Urbanistica

    Torre Isozaki, Torre Allinz

    Torre Isozaki: l’infinito e il futurismo

    Con i suoi 207 m (altezza effettiva dal piano stradale) la Torre Isozaki (soprannominata Il Dritto) è uno tra gli edifici più alti d’Italia e il più alto al tetto.

    Progettata dall’architetto giapponese Arata Isozaki e dall’architetto italiano Andrea Maffei, fa parte del progetto di riqualificazione del quartiere storico della fiera campionaria, a Milano, gestito dalla società City Life. Anche se inizialmente si era parlato di una futura occupazione da parte di Generali Assicurazioni, esso sarà acquistato dalla società tedesca Allianz, per tale motivo viene chiamata Torre Allianz.

    La struttura è distribuita verticalmente su 50 piani dei quali 46 sono previsti a destinazione direzionale. La torre sarà in grado di ospitare fino a 3.800 persone. E’ caratterizzata da piani completamente illuminati da luce naturale, con viste panoramiche. Tramite una lobby su due livelli, la Torre Isozaki è connessa sia direttamente con la piazza centrale di CityLife (zona dell’ex-Fiera in riqualificazione) e con la piazza sottostante dove è prevista la fermata Tre Torri della metropolitana M5.

    Il progetto prende ispirazione principalmente, dalla Endless Column di Constantin Brancusi installata nel 1937 nel parco di Targu-Jiu, in Romania, che suggerisce la creazione sistemi ripetibili all’infinito e dal Futurismo, non a caso un movimento che si è sviluppato a Milano, nato per rispondere ai temi della città contemporanea, nella sua aspirazione alla massima verticalità, anche questa Torre Infinita rappresenta una riflessione sui temi della città contemporanea.

    “Nel nostro arcipelago di forme abbiamo trovato interessante sviluppare l’idea di un grattacielo senza fine, una sorta di endless tower. Intendevamo studiare un concetto da applicare al grattacielo, prima ancora che immaginarne la sua estetica. Nell’aspirazione alla massima verticalità, abbiamo scelto di applicare il concetto di un sistema modulare che si può ripetere all’infinito, senza soluzione di continuità.”                                                                                                                                                                                 Andrea Maffei

    Per dare forma ai concetti di verticalità e di tensione verso l’alto si è scelto un modulo che si compone di 6 piani per uffici, con una pianta molto stretta e allungata di 21×58 metri.
    La scelta di queste proporzioni è finalizzata ad uno snellimento del volume per accentuarne la verticalità e lo rende strutturalmente provocatorio vista la snellezza di una forma così alta.

    ASPETTI INNOVATIVI

    Le facciate sono caratterizzate da pannelli in vetro curvato a freddo che creano le grandi curvature dei moduli. Questa soluzione è stata ottenuta attraverso delle tecniche di cold-bending, ovvero di piegatura a freddo del vetro solo attraverso il suo incollaggio ai montanti in alluminio con un lato ricurvo.

    IL FUTURISMO MILANESE

    Alle due estremità sono previsti tre ascensori panoramici con pareti vetrate che, salendo verso la sommità del grattacielo, consentiranno di ammirare il paesaggio e creeranno l’effetto di edificio-macchina caro al futurismo milanese.
    Altro riferimento al futurismo sono i quattro contrafforti che hanno la funzione di ridurre le oscillazioni della torre negli ultimi piani per consentirne il massimo confort. Le strutture sono state portate all’esterno, in modo da farle diventare una forte caratterizzazione architettonica. Finora non è mai stata realizzata questa soluzione ingegneristica.

     

    high line park,Close-Up Engineering

    High Line Park: un polmone verde nel cielo di New York

    High Line Park, definito anche “Park on the Sky“, è il nuovo parco di New York che si estende per una lunghezza di 1.6 km, a 10 metri d’altezza. Esso è il risultato della riqualificazione di una linea ferroviaria sopraelevata costruita nel 1930 chiamata West Side Line, che attraversa la parte sud-ovest di Manhattan, il Chelsea. Questa linea consentiva il transito dei numerosi treni merci quando la città era un importante polo industriale, eliminando i rischiosi incroci tra viabilità ordinaria e ferroviaria.

    A partire dagli anni ’80, la versatilità dei trasporti ha reso questa infrastruttura non più necessaria fino al suo totale abbandono. Nonostante fossero state avanzate proposte di demolizione, nel 1999 si è costituita l’associazione no-profit Friends of the High Line, che ha proposto alle autorità cittadine di trasformare la vecchia ferrovia in un parco sopraelevato.

    Grazie a questa associazione, insieme al team costituito dal paesaggista-urbanista James Corner e dagli architetti Diller Scofidio+Renfro, è stato possibile salvare un pezzo di storia che stava per scomparire.

    I lavori sono cominciati nel 2006, e sono stati aperti al pubblico nel 2009 il primo tratto (tra Gansevoort Street e 20th Street) e nel 2011 il secondo tratto (che congiunge la 20th Street alla 30th Street). Il terzo e ultimo tratto è stato ufficialmente aperto al pubblico il 21 settembre 2014.

    Il nuovo parco di New York è caratterizzato da piante, arbusti e alberi scelti privilegiando le specie autoctone, mentre il verde cresciuto sulla linea ferroviaria è stato incorporato nel progetto. Ad arricchirlo non è solo la folta vegetazione, ma anche fontane e corsi d’acqua, panchine ricavate dai vecchi carrelli ferroviari e persino un piccolo anfiteatro con una gradinata con vista sulla strada.

    Il recupero della High Line di New York ha permesso di dotare la città di un nuovo polmone verde, trasformando quest’area ormai inutilizzata in un centro di attività sociali, ricreative, culturali ed artistiche. È quindi possibile affermare con certezza che questa parte storica della città, preservata attraverso un altro aspetto e altre funzioni, continuerà ancora a vivere ed essere vissuta nel tempo.

    Header image credits: museumofthecity.org 
    Gallery images credits: museumofthecity.org, thehighline.org

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