Architettura

Trasformare una chiesa in una casa, è possibile?

A Bilbao, lo studio basco Garmendia Cordero Arquitectos ha trasformato un piccolo edificio sconsacrato nella casa di un giovane designer. L’attuale casa prima era una piccola chiesa sconsacrata, risalente al XVI secolo e rimaneggiata nel corso dei secoli. L’ex chiesa, quasi un eremo ridotto a rudere dal tempo, si trova al di fuori dell’abitato del piccolo centro basco a qualche manciata di chilometri da Bilbao. Il committente della valorazione è il designer Tas Careaga Irazabal. La giovane committenza ha voluto renderlo la sua particolarissima abitazione, diventando anche un interlocutore estremamente attivo della progettazione. Il fascino di questa trasformazione sta nel doversi confrontare con una destinazione d’uso d’origine molto particolare, cambiandone significato e funzione senza dimenticare il suo passato.

Una vista dell’interno della casa, da tecknoring.com

Il recupero della chiesa per la trasformazione in una casa

Il lavoro è partito dalla vecchia Iglesia de Santa Cruz. Essa è un piccolo edificio collocato nella frazione di Las Barrietas, lungo la strada che, in mezzo a verdi alture, collega Sopuerta con San Miguel. Questa costruzione si innesta in un sistema di altre strutture, anch’esse oggetto di restauro e rinnovamento. La ormai ex chiesa era ormai priva del tetto e quasi completamente in rovina. La sua realizzazione è avvenuta nella seconda metà del Cinquecento, per poi essere pesantemente rimaneggiata alla fine del Settecento. Le modifiche ne aumentarono l’altezza e aggiunsero un campanile e un abbeveratoio sopravvissuti all’abbandono.

Foto dall’alto, da tecknoring.com
Vista frontale, da tecknoring.com

Il progetto di trasformazione attuato lavora principalmente all’interno del perimetro murario. Tale operazione conserva forme e sagoma della chiesa. Mantiene anche le volumetrie, recupera gli antichi setti, rinforzandoli con un una struttura in cemento armato, posto lungo tutto il perimetro. Realizza una nuova copertura a doppia falda a sostituzione di quella andata perduta, da tempo crollata al suo interno. Il cantiere ha portato non poche difficoltà. Infatti erano presenti ingenti danni sulla struttura, motivo per il quale era fondamentale non generarne altri. Essi infatti avrebbero pregiudicato i lavori, tanto da doverli abbandonare.

Come è stata realizzata la trasformazione

Lo studio ha voluto preservare in maniera ben visibile i segni del tempo e la storia dell’edificio facendoli convivere con le nuove aggiunte. Tali aggiunte sono innestate su una struttura esistente delicata. Si è cercato il più possibile di instaurare un dialogo, ma senza toccarlo in modo invasivo.

La casa

La stuttura si estende per 190 mq. L’ingresso rimane quello originario, infatti si trova su un fianco dell’edificio. L’ingresso introduce in uno spazio completamente libero e parzialmente soppalcato, illuminato dalle piccole finestre a tutto sesto chiuse con moderni serramenti. Al posto dell’abside esagonale è stata posta una piccola cucina. Il bagno invece si trova dal lato opposto della struttura, chiuso da un setto di nuova realizzazione. Il piano terra è adibito a zona living, sul quale si affaccia la zona notte, il tutto compreso in una doppia altezza. Essa è favorita naturalmente dalla destinazione d’uso presistente. Al piano superiorie, oltre la zona notte sono presenti un piccolo studio ed un secondo bagno. Il secondo livello offre un ulteriore spazio illuminato da lucernari aperti sulle falde della copertura.

Le piccole aperture dell’edificio presistente sono conservate, così da mantenere il carattere chiuso dell’ambiente sacro. Le uniche nuove concessioni aprono le murature in corrispondenza della cucina e del soggiorno, dove una grande porta finestra scorrevole collega in modo diretto l’interno con l’esterno.

L’importanza del legno

Come sempre accade in casi di restauro, si è data molta attenzione al discorso sui materiali per la traformazionedella chiesa in casa. Infatti, si è cercato di rimanere quanto più possibile ancorati alla presistenza, senza scalfire il suo ricordo, tutte le nuove aggiunte strutturali sono state realizzate in legno. Un tavolato di legno riveste l’intradosso della nuova copertura e capriate di legno massiccio la sostengono insieme a travi e travetti. medesimo discorso anche per il il soppalco, bilivello, che è completamente realizzato in legno. Esso è presente anche per gli imponenti elementi delle due scale che, senza toccare le murature, collegano i diversi livelli interni.

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Mariano Iengo