Come cambiano gli uffici nell’era del Covid-19
Dopo un primo periodo di confusione in primavera, lo smart working è diventato fondamentale per gestire il lavoro da remoto, e soprattutto in sicurezza. Tutte le aziende, infatti, colte un po’ alla sprovvista, hanno dovuto potenziare le infrastrutture necessarie a supportare il telelavoro dei propri dipendenti. Tuttavia, se da un lato lo smart working si è rivelato un potente alleato per il lavoratore, dall’altro ha evidenziato come debbano essere ripensati gli spazi. Ci sono situazioni che da casa non riescono ad essere gestite al meglio: il contatto umano appare fondamentale. Ed ecco che molti studi di architettura stanno lavorando da un po’ a reinventare gli uffici nell’era del Covid-19, tra cui Lombardini22. A tal proposito, si ricorda anche il progetto Eitherland, sugli uffici post pandemia immaginati all’aperto.
Lombardini22 sugli uffici nell’era del Covid-19
Lombardini22 è nata a Milano nel 2007, grazie all’idea di sei professionisti con la stessa visione del lavoro e gli stessi valori di gratitudine per il cliente. Il nome -indirizzo in cui si trova- è espressione del forte legame con i Navigli, una zona della città molto dedita al lavoro e all’imprenditoria. Tra i progetti dello studio milanese sono da annoverare gli uffici della Torre Allianz, le sedi milanesi di Microsoft, EY, Siemens, dell’Armani Hotel, il data center SUPERNAP a Siziano e tantissimi altri.
Lombardini22, da molto prima della pandemia, stava pensando a nuovi schemi per gli ambienti lavorativi. Sebbene lo smart working sia diventato “famoso” quest’anno, la transizione era in atto da tempo. L’emergenza sanitaria, dunque, non ha fatto altro che dare una forte spinta a ripensare il lavoro. Così, attraverso anche delle indagini su 6000 dipendenti, la società milanese ha provato ad immaginare gli uffici nell’era del Covid-19. È emerso qualcosa in cui noi tutti possiamo trovare riscontro. Da un lato sono migliorati aspetti come la flessibilità, l’efficienza e l’ottimizzazione del tempo. Dall’altro lato, invece, sono peggiorati gli aspetti relativi alla mancanza del contatto umano e all’isolamento.
DEGW è la branca di Lombardini22 che si occupa di progettazione integrata degli ambienti di lavoro. Il suo intento è ricercare la soluzione più indicata per ottimizzare le prestazioni di un’azienda, adattando lo spazio di lavoro alle esigenze di tutti. Inoltre, DEGW è inserito nella Design Force del DesignTech Hub di Milano Innovation District (ex area Expo 2015), che ha la missione di migliorare gli ambienti e la vita delle persone. Al suo interno, in particolar modo, ha cooperato con altri studi alla realizzazione del White Paper “DesignTech for Future”, focalizzandosi nella riflessione sugli uffici nell’era del Covid-19.
Cosa riserva il futuro del lavoro?
Innanzitutto, potrebbero subire profonde trasformazioni i quartieri del centro città, sede della potenza lavorativa di una metropoli. Si pensi, ad esempio, a Citylife e Gae Aulenti di Milano. Questi, come tanti centri nevralgici del lavoro di tutte le città d’Italia e del mondo, hanno subito una desertificazione spaventosa. Una conseguenza del mancato pendolarismo delle persone dalle periferie. Secondo Alessandro Adamo, il nuovo modello di concezione di uffici nell’era del Covid-19 sarà “più orizzontale che verticale”. Mentre le città saranno dedite più a momenti di riunioni ed eventi, le periferie non saranno più abbandonate a sé e vedranno una vera e propria occasione di rilancio.