il MOSE fosse messa in funzione. Infatti, si è svolto oggi 10 luglio il test definitivo di sollevamento di tutte e 78 le paratoie del MOSE. In netto ritardo rispetto ai tempi, ma si spera che possa far fronte alla stagione delle maree alte che verranno.

Paratoie sollevate. Ph: mosevenezia.eu

MOSE pronto a bloccare le acque

Il test di sollevamento delle 78 paratoie del MOSE era previsto per il 10 luglio 2020 e non ha deluso le aspettative. Alla prova generale erano presenti il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, la Ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli, il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e altri dirigenti e commissari incaricati. Le 78 paratoie si sono sollevate in contemporanea in tutte e tre le bocche di porto: Treporti – San Nicolò, Malamocco e Chioggia. Durante il primo test, svolto il 31 maggio, sono state sollevate solo 37 paratoie in contemporanea nelle bocche di Malamocco e Chioggia. Ottenuto un risultato soddisfacente, pur essendo stato svolto in condizioni ideali di mare calmo, si è deciso di dover fare il passo definitivo.

Il Presidente Conte alla cerimonia. Ph. ilmessaggero.it
Estratto da ansa.it

In occasione del test, la laguna di Venezia è stata completamente chiusa per la prima volta nella sua storia. L’intera procedura cominciata alle 8.00 proseguirà fino alle ore 17.30, con la chiusura completa del traffico nautico. Sull’isola che divide la bocca di Porto del Lido è stata sistemata la control room che servirà per la gestione e il controllo del sistema di sollevamento e di abbassamento delle paratoie. Sebbene questo sia un test completo, non è possibile definirlo del tutto finito poiché manca ancora da inserire il collegamento radio tra i varchi, per ora sostituito da un ponte radio militare, gli impianti elettrogeni e le opere di compensazione ambientale. Inoltre, è da definire la gestione sullo smaltimento in discariche della sabbia sedimentata ai piedi delle dighe.

Il dettaglio del MOSE

Il MOSE può essere definita come una diga automatizzata con paratoie che sfruttano il peso a gravità, di larghezza di 20 metri con spessore variabile. Costituito da 78 paratoie mobili e suddivise in quattro schiere, sono installate nelle tre bocche di porto di Lido (41 paratoie), Malamocco (19 paratoie) e Chioggia (18 paratoie). Le paratoie si alzano sfruttando il riempimento di aria compressa. Nel dettaglio, inizialmente sono colme di acqua e man mano che si svuotano esse si alzano verso la superficie.

Le strutture che contengono le paratoie sono connesse alle zavorre in calcestruzzo con semplici cerniere, che permettono la rotazione della paratoia. La fase di sollevamento e di chiusura dura circa 5 ore ed entrano in funzione per alte maree di 110 centimetri. Un’opera importante quanto costosa. Infatti, è oggetto di discussione l’elevato costo economico (ancora incerto) che si aggira intorno ai 6 milioni di euro, senza considerare i costi di gestione e manutenzione.

La rinascita dopo i tanti problemi

Il test di sollevamento del MOSE sembra, dunque, la luce in fondo al tunnel. Dopo vari problemi tecnici e amministrativi, sembra che l’impianto possa contrastare un fenomeno che, come abbiamo visto, può provocare danni e disagi. Durante la fase realizzativa si sono verificati problemi con le staffe di sostegno e vibrazioni preoccupanti della struttura. Ma il provveditore alle opere pubbliche del Triveneto Cinzia Zincone ci tiene a sottolineare che il test del 10 luglio non è un’inaugurazione poiché “l’opera non è ancora conclusa”.

Qualcuno già lamenta dell’inadeguatezza dei test poiché sono effettuati in condizioni ideali e non di emergenza. Infatti, molti contestatori hanno protestato nei pressi della laguna poichè ritengono sia opportuno effettuare i test in condizioni di alta marea e onde alte per verificare l’efficienza dell’impianto. La protesta si è trasformata da subito in una vera e propria battaglia navale con le forze dell’ordine. I cittadini e i commercianti, nonché tutta la nazione, non tollereranno più errori su tale questione.

Published by
Gianluigi Filippo