Studio Drift, il magico incontro fra droni e architettura storica
Indovinello: cos’hanno in comune tra loro Colosseo, Partenone, Sagrada Familia e Convento do Carmo?
La domanda non è delle più impossibili, non ci sono strani calcoli da fare o animali nascosti da trovare in 30 secondi. La risposta, però, potrebbe non essere così scontata. Chi ha pensato al fatto che siano tutti famosissimi monumenti ha indovinato, così come chi pensa che non abbiano nulla in comune di fatto non sbaglia. Sono effettivamente 4 monumenti molto famosi situati rispettivamente a Roma, Atene, Barcellona e Lisbona, ma di fatto non hanno nulla in comune. Si trovano in luoghi diversi, appartengono ad epoche lontane fra loro e sono architetture e luoghi piuttosto diversi fra loro. Cos’hanno, quindi in comune?
La risposta è: sono tutti incompleti, nello specifico parzialmente distrutti (i primi due) o rimasti incompiuti (i secondi due). Il loro fascino, però, resta assolutamente intatto da secoli (per alcuni di loro da millenni). E chi di noi, vedendoli dal vivo, non ha mai pensato a quanto sarebbero stati ancora più belli nella loro magnifica interezza?
Grazie a un duo olandese, alcune di queste opere hanno effettivamente rivissuto quel momento di passato splendore. Tutto ciò grazie a… droni e giochi di luci! Stiamo parlando di Studio Drift e dei loro drone light show diventati iconici in tutto il mondo.
Le performance artistiche luminose di Studio Drift
Ralph Nauta e Lonneke Gordijn, aka Studio Drift, non sono nuovi all’impiego delle luci con finalità artistiche. È infatti dal 2007 che i due giovani stupiscono il mondo con le loro coloratissime ed emozionanti performance. Il duo si fa conoscere dal mondo con Fragile Future, ancora adesso una delle loro rappresentazioni di maggior successo. L’opera è costituita da sfere a LED con sopra incollati veri semi di tarassaco (o dente di leone), che le garantiscono un aspetto simil-floreale incredibile.
Il successo è tale che, oltre a vincere premi, repliche dell’opera vengono esposte nei musei di tutto il mondo, oltre che alla Biennale di Venezia del 2019.
Da qui in poi gli artisti sbocciano, realizzando molte opere apprezzate globalmente. Fra queste, le più emblematiche sono:
- Water Web Bench (2007) , una serie di panchine da esterno appositamente realizzate per i giardini botanici di Amsterdam;
- Ghost Chair (2008), facente parte della omonima collezione e caratterizzata da forme apparentemente semplici e spigolose che nascondono una “sorpresa”. Poste sotto una particolare luce, infatti, si evidenzia una sorta di nucleo bianco nebbia, dalle sembianze spettrali;
- Flylight (2011), la prima opera aerea del duo in cui 180 vetri di tubo soffiato luminosi, controllati da computer, simula una stormo di uccelli in volo;
- Nola (2013), che riprende il nome latino delle campane e consiste appunto in un insieme di campane illuminate a LED che cambia ad intervalli regolari combinazione di colori;
- In 20 Steps (2015), scultura cinetica caratterizzata da 20 delicate ali in vetro che, muovendosi lentamente, rappresentano in 20 fasi il volo in maniera astratta.
Lo sviluppo dell’arte cinetica del duo olandese
Dal 2017 il già affermato Studio Drift inizia ad evolvere le proprie creazioni, che trascendono le “semplici” sculture cinematiche già presentate. Il primo concept di questa nuova fase è Drifter, un cubo di cemento sospeso in aria che si muove lentamente lungo un percorso tridimensionale prestabilito. Segue poi una versione in scala ridotta di In 20 Steps, con cui indagare più da vicino la magia del volo, chiamata In 20 Little Steps. Se queste opere risultano dei piccoli upgrade di quanto fatto nei precedenti anni, è con Franchise Freedom che Studio Drift segna la propria svolta artistica.
Presentata ufficialmente alla fiera d’arte internazionale Art Basel tenutasi a Miami nel 2017, è un’evoluzione diretta dell’opera Flylight. Protagonisti dell’opera sono ben 300 dei tanto decantati droni, uniti a formare una scultura luminosa volante. In questa sede il duo olandese ha avuto il supporto tecnico della società Drone Stories. Questo lavoro porta Studio Drift, negli anni seguenti, a vincere numerosi premi e a porre le basi dei loro drone showlight nel mondo.
Prima di ciò, però, il duo olandese realizza altre mirabili opere, una su tutte Ego (2020). È forse l’opera dal significato più profondo realizzata da Studio Drift, oltre che una delle più complesse da realizzare. Realizzata per fungere da supporto durante le rappresentazioni dello spettacolo teatrale L’Orfeo di Verdi alla Pace Gallery di New York. Fulcro del lavoro è un filo intrecciato lungo 16 km di fluorocarbon giapponese dello spessore di un capello, che ad inizio performance assume forma di parallelepipedo. Mediante precisi algoritmi collegati ad un meccanismo è possibile modificare la forma del filo, animandolo e adattandolo alle varie coreografie teatrali.
I drone showlight monumentali del duo olandese
L’ultima trovata dei ragazzi di Studio Drift nasce dalla collaborazione con alcune aziende specializzate in volo dronico artistico quali la già citata Drone Stories e Nova Sky Stories. Si tratta di spettacolari e coloratissimi drone show in varie zone del mondo sulla falsa riga di Franchise Freedom, ma molto più complessi ed incredibili. Già negli scorsi anni il duo olandese aveva presenziato ad alcune edizioni del festival “Burning Man” (compresa quella non ufficiale del 2021 ribattezzata “Renegade Man” a seguito della cancellazione della versione originale causa pandemia da Covid-19).
Fra “sculture” sospese in movimento, occhi che si aprono e chiudono sembrando vivi e giochi di luce di tutti i tipi, Studio Drift sembra aver imboccato una via artistica decisamente particolare e coinvolgente. Percorso che trova sublimazione in rappresentazioni in cui scultura ed architettura si fondono in ambientazioni uniche al mondo. Dal Colosseo nel cuore del centro storico della Città Eterna, passando per l’iconica incompiuta della Sagrada Familia catalana, questi spettacoli aerei di luce “ricostruiscono” tridimensionalmente i monumenti più belli del mondo in modo quasi magico. Tutto ciò grazie a un software per droni, che crea scenari reali a grandezza naturale dei famosi monumenti, aiutando inoltre gli architetti nei loro progetti futuri visualizzando l’aspetto di questo progetto a grandezza naturale.
Sono parecchi i monumenti e le strutture nel mondo finora interessate da questi completamenti colorati, storici e non: dai già citati Colosseo e Sagrada Familia fino all’antica abbazia inglese di Whitby, l’elenco è già lungo. E potrebbe ulteriormente allungarsi, permettendoci di ammirare antiche costruzioni degradate dall’uomo o dal tempo o mai completate in tutto il loro splendore. Una versione 2.0 che unisce storia, architettura e tecnologia in modo mai visto prima.